12. cena da Erik

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KATIE'S POV

questo brutto bastardo, ma con chi crede di parlare? un'idiota? ancora prima che aprisse bocca era evidente che stava tramando qualcosa. delle scuse? ma per favore.. dopo le minacce che mi ha fatto neanche una settimana fa pensa che io sia così ingenua da credere che tutto quel risentimento possa essere passato. ogni volta che lo vedo e ci parlo il mio istinto omicida cresce. se continua a comportarsi così finirò in galera o in un manicomio..deve esserci di sicuro qualcosa dietro, forse sta tramando la sua vendetta, anzi di sicuro. l'importante ora è che io gli stia il più lontano possibile o mi beccherò io una denuncia di aggressione. ahhhh lo vorrei prendere a pugni fino a quando il suo bel faccino non diviene poltiglia!!! grazie al nostro incontro ho anche perso la vitalità per stasera. sono così arrabbiata che penso sputerò fuoco sulla cena di Erik! Erik.. ma perchè non posso vedere lui ogni giorno al liceo al posto di quello squilibrato.. sarei più felice di venirci!

dopo essermi sfogata con le mie amiche nel bagno, saltando l'ora di chimica, per il resto del giorno non ebbi altre brutte sorprese.. nel pomeriggio le ragazze mi prepararono per la serata fino all'arrivo di mamma. poco prima delle 19.20 scesi in cucina dove mamma stava leggendo la posta.

-ancora bollette?- dico io scherzando. sorpresa del mio arrivo mette disordinatamente la lettera nella sua agenda sul tavolino e si gira a guardarmi, rossa in viso.

-tutto bene mamma?-

-oh certo tesoro. non preoccuparti. ma guardati sei bellissima!-

è ovvio! sono ore che mi preparo. porto una gonna corta scozzese con una camicetta attillata nei punti giusti bianca e sandali alti con fiocco laterale. Beatrice mi ha fatto una treccia di lato mentre Nat mi ha truccato con matita, poco ombretto nero e mascara. mi sento perfetta per incontrare Erik.

-già. anche te non sei niente male mamma. e quel vestito viola scuro attillato dove lo tenevi nascosto?-

-nel mio armadio invisibile dove tengo i vestiti che tu non devi trovare o io non li rivedrei mai più.-dice sarcastica

-ma come? ciò che è mio e tuo e viceversa, no?-

-si, per questo non ti ho detto niente dei sandali che stai portando tu ma che ho comprato per me..-

-beccata!- dico sorridendo- dai andiamo!-

usciamo e mamma bussa alla porta dei.. non faccio in tempo a guardare sul loro campanello per sapere il cognome perchè ci apre una sorridente Leila che ci fa accomodare. la casa è uguale all'ultima volta che ci sono entrata, tranne per la tavola apparecchiata e un pò di disordine in cucina. mentre mamma fa la conoscenza di Leila io mi dirigo silenziosamente in cucina. appena entro una scena super erotica mi si presenta davanti: Erik con addosso jeans attillati neri e maglietta con un numero gigante stampato (suppongo sia di qualche squadra). Porta un grembiule con la scritta:" sono appetitoso, assaggiami". ora, vorrei tanto seguire il consiglio del suo grembiule ma sono incantata nel vederlo assaggiare con il mignolo il sugo colato dal barattolo. vedere come ripulisce con la sua lingua il suo dito, giuro mi fa surriscaldare ogni parte del corpo! erotismo in piena regola. quando si dice che un uomo che cucina è un uomo sexy. beh lo posso confermare, almeno se si tratta di Erik. essendo del mestiere si destreggia tra i piatti come un direttore d'orchestra indirizza la musica: elegante, raffinato, delicato e sensuale. ogni parte di me vibra alla sua vista. vorrei correre da lui e abbracciarlo, stampargli un bacio in bocca e dirgli: tu sei mio!

ovviamente la mia fantasia viene interrotta da mia madre che, entrando in cucina, fa attirare l'attenzione del dio greco sulla mia presenza in cucina.

-ciao- mi dice timidamente -e lei deve essere la madre di Katie.. -dice porgendo la mano a mia madre

-si ma chiamami pure Bonnie. scusa se ti ho interrotto, ma non trovavo più mia figlia..-

-non si preoccupi. Katie è venuta qui per salutarmi-

-ah già è vero che vi conoscete.-

-mamma....- dico sottovoce imbarazzata.

-si..- Erik mi guarda e sorridente dice a mia madre -stavo giusto chiedendo a sua figlia se mi può aiutare a impiattare. le dispiace se la uso come mia aiutante stasera?-

-ma no figurati! sono sicura che le fa piacere, vero tesoro?- dice sorridendo complice.

-volentieri- dico sentendomi la faccia in fiamme.

-allora io vado a parlare con tua sorella, è molto simpatica. se avete bisogno..- e se ne va in salotto.

il mio piano nello stare da sola con lui ha funzionato ma ora? mi ha beccata che lo spiavo, spero solo di non avere della bava sul viso...

-emm ciao.. scusa non volevo interromperti mentre stavi lavorando..-

-tranquilla, mi piace avere pubblico. comunque la mia offerta è valida. vuoi aiutarmi?-

-certo!- dico sorridente. mentre mi da le istruzioni come girare la pasta e lavare l'insalata riprendo il mio colore naturale.

-bel grembiule!- dico istintivamente per rompere il ghiaccio.

-grazie. me lo ha regalato mia sorella l'anno scorso quando ho iniziato a lavorare. voleva che lo mettessi a lavoro per attirare clientela, ma preferisco usarlo solo a casa-

-ovviamente..- dico guardandolo con uno sguardo complice. - dove lavori?-

-nel ristorante di mio zio, il DreamFood.-

-ah si me ne hanno parlato delle mie amiche, dicono che è molto buono.-

-beh avrai la conferma stasera-

-già.- dico sorridendo. continuiamo a parlare del più e del meno.dopo aver preparato tutto ci accomodiamo e iniziamo la cena.

-squisito! sei bravissimo Erik. vorrei che anche mia figlia fosse in grado di cucinare qualcosa, invece riesce a bruciare anche un uovo sbattuto!-

-ahahah non si preoccupi Bonnie. anch'io quando ero agli inizi ero un disastro.-

-è vero! non sa quante caffettiere ha distrutto prima che ci comprassimo la macchinetta!-

la cena passo tranquillamente e dopo il dolce la mamma e Leila si proposero di mettere in ordine dandoci la possibilità di farci una passeggiata.

-hai freddo?-

-no grazie..- in realtà sapere di essere fuori di casa sola con lui mi sta facendo andare in subbuglio il cervello dall'emozione.

-grazie per la serata Erik. la cena è stata deliziosa-

-tutto merito della mia aiutante!- gli sorrido. poi seria gli chiedo

-senti.. non vorrei farmi gli affari vostri, ma dove sono i vostri genitori?-

triste mi risponde -sono morti.-

-mi spiace tanto, scusami..-

-non preoccuparti. è successo 5 anni fa. incidente d'auto. stavano riaccompagnando mia zia a casa e un animale è sbucato al'improvviso davanti a loro.-

-accidenti. e tua zia?-

-anche lei non ce l'ha fatta.. e tuo padre? anche lui è..-

-in realtà non lo so.mia madre non ne ha mai voluto parlare. non so niente di lui. non so se è morto, se ci ha abbandonate, se è stato rapito dagli alieni,.. non ne ho la più pallida idea.-

-suppongo che questo ti distrugga.. il non sapere.-

-beh quando ero più piccola mi facevo tante fantasie, che fosse un astronauta o cose simili. quando sono diventata grande ho soltanto smesso di credere di avere un padre. non mi interessa. ormai il tempo del bisogno è passato. scusa devo sembrarti orribile..-

-no per niente. è solo il tuo modo per difenderti. ti capisco. all'epoca ero un ragazzino teppista e scontroso. dopo l'incidente pensavo che se mi fossi comportato bene forse non avrei più ricevuto una punizione simile.. -

-lo sai che non è colpa tua vero?- dico fermandomi e guardandolo negli occhi. lui sorridendomi si avvicina, mi accarezza la guancia con l'indice e con occhi dolci sussurra: -credo a ogni tua parola.- senza parole per il gesto e per la frase ricca di significato, lo vedo avvicinarsi lentamente fino a quando le sue labbra si posano sulle mie. Erik mi sta baciando! Erik mi sta baciando!!!

attrazione e fascino: una vendetta imprevedibile  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora