CAPITOLO 37

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Esco dalla stanza di Drew dopo essermi lavata e vestita. 

Raggiunto il salotto, trovo i ragazzi a confabulare tra di loro. Appena mi avvicino smettono di parlare. 

《Vedete di parlare. Se pensate di tenermi all'oscuro da tutto vi sbagliate di grosso.

Vi darò una mano, qualsiasi cosa dovrò fare》 affermo sicura a braccia incrociate. 

I ragazzi si scambiano sguardi indecisi, poi finalmente Andrew parla.

《Vogliamo entrare nell'ufficio di Arkady per capire quante cose  effettivamente ha su di te》 

《D'accordo, allora andiamo. Forza》 Batto le mani e i ragazzi escono di casa.

Io resto con Drew che, appena mi muovo, mi afferra il braccio e mi tira a sé fino ad essere uno davanti all'altro. 

《Non si tratta di un gioco Zoe, è una cosa seria. Se non te la senti fatti da parte. Starei anche più tranquillo a saperti al sicuro》 

《Grazie per la preoccupazione, ma posso farcela. E comunque puoi stare tranquillo anche se sono con te. Sono abbastanza matura da non mettere a rischio la mia vita. Te l'ho detto, se le cose si complicano mi faccio da parte, ma non escludermi. Riguarda me questa situazione》Noto che il suo sguardo resta insicuro, perciò decido di rassicurarlo in un altro modo. 

Gli metto le braccia attorno al collo e, mettendo la mia testa al lato della sua, lo abbraccio. Lo tengo stretto a me e provo ad infondergli sicurezza. 

Lui mi mette le mani sui fianchi e mi lascia un bacio sulla testa. 

È ironico come io che, fino a poco tempo fa, ero disgustata dalle smancerie tra coppiette, ora mi ritrovi in questa situazione. 

Che mi ritrovi ad essere stretta tra le braccia dell'ultimo ragazzo con cui avrei dovuto avere a che fare. 

E la cosa divertente è che non vorrei essere da nessun'altra parte. 

Non scambierei queste braccia per nessun'altre. 

Non rinuncerei mai a quello che ho creato con lui ed è per questo che non permetterò ad Arkady Moore di distruggere tutto. Le mie cose non si toccano e lo capirà. 

Andrew stacca le mani dai miei fianchi e le mette sulle mie guance. 

Così facendo attacca i nostri volti e le nostre labbra. 

Ci perdiamo l'uno nell'altro per interminabili attimi nella speranza di dimenticare tutto ciò che ci circonda. 

Ogni cosa, ogni discussione, ogni problematica, viene messa da parte per fare spazio a questa unione che libera i  nostri cuori da ogni angoscia. 

Ci stacchiamo e Drew subito mi afferra la mano e mi trascina fuori dall'appartamento e poi in auto. Una volta saliti tutti, partiamo diretti verso l'ufficio di Arkady.

《Zoe, dove stiamo andando non tutti possono entrare. Mi raccomando non staccarti mai da Andrew o da uno di noi. Non andare in giro per conto tuo e fa quello che ti diciamo noi》 mi raccomanda Eli. 

《D'accordo. Esattamente come avete intenzione di fare?》 

《Una volta entrati, Eli, Eth e Ben faranno da palo per assicurarsi che nessuno entri e io e tu andremo nell'ufficio di mio padre. Oggi non dovrebbe esserci, quindi non dovremmo avere problemi. In ogni caso, se dovesse arrivare, i ragazzi ci avvertirebbero e noi usciremmo immediatamente》 mi risponde Andrew che è alla guida. 

《Tutto chiaro》 

Poggio la testa sul sedile e chiudo per un'ottima gli occhi. Appena lo faccio, però, mi si presentano davanti le immagini sognate stanotte. 

La famiglia felice, poi le lacrime, le urla, la bambina insanguinata, i sussurri dell'uomo. 

Improvvisamente mi viene la pelle d'oca, ricordando quelle mani strette ai miei polsi e le parole dell'uomo...《Non puoi sfuggire da me, ti troverò》

Non credo di aver sognato tutto ciò per nulla. I sogni significano sempre qualcosa e io devo capire questo cosa significa. 

《Siamo arrivati》 Afferma Drew dandomi un colpetto sulla coscia. 

Solo ora noto che la sua mano è stretta lì. 

Mi giro verso il finestrino e vedo un enorme palazzo pieno di vetrate di fronte a me. 

Resto un'ottima sorpresa ed Andrew lo nota.

《Per nascondere gli affari illeciti, si occupa anche di finanza ed altri commerci leciti che gli permettono di agire nell'ombra, anche se in realtà tutti sanno cosa fa, ma nessuno si permette di ribellarsi》 

《Nessuno tranne te》 gli dico girandomi verso di lui. 

Lui risponde con un sorriso e si avvicina a me per posarmi un bacio sulla fronte 《E te》 

Dopo torna al suo posto e mi osserva ancora. 

《Cosa mi fai fare Rochelle》 sussurra con voce roca. 

《Non mi ero mai comportato così, non avevo mai fatto così tanto per nessuno. Invece per te sarei disposto a tutto. Come hai fatto?》 

Arrossisco e rispondo 《Potrei chiederti lo stesso. Non ero mai stata così sdolcinata》 

Sentiamo bussare al finestrino 《Ragazzi tutto a posto, confermato che il grande capo non c'è》 Comunica Ethan. 

Io ed Andrew ci guardiamo un'ultima volta e poi scendiamo dall'auto. 

Entriamo nel grande palazzo e prendiamo subito un ascensore per salire al quinto piano. 

Appena usciamo troviamo un'enorme scrivania in cui al centro c'è una sedia con sopra una ragazza  di sì e no vent'anni che appena vede Drew si alza in piedi e va verso di lui.  

《Ciao Andrew, vuoi che dica a tuo padre che sei qui o sei venuto per me?》 Dice provocatoria mentre gli afferra un braccio. 

Ma questa chi è? Non lo vede che non è solo? È forse ceca? 

Fortuna che Drew risponde prima di me, o meglio prima che io tiri una ginocchiata a questa gallina senza piume. 

《Levati dal cazzo Caroline, non azzardarti ad avvertire mio padre è leva questa zampa di gallina dal mio braccio》 Detto questo si gira verso di me e mi afferra la mano trascinandomi con sé sotto lo sguardo scioccato e irritato della ragazza.

Goduria, pura e semplice goduria. 

Entriamo dentro l'ufficio e subito ci mettiamo a cercare. 

Andrew mi fa vedere tutti i documenti di cui mi aveva parlato ieri, ma apparte quelli non troviamo altro. 

Il telefono di Drew inizia a squillare 《Esco un secondo per rispondere tu continua a cercare》 mi dice e subito esce. 

Continua a rovistare stando attenta a non far cadere nulla e a rimettere tutto come lo avevo trovato, poi però dei nomi su un documento attira la mia attenzione. 

Trovo una piccola cartella con su scritto 

Alan e Amelda Wilson. 

Questi nomi li ho già sentiti, ma dove? 

Spinta dalla curiosità di saperne di più, infilo il documento in borsa. In quell'esatto momento entra Andrew. 

《Trovato nulla?》 

《No, niente》 

Lui annuisce, poi guarda lo schermo del telefono. 

《Dobbiamo andare, sta arrivando un amico di mio padre a prendere dei documenti》 

Corriamo fuori di fretta e furia e raggiungiamo le scale di emergenza giusto in tempo per vedere uscire un uomo tutto vestito elegante dell'ascensore. 

Per un pelo. 

Usciamo dal palazzo e torniamo a casa pronti a  mettere insieme e le idee e, speriamo, un punto a questa storia. 


Non credo nelle favole    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora