LA VISITA🏥

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NICCOLO' POV

10 GENNAIO 2025

Oggi è il giorno della verità. Ele dovrà andare in ospedale per farsi controllare le ferite che ha riportato ormai quasi un mese fa. Questa notte non ho dormito infatti, ero talmente agitato per i risultati che non facevo altro che girare per casa in preda al panico. 

Sono anche andato nella stanza del pianoforte per cercare un po' di conforto nella musica, fortunatamente lei non si è svegliata. Per circa un'oretta, mentre sfioravo i tasti del mio strumento musicale preferito, sono riuscito a liberare la mente e a concentrarmi sulla cosa che mi riesce meglio ma, una volta che sono uscito da lì, la realtà mi è ripiombata addosso come un camion in piena corsa.

"Amò vieni anche tu co me vè?" interrompe i miei pensieri la mia bellissima fidanzata che è intenta a mettersi la felpa..è un po' in difficoltà così mi avvicino per aiutarla. 

"Ma che domande so piccolè? Nun vedi che so già pronto?! Te sto ad aspettà!" non mi perderei per nulla al mondo la sua visita, devo essere lì per accertarmi con i miei occhi che sia tutto apposto.

Una volta pronti e, dopo esserci coperti dal freddo pungente che si è abbattuto su Roma, ci dirigiamo in auto verso l'ospedale. Nessuno parla, siamo immersi nei nostri pensieri..dopo poco sento stringermi la mano che ho sul cambio dell'auto, mi giro verso di lei trovandola a fissarmi così le rivolgo un timido sorriso. Non riesco ad essere me stesso al 100%, la paura sta iniziando a prendere il sopravvento dentro di me.

In poco tempo siamo nel parcheggio e scendo subito aiutandola a salire sulla sua sedia a rotelle. Ci dirigiamo verso l'entrata ma di colpo mi blocco. Inizio a sentire il respiro farsi corto.

"Nicco che c'è?!" chiede lei confusa 

"O sai che gli ospedali me fanno paura Eleonò, nun riesco ad entrà" 

"Vuoi aspettarmi qui? Non ci vorrà molto e dentro mi aspettano già mio padre e Giulia" scuoto la testa in segno di negazione, devo superare questo ostacolo, non posso farglielo fare senza di me, non me lo perdonerei mai.

"NO!! Mo annamo" esclamo tutto d'un fiato riprendendo a spingere la carrozzina.

Appena entriamo un odore pungente di disinfettante mi colpisce facendomi storcere il naso, noto lo sguardo sofferente nelle persone in attesa, è sempre straziante entrare in questi luoghi. Eleonora ormai è di casa infatti, ad ogni metro che percorriamo, veniamo fermati dai suoi colleghi che vogliono sapere come sta e quando tornerà a lavorare.

"Ele, quanto tempo. Ti vedo bene" è stato Luca a parlare abbassandosi per lasciarle un bacio sulla guancia. Nonostante gli sia grato per tutto quello che ha fatto per lei quando erano in missione insieme, non riesco a mettere da parte la mia gelosia infatti, gli lancio uno sguardo infuocato che lo fa subito allontanare da lei di qualche metro. Meglio mettere subito le cose in chiaro.

"Vi accompagno in reparto, vi stanno aspettando" lo seguiamo e noto che Ele è molto a suo agio con lui, ridono e scherzano come due vecchi amici di lunga data e questa cosa mi sta facendo andare il sangue al cervello ma ora, non sono qui per fare una scenata di gelosia, devo mantenere un comportamento adeguato alla situazione. Faccio dei lunghi respiri per non cercare di sbottare fin quando davanti a noi vedo Marco e Giulia.

Ci vengono incontro salutandoci ed entriamo subito nella stanza dove verrà fatto il controllo. Mi hanno assicurato che posso restare anche io per tutto il tempo necessario, mi sento più tranquillo ora. So che è in buone mani.

"Allora come ti senti tesoro?" chiede Marco aiutando Ele a stendersi sul lettino.

"Bene pà, dimme che posso inizià a camminà, nun ja faccio più" è dura per lei continuare a dipendere da qualcuno anche solo per andare in bagno anche se a me non pesa per niente questa situazione, anzi mi sento inutile.

QUEL FILO CHE CI UNISCE - ULTIMO (Niccolò Moriconi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora