CAPITOLO 18

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I suoi occhi sono così profondi che mi ci perderei dentro. 

Sono come una foresta in cui man mano ci addentriamo tutto diventa più scuro, la via si smarrisce e tu rimani lì, immerso in quel verde senza una via di fuga. 

Ogni volta che lo guardo mi immergo in quella natura e disperdo sempre di più la via per uscire. 

《Ehi》 un paio di dita mi schioccano davanti e io ritorno alla realtà. 

《Che c'è?!》 rispondo irritata.

《Ti eri imbambolata, che guardi?》cerca di guardare dove prima guardavo io e di capire cosa mi avesse fatto bloccare. 

Scuoto la testa e ribatto《Nulla, devo andare》lo cerco di liquidare in fretta, voglio tornare in camera mia. 

《Ok bella, ci si vede》 mi saluta allontanandosi da me e scuotendo la mano. 

Inizio ad allontanarmi anch'io, finché, entrando in una via stretta tra due palazzetti, vengo sbattuta al muro e una voce familiare mi sussurra all'orecchio《Chi è quello Rochelle?》 

Altro vizio di Andrew è sbattermi contro muri o alberi. 

La lista diventa sempre più lunga. Chissà ancora cosa si aggiungerà.

Mi rendo conto di non aver ancora pronunciato una parola, non riesco, ogni volta che apro bocca non esce nulla. Mannaggia a me. 

Cerco di ricompormi e rispondere col tono più risoluto possibile.

《E a te che interessa?》

Sono stufa del suo comportamento. 

《Rispondi》

《No, non rispondo se tu prima non rispondi a me》 gli punto le mani contro il petto e cerco di spingerlo. E riesco anche a farlo perché lui non sta forzando la presa. 

Io dall'altra parte sono presa da una forza strana che mi fa sentire più forte. 

《Non hai nessun diritto di fare così con me. Chi ti credi di essere, eh?! Mi hai rotto, mettiti il cervello in pace e capisci cosa vuoi》

Lo spintono fino a farlo poggiare all'altro muro.

Lui mi guarda sorpreso da questa mia reazione 

《Cosa voglio?....》Mi guarda, ha uno sguardo indecifrabile, non capisco. 

《.......io so cosa voglio》 

《Cosa?》rispondo aspettando una risposta chiara che però non arriva.

Arriva solo un 《Questo》 seguito dalla sue labbra che violentemente si attaccano alle mie.

Apro gli occhi di scatto non aspettandosi questo gesto, ma subito li richiudo godendosi questo bacio.

È un bacio desiderato e atteso da tanto nel profondo della mia mente, per quanto odi ammetterlo. È un bacio disperato e passionale.

Andrew bacia le mie labbra come se avesse paura che scomparissero da un momento all'altro. Ed io non posso fare altro che ricambiare con la stessa intensità. 

Vorrei respingendo, vorrei oppormi, vorrei tirargli una schiaffo e scappare via, ma non riesco, non ne ho la forza. 

Mi sento incollata a lui come se avessi addosso della colla. 

Lui non stacca mai le mani dai miei fianchi e io non stacco le mie dai suoi capelli. 

Continuo a tirarli sentendo quanto sono morbidi e al che ricevo un mugolio da parte di Andrew. 

Continuiamo così per svariati minuti, finché Andrew non si stacca da me. 

Come sempre. Invece io sono un'idiota che, anche se odio a metterlo, faccio difficoltà à farlo. 

Ogni volta mi sembra quasi di essere incollata a lui. È come se fossimo due strisce di velcro ed io fossi quella con la parte adesiva. Lui, invece, risulta come l'altra striscia che rimane attaccata solo grazie alla forza adesiva dell'altra, ma che potrebbe benissimo rimanere sola senza attaccarsi a nulla. 

Andrew ha un'espressione confusa e sorpresa al tempo stesso, come se avesse realizzato solo ora cosa ha fatto e non capisse il perché. 

Sento le sue mani staccarsi da me e vedo che lui è pronto a fuggire di nuovo via, ma le mie mani ancora fisse intorno al suo collo glielo impediscono. 

《Staccati》Ordina con tono duro. 

Non so perché, ma questa parola detta con questo tono arrabbiato mi ha fatto male. Molto male. Più di quanto voglia ammettere. 

《No》ribatto sicura

《Devo andarmene, quindi tu ora ti scolli》 cerca di levarsi le mie mani di dosso.

《No, non ti permetterò di fuggire come sempre. Ormai ho capito come funziona con te. Fai qualcosa poi te ne penti e sparisci nel nulla per giorni. Smettila di fare il bambino e affronta i problemi》Gli dico schietta. E’ ora che qualcuno gli metta la verità davanti.

《Io non faccio il bambino e non scappo dai problemi. Anzi ne affronto anche troppi nella mia cazzo di vita.》Esclama con tono duro. 

《Allora dimostralo e non scappare stavolta》Lascio la presa su di lui e mi allontano leggermente.

《Io non scappo ho detto, se non mi faccio vedere per giorni è perchè ho altro da fare…》 

Lo osservo mentre sta qualche secondo in silenzio. Sembra stia pensando a qualcosa.

Poi di colpo afferma  《Stasera ti vengo a prendere alle 19. Fatti trovare pronta》

Detto questo va verso la sua moto e mi lascia lì. 

Che cazzo ho appena fatto?!

Non credo nelle favole    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora