CAPITOLO 16

1.5K 32 1
                                    

Sono bloccata dove Andrew mi ha lasciata da circa 10 minuti. Non riesco a muovere un muscolo e questa cosa la detesto. 

《Ehi, ciao pupa》 Sento una voce dietro di me.

Mi giro e vedo un ragazzo sconosciuto che mi guarda. 

Ehi pupa?! Ma questo è rimasto fermo agli anni 90?? Chi usa più pupa?!

Non che gli attuali nomignoli siano meglio.

《Ciao, che vuoi?》 Dico giusto un pò infastidita. Ma solo poco.

《Uuuu, tranquilla bella, volevo solo fare due chiacchere e conoscere questa bellezza》dice squadrandomi dalla testa ai piedi con sguardo malizioso. 

Forse pensa che così mi possa fare eccitare, ma mi fa solo salire il vomito.

《Beh, io non ho voglia di chiacchierare》Sbotto e poi senza aspettare una risposta lo sorpasso e mi allontano. 

Perchè mi sono fatta convincere a venire in questa festa? Non potevo stare tranquilla sul mio letto o sul divano?!

No, ovviamente. Sono un'idiota che non sa resistere ad una stupida faccia da cucciolo. 

Mannaia a me. Esco fuori nel giardino che c'è sul retro e mi metto a passeggiare aspettando che questa serata finisca. 

《Wof,wof》 mi giro sentendo un cane abbagliare. 

C'è un bellissimo pitbull legato ad un albero che mi guarda abbaiano. 

《Ehi, ciao bello》 dico avvicinandomi a lui ed accarezzandogli la testa. 

A questo mio gesto lui smette di abbaiare e si mette a scodinzolare.

《Chi ti ha lasciato qui, è?! Il tuo padrone è un cattivone ad averti lasciato qui da solo, 

vero?!》Nel dirlo cambio la mia voce come se stessi parlando ad un bambino. 

Si lo so potrò sembrare idiota, ma io amo i cani.

Alle volte penso che siano anche meglio degli umani. 

Continuo a coccolare il cane finchè non mi rendo conto che forse si sta facendo tardi. 

Ritorno dentro e vado verso una stanziata in cui, appena entrate, ci hanno fatto posare le borse. 

Prendo il cellulare, ma noto che è scarico, quindi lascio la stanza e cerco nella folla qualcuno di ancora sobrio a cui chiedere l'ora. 

Impresa abbastanza difficile, dato che tutti sono o fatti o ubriachi o se ne fregano di rispondere.

Non so come o perchè, ma mi ritrovo in mezzo ad una massa di gente che balla e non riesco ad uscirne. 

Cerco di farmi spazio per evadere da quella situazione, ma due mani mi afferrano la vita, e no, non sono quelle di Andrew. Sono mani che non riconosco. 

《Ehi Bella, ti sei finalmente decisa a divertirti?》sento dietro di me la voce del tipo che poco fa aveva provato ad abbordarmi. 

Questo non vuole proprio arrendersi. Lo capisce o no che non mi importa nulla di lui?!

Cerco di divincolarmi, ma non ci riesco perché la stretta è forte. 

Mannaggia a me e al mio avere poca forza nelle braccia. Dovrei iniziare ad allenarmi. 

《Dai, stai qui con me. Ci possiamo divertire molto sai》 Cerca di convincermi.

《Lasciami idiota》dico con voce dura, ma lui non molla la presa.

Sto iniziando ad incazzarmi. Odio quando mi toccano senza il mio permesso. 

Sto per ripetere al tizio di lasciarmi, quando vengo improvvisamente liberata da quella stretta indesiderata. 

Mi giro, ma davanti a me vedo solo una schiena che mi sembra di conoscere. 

《Ti ha detto di non toccarla, non ci senti?》 Pronuncia la voce severa e, a giudicare dal tono, arrabbiata di Andrew. 

《Scusa, non sapevo fosse con te》Alza le mani e stranamente non sembra spaventato.

Andrew guarda male il tipo e le persone intorno a noi, poi si gira verso di me e mi prende il polso, ma io mi divincolo.

《Che fai?》

《Vieni con me e non ti lamentare》

Sto per ribattere quando sento di nuovo la voce del tipo 《Ehi, scusa, non volevo spaventarti, io...》Non gli lascio continuare la frase che mi giro e gli tiro un pugno sul naso. 

Lui cade a terra con il naso sanguinante e si lamenta forte per il dolore. 

《Mi hai rotto il cazzo. Mi parli anche se non voglio, mi tieni stretta con la forza e poi ti scusi per avermi spaventata? Beh mio caro, spaventato eri tu, non io. Idiota》

Mi rigiro verso Andrew e lo trovo con un'espressione che è un misto tra il sorpreso, il divertito e l'orgoglioso. 

Però torna subito con la sua espressione da duro e mi riafferma il polso per poi trascinarmi via. 

Una volta fuori camminiamo fino a fermarci davanti la sua moto. 

《Rochelle, devi smettere di metterti in queste situazioni, cazzo. Non posso sempre salvarti il culo》 

《Io non ho bisogno che qualcuno mi salvi il culo, lo posso fare da sola e credo lo abbia visto anche tu poco fa》 Dico ricambiando con la stessa rabbia che ha usato lui nei miei confronti. 

Se pensa di potermi trattare così si sbaglia.

《Si...ma...tu...ahhhhh. Sali ti riporto al dormitorio》 Mi ordina salendo sulla moto e passandomi il casco. 

《Non posso, sono venuta con la mia amica. Non la posso lasciare qua》 

《La farò accompagnare da un mio amico. Sali.》

《Andrew non credo i tuoi amici siano molto affidabili, come te d'altronde 》Alla mia frase lui scende dalla moto e si avvicina a me 

《Io non sono affidabile? Non credo di averti mai fatto del male da quando ti ho incontrato》Controbatte continuando ad avvicinarsi. 

《Sì è vero, ma non cambia il fatto che tu sei un criminale》Al che lui si infuria ancora di più. 

《Ancora con sta storia del criminale. Se pensi che io sia davvero così pericoloso perchè non ti allontani, perchè non scappi via...》 si avvicina ancora

《...te lo dico io, perchè tu non vuoi allontanarti da me, Rochelle. Anche se cerchi di evitarmi, non ci riuscirai.》Detto questo non aggiunge altro e sale di nuovo sulla moto allontanandosi da me.

Decido di non controbattere. 

Come dovrei rispondere? 

Non posso. Semplice. 

Prendo il casco che mi passa e, dopo averlo messo, salgo sulla moto. 

......................................

Siamo appena arrivati al dormitorio e lui si ferma per farmi scendere. 

Mi tolgo il casco e glielo passo.

《Dici al tuo amico di riportare Bonnie sana e salva a casa, e digli di prendere le nostre borse che sono rimaste là》

Lui annuisce e sta per partire, ma prima che lo faccia lo blocco ponendogli una domanda che mi punge da tempo. 

《Perchè sparisci sempre?》Alla mia domanda lui si gira verso di me 

《Ci sono cose che non puoi e non devi sapere. La domanda che dovresti porti è un'altra, perché poi torno? 》 I suoi occhi esaminano la mia reazione. 

《Se questa domanda avesse una risposta》Aggiunge in un flebile sussurro che riesco a malapena a sentire.

Detto questo parte veloce come un fulmine durante una tempesta lasciando dietro di sé solo un’ immensa confusione.

Non credo nelle favole    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora