CAPITOLO 28

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Sono nella macchina di Bonnie e sono diretta verso il Luxury hotel che, come si può intuire dal nome, è un lussuoso hotel pieno di mobili con rifiniture in oro, piscine con luci e camere con idromassaggio e letti giganti. 

Oggi lì si terrà una festa ed io, insieme ad altri, dovrò fare da cameriera sotto ordine del mio capo.

A quanto pare uno degli organizzatori di questo evento è un suo amico e gli ha chiesto di mettere a disposizione alcuni dei suoi dipendenti per questa serata. 

Devo dire che la cosa non mi eccita proprio per nulla. Sono sicura che sarà una festa piena di ricchi che ostentano il proprio denaro. 

La maggior parte di quegli uomini si sentono chissà chi solo perché sono diventati miliardari grazie all'eredità dei loro predecessori e se ne vantano come se fosse merito loro e dei loro sforzi se ora vivono così agiatamente.

Per non parlare di alcune donne che si fanno usare come cagnolini da portare a spasso, o trofei da ostentare, e passano tutto il tempo a spettegolare tra di loro o a parlare di vestiti di marca e vacanze da sogno. 

Mi chiedo ancora oggi come fanno ad essere loro all'apice della società e non le persone che hanno sudato ciò che posseggono e, anche se è poco, ne vanno fiere come se fosse tantissimo. 

Poi mi chiedono perchè non ho fiducia nella società. 

Perchè non funziona. È sbagliata a partire dalle fondamenta. Ma non perdiamoci in chiacchere. 

Sono appena arrivata davanti all'hotel e appena scendo vengo subito intercettata da Harry che come me è appena arrivato. 

《Ciao Zoe》 dice lui, ovviamente, sorridendo. 

 Chissà se sa fare altro, oltre a sorridere. 

 《Ciao》ricambio il saluto. 

Dopodiché ci avviamo verso l'entrata e una volta all'interno del palazzo proseguiamo verso quello che credo sia il direttore dell'hotel da come da ordini a tutti.

《Quello mettilo là, non là, ho detto là》dice esausto verso un ragazzo che mi sembra estremamente confuso in questo momento. Povero lui.

《Scusi》 cerca di attirare la sua attenzione Harry, ma l'uomo non lo sente. 

《Scusi》ritenta, ma nulla. 

《Mi scusi》 Ancora nessuna risposta.

A quel punto intervengo io《SCUSI》Urlo parecchio irritata.

Così facendo lui, finalmente, si accorge della nostra presenza.

《Che volete?Non vedete che sono impegnato?!》ci risponde sgarbato. 

Ma calmati, non ti abbiamo ancora detto nulla. Neanche ti avessimo chiesto di darci in prestito diecimila euro. Una camomilla non ti farebbe male. 

《 Siamo due dei camerieri che devono servire stasera. Dove dobbiamo andare?》  Risponde gentile il ragazzo di fianco a me. 

Come fa a rispondere in modo calmo dopo come ci ha parlato? 

《Perfetto. Lungo il corridoio alla vostra sinistra, seconda porta a destra, c'è la cucina. Andate lì e fatevi dire dove sono gli stanzini per cambiavi. Aspettate che arrivino i clienti ed iniziate a servire in modo educato. Non combinate disastri o sarà peggio per voi》Dice ancora più scortese di prima. 

Questo qui già non lo sopporto. Ora gli tiro uno schiaffo talmente forte che lo faccio rinsavire, magari così si ricorda cos'è l'educazione. 

Se non gli rispondo male è solo perché questo è il mio lavoro e non ho intenzione di farmi licenziare. Ci metterei troppo a trovarne un altro. 

Trattengo i miei istinti omicidi ed insieme ad Harry faccio come mi è stato detto. 

Una volta arrivati in cucina ci vengono indicate le stanze in cui cambiarci e quindi ci dividiamo per andare a mettere le uniformi. 

Una volta entrata inizio a cambiarmi finchè la porta non si apre e io di scatto prendo la maglietta che mi ero appena tolta e la porto al petto per coprirmi. 

《Oh, scusami, non volevo. Ti ho spaventato?》 Mi domanda una ragazza entrando dentro la stanza è chiudendo la porta dietro di sé. 

《 Già》 Dico un pò scontrosa. 

《Scusa ancora, pensavo non fosse ancora arrivato nessuno. Comunque piacere, sono Lara》 

《Zoe》

Finisco di prepararmi il più velocemente possibile. 

《Allora, tu come mai sei qui》domanda mentre inizia a cambiarsi. 

《Emm…faccio la cameriera?!》 Rispondo in modo scontato. Sono vestita da cameriera quindi perché dovrei essere qui se non per quello?

《 Ah, io invece sono addetta al bar》 Si fa una coda alta.

《Bene, direi che la serata può avere inizio》 Dice iniziando a uscire dalla stanza seguita da me. 

《Forse vuoi dire l'incubo》 

《Ahahah, sei simpatica sai》 Afferra dandomi un colpetto sulla spalla. 

Uscite dalla cucina ci separiamo così lei va dietro il bancone del bar e io raggiungo Harry. 

《Ehi. Allora, mi hanno detto che i clienti arriveranno a momenti, quindi prendi un vassoio e appena iniziano ad arrivare comincia a girare per la sala》

《D'accordo》 Dico mentre mi lego I capelli in una coda. 

Non voglio rischiare che mi vadano di fronte agli occhi,finirei per inciampare e cadere atterra. Pensa che figura. 

《Ultima cosa. Appena il vassoio si svuota mi hanno detto di andare in cucina e riempirlo di nuovo》 

《Perfetto》 Detto ciò vediamo entrare le prime persone. 

Prendiamo i vassoi pronti a servire.  

Si inizia gente. 

…………………………......

  È ormai un'ora che faccio il giro giro tondo per la sala. Mi sta iniziando a girare la testa. 

《Ciao bellezza, e tu che ci fai qui?》 Mi giro e davanti a me trovo Steven che mi guarda curioso. 

Guardo come sono vestita e il vassoio che porto in mano con un sopracciglio alzato.  

《Volevo vedere cosa si provava a vestirsi da schifo e girare per una sala lussuosa con cibo costosissimo in mano》

《Davvero?!》 

 《No, sto lavorando》Ma oggi sono diventati tutti scemi di colpo? 

《 Ora ha più senso》 ridacchia. 

《Tu che ci fai qui?》

《Sono stato invitato e quindi ho pensato di fare un salto, ma non starò per molto. Odio queste feste》Dice con una faccia disgustata. 

《Ti capisco. Se non fossi costretta me ne andrei seduta stante》

Steven mi guarda 《Devi essere parecchio stanca a giudicare dalla tua faccia》 Me la indica con il dito.

《Grazie per avermi detto che sto uno schifo, comunque si, sono distrutta. Non capisco perché mi debbano far lavorare con questo pantalone pesantissimo e questa camicia e farmi  camminare per ore con questi tacchi che mi stanno uccidendo i piedi. Una volta arrivata a casa avrò così tante bolle che non potrò più camminare per settimane》 sbuffo arrabbiata. 

Steven scoppia a ridere e stranamente la sua risata mi contagia. Ma dura poco perché vengo richiamata da un tipo con un vestito elegantissimo che vorrebbe uno stuzzichino. 

《Il lavoro mi chiama. Ci si vede》mi avvio verso l'uomo e gli do cosa chiede.

Dopo aver servito il signore e altri suoi amici, giro lo sguardo e vedo un gruppo di ragazze intente a parlare tra di loro mentre guardano verso lo stesso punto e sorridono ammiccanti. 

Mi giro verso dove stanno guardando loro e ciò che vedo mi fa immediatamente accelerare a dismisura il battito. 

Che cavolo ci fa Andrew qui??

Non credo nelle favole    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora