CAPITOLO 15

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Sono appena entrata nell'aula di politica. Sì, è una materia. 

Oggi sono distrutta, ho dormito pochissimo, sempre per colpa della stessa persona che ormai mi rifiuto pure di nominare, un pò come se fosse Voldemort ed io Harry Potter.

Non so che fare con lui, so che devo allontanarlo per il mio bene, ma come?! 

Non credo di poterci riuscire. 

Tutta la sicurezza che avevo ieri sera, stamattina, sembra scomparsa in un batter d'occhio.

Intanto mi limiterò ad evitarlo, se lo vedró da qualche parte, prenderó la direzione opposta. 

Così almeno manterró le distanze. 

Non ho neanche il tempo di finire il pensiero che Andrew entra in aula. 

Ma dico io, perchè deve sempre partecipare alle lezioni dove ci sono anche io?!

Non deve, che ne so, rapinare una banca?!

Sbuffo pesantemente, pessima scelta, dato che questo lo fa girare verso di me. 

Appena mi nota mi viene incontro. 

In questo momento vorrei avere il mantello dell'invisibilità o una bacchetta magica per fargli il petrificus totalus e fuggire via. 

Durante il tempo di questi miei pensieri, lui si siede dietro di me e si corica con la testa sul banco, senza rivolgermi la parola. 

Sono un pò confusa, pensavo mi dicesse qualcosa. 

Lo so, ora dovrei essere felice perchè mi sta lontano come volevo, ma...lasciamo stare.

Il professore entra in aula ed inizia la lezione. 

Dopo circa mezz'ora mi sento tirare la coda e non serve che mi giro per sapere chi sia. 

Sento un respiro caldo sul mio collo e una voce forte che mi sussurra all'orecchio 

《Non ignorarmi. Non lo sopporto》

Io non gli rispondo e di rimando lui mi ritira la coda, stavolta però togliendomi l'elastico con cui l'avevo fatta. 

《Che fai? Ridammelo》 Dico girandomi e poi allungandomi verso di lui, tentando di afferrare il mio elastico, ma lui si tira indietro ridendo. 

Andiamo avanti per un pò finchè non mi arrendo e mi rigiro tornando composta. 

Non starò al suo gioco. 

La lezione prosegue, e stranamente per il resto del tempo Andrew non mi ha infastidito in nessun modo. Forse si è stancato. 

Finita la lezione mi alzo e raccolgo le mie cose per andar via, ma prima di avviarmi fuori mi giro e noto che Andrew è già uscito. 

Pensavo avrebbe fatto uno dei suoi soliti teatrini e invece nulla. 

Mi decido ad uscire dall'aula e avviarmi verso il dormitorio. 

Non appena esco dall'edificio, noto una serie di moto con un gruppo di ragazzi vicino che ride e scherza allegramente. Tra tutti ne spicca uno, Andrew, che a differenza degli altri è serio. 

Lo vedo guardare nel cellulare e dopo dire qualcosa ai suoi amici, che diventano subito seri. 

Si girano e salgono ognuno in una moto. 

Io rimango ad osservare Andrew salire sulla moto. 

Sta facendo una semplice azione che fatta da lui sembra la cosa più seria e figa del mondo.

Mi tiro un pizzicotto. Ieri sera ho deciso che per ogni pensiero strano rivolto ad Andrew mi sarei data un pizzicotto.

Però questa tecnica non mi sembra stia funzionando molto. Altro che terapia del dolore. 

Poco prima che lui parta e se ne vada via, lasciando dietro di lui solo la polvere, però un particolare, sul suo polso attira la mia attenzione, infatti sul suo polso spicca il mio elastico azzurro. 

Non capisco perché se lo sia tenuto e perchè soprattutto l'abbia messo.

Forse sta solo aspettando di arrivare a casa per buttarlo.

…………………………….

Sono tornata al dormitorio. 

Ho bisogno di riposarmi, sono distrutta. 

Sto per andare a letto per prendermi il mio meritato riposo, dato che non ho altre lezioni per oggi, quando un uragano di nome Bonnie entra in casa come una furia. 

《Benton, lui...lui...ahhhhhhh》 dice tutto cercando di trovare il fiato per parlare e urlando alla fine. 

《Bonnie, calmati. Cosa è successo?》 Cerco di calmarla. 

Devo insegnarle a prendere la camomilla. Le farebbe bene prenderne una al giorno. Anche due.

《Benton, mi ha chiesto stasera di andare insieme alla festa di un suo amico!! Ahhhhhhhh》 

Ok, le mie orecchie non arriveranno a stasera di questo passo. 

《Ok, respira. Sono felice per te, divertiti》Dico pronta a riprendere il mio intento di riposarmi. 

《Ferma, ferma. Tu verrai con me》 Mi blocca la strada verso il mio soffice letto. 

《Cosa?? No, assolutamente no. Non verrò ad un'altra festa con te》nego categorica. 

《Invece si. Non vorrai mica lasciarmi da sola. Lui è per sempre un criminale, se mi fa del male?》Fa la pietosa. 

《Te lo sei scelta tu. Cosa c'entro io?!》Affermo esasperata mettendo le mani sui fianchi. 

So già come andrà a finire. 

《Daiiii. Ci divertiremo, per favore.》fa il labbruccio come una bambina. 

Resisti Zoe. Resisti. Resis...

《Ahhh, d'accordo. Ma non torneremo più tardi di mezzanotte. Abbiamo lezione domani》 mi arrendo alla fine 

《Yeeeeeee. Grazie, ti voglio bene amica mia》 dice abbracciandomi strettissimo. 

Perché cedo sempre? Devo imparare a dire di no. E poi, se alla festa ci sarà questo Benton allora può darsi che ci sia anche il reato della banda e quindi anche Andrew. Questo non va bene, non va per niente bene. 

Guardo l'orologio, e noto che è l'ora di pranzo, quindi mi preparo un panino veloce e mi vado a fare un pisolino, come precedentemente premeditato. 

Pisolino che diventano ore a letto, infatti quando riapro gli occhi mi rendo conto che sono le 19 di sera e, se mi ricordo bene, prima di andare a dormire Bi mi aveva detto di farmi trovare pronta per le 20:30. 

Decido di alzarmi e prepararmi per evitare di fare tardi e di dovermi sorbire il rimprovero della mia amica. 

Esco dalla camera e fuori già pronta trovo Bi che, appena mi vede, mi prende per un braccio e mi trascina fuori, dato che a quanto pare, secondo lei, è tardi. 

……………………………..

Siamo arrivati alla festa, che è in una casa enorme con un giardino ed una piscina. 

Classica villa da ricconi. 

Entriamo e la prima cosa che fa Bi cosa è? 

Ovviamente lasciarmi sola per andare a cercare il suo Benton. Che bell'amica. 

Vado verso la cucina e mi verso un bicchiere di spero quella che sia acqua.

Comincio a bere, fino a quando non mi sento prendere i fianchi da due mani forti, che ormai riesco a riconoscere. 

Per lo spavento faccio un salto e mi affogo con l’acqua. Comincio a tossire e sento una voce dietro di me ridere. 

Mi giro di scatto arrabbiata per lo spavento, scelta sbagliata, perché mi ritrovo Andrew appiccicato che ancora ridendo si abbassa per arrivare all'altezza del mio viso. 

《Non pensavo di trovarti qui》

《Ho accompagnato un'amica》Lui si guarda intorno e appena vede qualcuno smette di sorridere e mi lascia andare. 

Si abbassa all'altezza del mio orecchio e, prima di sparire via nella folla, sussurra《Stai attenta. Questo non è un posto adatto a te Rochelle》



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