EDOARDO💙

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ELEONORA POV

30 MARZO 2025

E' passata una settimana da quando ho detto a Niccolò di essere incinta. Come immaginavo ha iniziato ad essere più apprensivo del solito e la sua ipocondria ora ha raggiunto livelli mai visti. Ho cercato di tranquillizzarlo dicendogli che anche se alzo un sacchetto della spesa non succede nulla ma niente da fare, secondo lui dovrei restare sdraiata a letto tutto il giorno.

Fortunatamente oggi torno al lavoro, ho bisogno di cambiare aria ma, soprattutto, di sfuggire un po' dal mio fidanzato che è diventato troppo soffocante, ho bisogno di parlargli..non possiamo andare avanti così per i prossimi otto mesi, potrei impazzire.

Sono le 4:30 di mattina e inizio il turno tra un'ora e mezza..mi alzo lentamente cercando di non fare rumore. Al momento le nausee sono sotto controllo, ho solo un po' di vertigini ma tutto gestibile. Osservo Niccolò che dorme beato con un enorme sorriso in volto. Sfioro le sue labbra con le mie e mi dirigo in bagno per prepararmi. E' sempre stato traumatico per me svegliarmi così presto ma, da quando non sono più sola, lo è ancora di più. Questo piccolino mi sta prosciugando ogni energia. 

Mi accarezzo delicatamente la pancia e per la prima volta riesco a pensare positivo. Lui c'è, è qui con noi e lotterò con tutta me stessa affinchè non succeda nulla.

"La mamma ti proteggerà sempre piccolo fagiolino, ti amo" sussurro. E' un rito ormai parlargli, mi viene naturale ma solitamente lo faccio sempre quando sono da sola. Niccolò invece è molto più espansivo e dolce. Ogni sera, prima di addormentarci, si avvicina piano e inizia a cantargli le sue canzoni oppure bacia in continuazione la pancia ripetendogli quanto lo ama. Tutto questo lo fa rivolgendosi al femminile ovviamente, è ancora convito che sia una piccola principessa ma, il mio istinto da mamma, crede il contrario.

Mi sposto in cucina seguita da Pisolo e Spugna che, nonostante abbiano la faccia assonnata, non perdono mai occasione di starmi appiccicati. Anche loro hanno capito che c'è qualcosa di diverso in me, non mi mollano mai e ogni volta che sono sul divano appoggiano il loro musino sul mio ventre. Niccolò li manda sempre via, dice che potrebbero far male al nostro piccolo. Solitamente lo lascio fare perchè non ho voglia di discutere ma è ora che gli faccia un bel discorsetto.

Una volta essermi riempita lo stomaco torno in camera per recuperare tutte le mie cose e andare di corsa al lavoro. Come sempre sono leggermente in ritardo, questa cosa non cambierà mai.

"Piccolè che stai a fà? Perchè sei in piedi? Torna a letto" sento la sua voce roca a causa del sonno e mi giro di scatto. Mi avvicino lentamente per dargli un bacio ma sento la sua presa sui miei fianchi.

"Nì devo annà a lavoro, te l'avevo detto che oggi sarei rientrata" non sono sicura in realtà di averlo fatto, avevo talmente tante cose per la testa che può essere che mi sia sfuggito questo dettaglio. So già che ora sarà una lotta.

"Ma che stai a dì? Nun poi lavorà nelle condizioni tue, non sono li co te e se succede quarcosa a te o a lei? Non posso permetterlo, nun hai bisogno de lavorà, o sai..mi prenno cura io di voi" sbuffo e mi ritraggo da lui, è sempre stato così..non riesce mai a capire il mio punto di vista.

"Fermo Niccolò, primo sono incinta e non malata. Secondo se dovesse succedere qualcosa sono già nel posto giusto. Terzo non voglio restare a casa a fare la mantenuta, voglio lavorare e non mi farai cambiare idea" dico io con tono abbastanza duro, non gliela darò vinta, non stavolta.

"Eddaje piccolè, o sai che non saresti a casa a fà a mantenuta come dici tu. Stai a cresce mi fijo nella pancia tua, il minimo che possa fare io è occuparmi de voi" non ha intenzione nemmeno lui di lasciar perdere l'argomento. Mi dispiace Moriconi, dovrai arrenderti stavolta.

QUEL FILO CHE CI UNISCE - ULTIMO (Niccolò Moriconi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora