CAPITOLO 21

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Io e Bi è da circa un'ora che stiamo aspettando i ragazzi. Non so proprio che fine abbiano fatto. 

Magari se ne sono andati e ci hanno piantato in asso. O forse stanno in una delle tante stanze di questa casa a divertirsi con una delle tante ragazze qui presenti. Entrambe le opzioni non mi stupirebbero. 

La cosa che mi dà più fastidio è che Andrew mi ha portata qui, in un posto che non conosco per non so quale motivo, per poi sparire nel nulla. 

Appena lo rivedrò lo prenderò a parole, così la prossima volta ci penserà due volta prima di piantarmi in asso. 

Sento uno sbuffo provenire dalla mia coinquilina che probabilmente sta pensando le mie stesse cose. 

《Io direi di andarcene》 le propongo. 

《E che diciamo ai ragazzi?》

《 Nulla. Sono loro che ci hanno lasciato qui da sole per andare chissà dove》

《 Hai ragione, andiamocene》

Detto questo recuperiamo le nostre cose e ci avviamo verso l'uscita, ma un assordante suono ci blocca all'istante.

《Cosa è stato?》  mi domanda Bonnie spaventata. 

Io a questa domanda so dare una risposta certa solo dopo che il suono si ripete.

 《Stanno sparando!》Rispondo guardandomi intorno per cercare di vedere chi sta sparando, ma senza successo perché i suoni provengono dal piano di sopra. 

In tutto questo è scoppiato il caos in casa. Gente che corre, gente che urla, gente che prende a spintoni. 

Il delirio più totale. 

La mia amica a fianco a me piange disperata per la paura. Io invece sono paralizzata, non avrei mai pensato di trovarmi in una situazione del genere. Chi me lo ha fatto fare di venire qui?!

A farmi riprendere è una mano che mi afferra il polso e mi trascina via da tutto quel caos, fuori da quella casa. 

Inizialmente non presto attenzione a chi mi sta salvando, ma riconosco subito chi è quando, una volta usciti da quel posto, ci avviciniamo alla sua moto. 

Andrew è lì, mi ha portata al sicuro o almeno è quello che sta cercando di fare. 

Mi guarda dritto negli occhi e mi domanda 《 Stai bene?》

 《 S-si, e tu?》Rispondo ancora un pò stordita dell'accaduto. 

Lui fa un piccolo sorriso《Non preoccuparti per me. Ora andiamo, dobbiamo allontanarci di qui il più in fretta possibile》 Detto questo saliamo sulla moto di tutta fretta e sfrecciamo via nel buio della notte. 

Durante il tragitto, come ormai capita fin troppo spesso, diverse domande affollano la mia mente come: Perché Andrew è sparito per più di un'ora? Dov'è stato tutto questo tempo? Perchè hanno iniziato a sparare? E soprattutto, Chi ha sparato?

 Tutte queste domande vorrei porle ad Andrew, ma so già che anche se gliele ponessi lui non mi darebbe una risposta. È fatto così, ormai lo so.

Però...e se tentassi comunque.  Dopotutto tentar non nuoce.

《Andrew》 lo chiamo sperando mi senta nonostante il forte rumore prodotto dalla fregate delle ruote sull'asfalto.

《Che c'è?》 Risponde scontroso. Iniziamo bene 

《 Dove sei stato per più di un'ora?》 Gli domando attendendo poi una risposta. Sempre se arriverà.

《Dovevo risolvere una cosa》 Risponde lui vago. 

Beh, almeno ha risposto. È già qualcosa. 

《C'entra per caso col fatto che hanno iniziato a sparare》Cerco di andare più affondo nella 

questione. 

《È per caso un interrogatorio?》 Ribatte lui, parecchio irritato, con tono accusatorio.

《No, vorrei solo sapere perchè ad un tratto mi sono ritrovata prima da sola e poi nel bel mezzo di una sparatoria》

《 Non sono cose che ti riguardano e ora basta domande》mi zittisce.

Ci rimango male per come mi ha risposto. Come può dire che sono cose che non mi riguardano se mi ci ritrovo sempre in mezzo. 

Ho il diritto di sapere, e saprò. Per il momento decido di non ritoccare l'argomento perchè non vorrei che lui si irritante ancora di più e mi lasciasse in mezzo alla strada, ma spero non pensi sia finita qui perché si sbaglierebbe di grosso. 

Ora che ci penso non riesco proprio a capire dove stiamo andando. Non una strada familiare tipo quella per Central Park o quella per il suo "posto segreto". Questa non la riconosco per nulla. 

Starò sbagliando ad affidarmi così a lui? Dopotutto tutti lo conoscono come qualcuno di pericoloso e io invece mi affido a lui come se niente fosse, perchè...beh, voglio essere sincera, non so perché o come, ma sento di potermi fidare di lui.  Lo so potrò sembrare pazza, lui è la persona di cui più dovrei avere paura e invece...e invece è l'unica con cui mi sento davvero al sicuro. 

Sì,devo essere proprio impazzita. Sento la moto fermarsi. 

Mi giro e vedo che ci troviamo di fronte un palazzo che non ha un aspetto molto rassicurante. 

《 dove siamo?》 Domando ad Andrew mentre scendo dalla moto. 

《A casa mia》questa è la sua risposta detta con molta semplicità.

Oh cavolo! Sono a casa sua?! Perché mi ha portata qui?!

Sto per chiederglielo quando lui si allontana avviandosi verso il cancello di ingresso ed io, di slancio, lo seguo non avendo intenzione di rimanere da sola al buio in questo quartiere probabilmente molto malfamato. 

Entriamo nel palazzo e ci avviamo verso la rampa di scale. Forse non c'è un ascensore, però che noia fare le scale. 

《Non fare casino. Seguimi senza fiatare》Dice lui guardandomi fisso negli occhi e tenendomi per un braccio. 

《Perchè dovrei stare zitta?》 Chiedo staccando la sua presa sul mio braccio.

《Perchè nessuno deve sapere che tu sia qui》Esclama duro e al che sbuffo annuendo.

Dopo di chè iniziamo a salire e ci avviamo verso un appartamento. 

Andrew apre la porta e di fronte a me si presenta un soggiorno abbastanza moderno in bianco e nero. A destra del soggiorno c'è una cucina con i medesimi colori e a sinistra un corridoio con tre porte, due ai lati ed una al centro. 

Ora che siamo soli decido di parlare mentre lui si toglie la giacca e la mette sul bracciolo del divano andandoci a sedere su di esso. 

《 Perché mi hai portata qui?》Damando andando a sedermi di fianco a lui. 

《Preferivi rimanere lì?》Mi risponde alzando un sopracciglio

 《No, ma potevi benissimo portarmi al dormitorio》

《 Non ci ho pensato》 scrolla le spalle lui.

《 Si certo, ed io ci credo》Dico con la faccia di chi sa che lo stanno prendendo in giro. 

《 Senti Rochelle, ti ho già detto che questi non sono affari tuoi》 Risponde alzandosi dal divano. Io lo seguo a ruota. 

《Si invece che lo sono. Da quando ti ho conosciuto è successo di tutto, ma non ho ancora avuto la minima spiegazione...》Rispondo ormai accecata dalla furia. 《...Non puoi dirmi che non sono affari miei se mi coinvolge personalmente. Quindi ti conviene iniziare  a parlare》

Andrew mi guarda alquanto stupito e divertito contemporaneamente per la mia improvvisa sfuriata. 

Subito dopo torna serio e guardandomi dritta negli occhi mi dice 《 Ok, ma sappi che poi non si torna più indietro》


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