CAPITOLO 14

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Mi tremano le gambe. La sua espressione non mi piace per nulla.

Arriva di fronte a me, ma non mi guarda. 

《Vieni》Mi prende per un braccio e mi trascina via. 

《Ehi, che fai?》 sento dire da lontano a Mr. Sor...em, Harry. 

Io non dico nulla, non mi sembra il momento di discutere. 

Mi porta in una stanza del locale che non ho mai visto. Mi sembra una specie di sgabuzzino.

Una volta entrati, Andrew, mi sbatte contro il muro e mi blocca contro di esso. 

《Perchè ti ha dato un bacio in guancia?》Mi domanda con voce roca. 

《Chi?》Faccio la finta tonta

《Come chi? Quel biondino al bancone》 Afferma con voce disgustata.

Non credo gli stia molto simpatico. 

《Non lo so, ha fatto tutto lui...》 ci penso su e continuo 

《...ma poi a te che t'interessa?》Incrocio le braccia al petto

《A me? Nulla》 Fa spallucce 

《Allora non abbiamo nulla da dirci. Fammi uscire》 Faccio per spingerlo via, ma lui non si allontana. 

《Smettila...》Afferma duro. Al che io smetto di spingere e lo guardo dritto negli occhi. 

《...smettila di agitarti e di guardarmi con questi occhi...》La sua voce è così profonda che mi fa partire brividi lungo tutta la schiena. 

Ci guardiamo fisso negli occhi per interminabili minuti.

Sto per dire qualcosa, per interrompere quell'assordante silenzio, ma lui mi batte sul tempo. 

《Perchè mi è così difficile resistere?》 Sussurra al mio orecchio per poi accarezzarlo con il suo naso. 

Chiudo gli occhi e poggio le mani sul suo petto. 

Il suo naso passa ad accarezzarmi il collo poi la guancia, fino a fermarsi accanto al mio naso. Sento le nostre labbra sfiorarti. 

Poi però all'improvviso lui si distacca da me portandomi ad aprire gli occhi di scatto. 

《A-andrew, cosa…?》 non ho il tempo di finire la frase, che lui di fretta esce dallo sgabuzzino lasciandomi lì, stordita e confusa da ciò che è appena successo. 

Cosa ho fatto? 

Ancora stordita guardo un punto indefinito dal muro di fronte a me è con le dita mi sfioro le labbra. Cosa stava per succedere? Stavo per cedere a baciarlo? Ma cosa mi prende? Io non sono così.

Esco dalla sgabuzzino e torno verso al bancone. 

《Tutto bene?》Mi domanda Harry.

《Si, perchè?》

《Perché il criminale più pericoloso della città ti ha appena trascinata via e tu sei tornata poco dopo con un'espressione stravolta sul viso》Mi risponde ovvio.

Ho davvero la faccia stravolta? 

《Ma che dici?! Non ho la faccia stravolta, sarà solo la tua immaginazione. E poi perchè dovrei averla? Non è successo nulla. Mi doveva solo dire una cosa...di...di scuola. Sì, di scuola》 Cerco di trovare una scusa plausibile, sperando che lui ci caschi. E fortunatamente è così che va. 

《Andate alla stessa scuola?》 Domanda

《Sì e abbiamo dei corsi in comune》Lo avevo scoperto per caso.

《Ah, ok. Però sta attenta, non è uno raccomandabile》

Come se non lo sapessi 

《Comunque tieni, queste sono le bevande che mi hai chiesto prima》 mi da il vassoio e torna a lavoro. 

Bene, devo tornare al tavolo di Andrew. Che imbarazzo. Tutte a me. 

Mi avvio verso il tavolo a testa bassa sperando di non incontrare il suo sguardo. 

Cosa abbastanza inutile, dato che quando arrivo al tavolo e alzo lo sguardo vedo che ne lui ne la ragazza con cui parlava prima ci sono. 

《Queste sono le vostre bevande》Dico a quelli rimasti al tavolo appoggiando le bevande sul tavolo. 

《Grazie bellezza》mi risponde sempre lo stesso ragazzo di prima, che spero non riprenda il discorso di poco fa approfittando del fatto che Andrew non c'è.

Non perchè non saprei come controbattere, ma perchè non ne ho voglia. Per stasera ho dato fin troppo.

《emmm...dove sono i ragazzi che erano seduti lì》Domando cercando di usare un tono disinteressato.

《E a te che importa?》 Mi domanda l'altro ragazzo del tavolo con sguardo accusatorio. 

《Nulla, solo che ho portato le loro bevande》 Invento una scusa, sperando ci caschino.

《Beh, sono andati via...a divertirsi...》Dice il ragazzo che mi chiama bellezza, ammiccando.

《...Tranquilla beviamo noi le loro cose. Puoi andare》continua facendomi segno con la mano di andare via.

Faccio come mi dice e mi allontano. 

Certo, prima mi chiude in uno sgabuzzino e quasi mi bacia e poi se ne va con un'altra. 

Ma che mi dovevo aspettare da un criminale come lui. 

Con questo pensiero finisco di lavorare e torno a casa.

Una volta arrivata a casa, mi cambio velocemente e mi corico a letto perché domattina ho lezione presto. 

Il mio cervello è invaso dai pensieri e fra tutti ne prevale uno. 

Andrew Moore è un'idiota che deve uscire per sempre dalla mia vita.



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