KATIE's POV
Come aveva detto mamma la fermata si trova proprio davanti alla scuola: una sontuosa costruzione di tre piani che da fuori sembra una prigione colorata di giallo sporco, con tante finestre e qualche decorazione rimasta appesa dopo le ultime festività. Ovviamente non mancano i graffiti nelle zone più recondite e diverse bacheche con avvisi delle varie attività extra scolastiche. Dopo aver attraversato il cortile, che è più che altro un ex parcheggio in disuso, entro dalla porta principale e vengo travolta dalla folla che si accinge ad accorrere nelle aule. Cerco invano di chiedere le indicazioni per la segreteria, quindi mi limito a seguire quei pochi cartelli posti nella tromba delle scale che mi dirigono verso una vetrata. All'interno della stanza scorgo una signora bruna sulla quarantina bassa e con qualche chilo di troppo correre dalla stampante al computer in continuazione, mentre due ragazze bionde aspettano sue indicazioni. Mi metto dietro di loro e mentre aspetto sento qualche pezzo della loro conversazione, nonostante il rumore proveniente dalle scale.
-Allora cosa è successo ieri sera?-
-Ma niente quello stronzo mi ha vomitato nei capelli.. Promettimi che la prossima volta anche se sono ubriaca fradicia non mi fai avvicinare più a lui!!- Bleah che schifo..
-Ben ti sta! Per colpa tua sono rimasta a secco ieri perché la mia preda ha dovuto riportare a casa il tuo amico! -
-Scusate signorine, ecco a voi!- Interrotte dalla segretaria le due bionde prendono i loro fogli e se ne vanno in fretta dalla stanza.
Sto per chiedere alla signora le informazioni quando questa crolla sulla sedia, pallida. Spaventata, giro intorno alla scrivania e mi accuccio accanto a lei.
-Va tutto bene?-
-O si, non si preoccupi signorina..-
-La prego mi chiami Katie. È sicura? Nella borsa ho dello zucchero per le emergenze o preferisce una caramella? O desidera che le porti un bicchiere d'acqua? Mi dovrà solo dire dove trovare il bagno perchè non sono della scuola..-
-Grazie è molto gentile, ma non si preoccupi sign.. Katie, e solo che è da stamattina le 4 che faccio su e giù.. Ora mi sento meglio, grazie ancora-
-Si figuri- Ritorno dietro alla scrivania mentre vedo la segretaria sistemarsi e prendere alcuni fogli.
-Allora hai detto di chiamarti Katie.. Sbaglio o sei la nuova trasferita dell'ultimo anno? Katrine Denis?-
-Si esatto. Mi spiace essere in ritardo proprio il primo giorno di ben..- guardo l'orologio e -cazzo sono già le 8.20!! Mi scusi!!-
-Non si preoccupi, in realtà non è in ritardo. forse non è stata avvertita, ma nei primi due giorni di scuola le lezioni iniziano alle 8.30 perchè quasi tutti hanno problemi a ricominciare con "i ritmi giusti"..- dice con un sorriso.
Ah. E io che sono impazzita d'ansia per niente... Dopo avermi dato gli orari e una mappa della scuola per orientarmi la signora Ficher (così si chiama) mi ha detto che il primo giorno il preside fa il discorso di "ben tornati" e che si terrà nel teatro.
Per fortuna per arrivarci mi è bastato seguire gli ultimi ritardatari. Entrata scopro che il teatro non è altri che la palestra della scuola. Provvista di canestri e rete da pallavolo, è grande a sufficienza per raccogliere insieme tutte le classi del liceo. Oltre alle attrezzature sportive, vi si trova dalla parte opposta all'entrata anche il palcoscenico, che si estende per tutta la parete, e l'impianto visivo e sonoro del club del teatro. Inoltre c'è nel primo piano il balcone, per la visione dello spettacolo, che si estende su due pareti.
Trovato un posto a sedere in fondo mi accingo ad ascoltare il discorso di inizio anno. Noto con piacere che anche se mi trovo in un'altra città e scuola la noiosità e monotonia del preside non viene a mancare. L'uomo sui cinquantanni, calvo e basso, parla con il microfono per farsi ascoltare da tutti, anche se ovviamente, da quel che vedo, nessuno gli da attenzione. Mentre scruto tra la folla per vedere cosa fanno gli altri, qualcosa attira la mia attenzione: dei capelli neri scuro, come la pece. Mi ricordano qualcosa, ma non capisco cosa. Poi con lo sguardo scendo sul resto del corpo.. camicia bianca... nike...
-Cazzo!!- la rossa seduta davanti a me si gira e dice: -salute madame!- la biondina vicino a lei si mette a ridere mentre io divento rossa come un pomodoro.
-Scusa non pensavo di averlo detto ad alta voce-
-Tranquilla, penso che chiunque in questa stanza vorrebbe gridare al preside Schiter: cazzo basta!- Mi metto a ridere a bassa voce per non farmi sentire mentre le due ragazze si spostano in dietro per sedersi vicino a me.
La rossa riccioluta con gli occhi verdi sembra una sirena da quanto è bella. Mi ricorda tanto la protagonista del cartone Brave, mentre la bionda ha degli occhi azzurri chiari che fanno quasi impressione. Si presentano come Natasha e Beatrice. Durante tutto il discorso del preside faccio amicizia con loro e scopro che frequentano la mia stessa classe. Che bello!
A fine sproloquio il preside ci manda nelle nostre classi. La mattina passa molto velocemente in loro compagnia. Natasha, o come si fa chiamare lei Nat, è molto esuberante e simpatica, mentre Bea è più timida e studiosa.
All'ora di pranzo io e le ragazze ci dirigiamo verso la mensa e la troviamo già ghermita di persone. Mentre attendiamo il nostro turno sento di essere osservata e guardandomi in giro lo vedo. Lui. Lo stronzo che mi fissa.
PATRICK'S POV
L'intera mattinata è stata una noia mortale come previsto. Quel vecchio bavoso di Schiter ha tenuto il suo solito noiosissimo discorso su..qualcosa. L'unica cosa interessante, per così dire, è stato vedere Mike struggersi dal dolore per la troppa vodka. In fin dei conti forse ho sbagliato a portarlo a scuola, non ho visto la tipa fangosa di stamattina da nessuna parte. In compenso appena arrivato in palestra mi si è praticamente buttata in braccio la bionda dell'altra sera. Come è che si chiamava già? Giada, Jenny... bo chissene frega. Tanto anche se non ricordo il suo nome me la darà lo stesso. In fondo sono il ragazzo più fico di tutto il liceo. Chiunque vorrebbe scoparmi.
All'ora di pranzo, mentre entriamo in mensa noto qualcosa che mi fa venire un bel sorriso sulla faccia: pantaloncini beige sporchi di fango. Eccola! Allora viene davvero al mio liceo.
La tipa mi becca ad osservarla e mi lancia un'occhiataccia che, se fossi stato un pezzo di legno, mi avrebbe incenerito. Peccato piccola che io sia di ferro e che non mi puoi intimorire con questi sguardi.
Mi avvicino alla fila e mi metto dietro di lei.
-mmm noto che hai scelto la prima opzione. Peccato, anche se è comunque un bello spettacolo-
-Che cazzo vuoi? Non puoi sparire semplicemente dalla faccia della terra! Ogni volta che ti guardo mi sale l'istinto omicida-
-A me sale altro..-
-Mi fai schifo maiale- Che gattina con gli artigli..
-Ne dubito- dico sorridendo
-Senti mi hai già rovinato la mattina. Ora visto che la cattiva azione del giorno l'hai fatto te ne puoi andare?-
-mmm no. Mi diverto così tanto con te-
-Beh io no, vattene-
- Sennò che mi fai? Mi lanci palle di fango?-
KATIE'S POV
Basta! E' la goccia che fa traboccare il vaso. Sul vassoio ho un bicchiere di aranciata. Un secondo dopo è tutto rovesciato sulla sua faccia. Scioccato credo quanto me, la sua espressione cambia in rabbia e in fine in.. cosa .. perfidia? cazzo.. Forse ho esagerato troppo. Ancora bagnato di aranciata, il tizio da come è comparso non c'è più.
Io, immobile con il bicchiere vuoto in mano e tutta, e dico tutta la mensa, a fissarmi per capire cosa è successo. Inutile chiedermelo a me, non ne ho idea.. Dopo qualche secondo di inconsapevolezza, mi ritrovo Nat e Bea accanto a me con gli occhi strabuzzati e l'unica cosa che riesco a dire è: -Ops..-
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attrazione e fascino: una vendetta imprevedibile
ChickLitUn bastardo, che si è ripromesso di non fare mai il bravo. Una ragazza che desidera solo stare tranquilla. Famiglie, amici, incomprensioni, tragedie e gioie.