CAPITOLO 10

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Ho appena finito di fare colazione al bar e mi sto dirigendo verso l’università. 

Nel mentre mi scambio dei messaggi con mia madre che mi racconta del nuovo tipo con cui sta uscendo. 

A quanto pare è il direttore di una banca divorziato senza figli.

Dice che stavolta sarà quello giusto, ma so già come finirà. 

La storia è sempre la stessa. Lei si interessa ad un tipo conosciuto in qualche locale o bar, escono insieme, lei si innamora dopo poco tempo e poi lui la scarica come se niente fosse. Ogni volta poi sono io che per le successive due/tre settimane devo asciugarle le lacrime dicendo quanto quell’uomo fosse un’idiota e che avrebbe trovato di meglio. 

Mentre sto mandando l’ennesimo messaggio a mia madre, vengo distratta da un rumore che proviene da un vicolo. 

Mi avvicino e davanti mi trovo Andrew che si sta picchiando con un tipo.

Cerco di avvicinarmi e dico il nome di Andrew. 

Lui sentendo la mia voce si gira e il ragazzo ne approfitta per tirargli un pugno.

Mi avvicino ancora di più e cerco senza successo di separarli. 

Poi si sentono le sirene della polizia e subito il tipo si stacca da Andrew e corre via.

Così io e lui restiamo soli in quel vicolo. 

《Mi spieghi perché cazzo ti sei intromessa?》Mi urla contro Andrew. 

《Perchè non è normale che due ragazzi si picchiano in pieno giorno senza un motivo. E poi anche tu una volta mi hai aiutato quindi mi sembrava giusto ricambiare》

《Il motivo c’era, ma la cosa non cambia. Dovevi starne fuori e poi non mi devi nulla》

Sto per rispondere, ma vengo bloccata da una voce.

《Si è da qui che provenivano i rumori》 Sentiamo la voce di una persona.

《Cazzo》Esclama Andrew per poi afferrarmi il polso. 

Inizia a correre portandomi fuori dal vicolo e subito vediamo un agente di polizia che vedendoci correre inizia ad inseguirci.

《Ehi, voi due. Fermi》

Andrew aumenta il passo e appena arriviamo di fronte alla sua moto, saliamo di fretta e furia e andiamo via.

《Siamo appena scappati dalla polizia?》Chiedo ironicamente ad Andrew. 

《Già》

《Cavolo, ora sarò una ricercata, mi arresteranno, addio futuro, addio vita, addio tutto》 Inizio a straparlare. 

《Calmati Rochelle, non succederà nulla. Io ho fatto molto di peggio, ma sono ancora qui》

《RALLENTA!...》urlo

《...STAI ANDANDO TROPPO VELOCE》 continuo con la stessa forza. 

Lui non risponde, guarda dritto davanti a sé.

Improvvisamente si ferma. 

Stacco la testa dalla sua schiena  e noto che l'ha fatto perché il semaforo è rosso.

Quindi ne approfitto per parlare.

《Perché vai così veloce? L’ abbiamo seminata la polizia. Rischiamo di fare un incidente idiota》Dico io irritata dato che non mi da retta.

《Sai, non è la prima volta che guido la mia moto. Non succederà nulla》Ribatte lui in modo saccente. 

Subito dopo scatta il verde e lui parte di nuovo, ma questa volta la velocità è minore, sempre alta, ma meno di prima. 

Non credo nelle favole    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora