56. fraintendimenti

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KATIE'S POV

-o mio dio! mi spiace così tanto..- mi dice Bea tenendomi le mani. si è seduta vicino a me per essere aggiornata. e io le ho raccontato tutto. sia le cose belle, come la confessione d'amore a Patrick, sia le brutte, come il pomeriggio con Erik.

-lo so.. mi spiace anche a me. ti piaceva così tanto Erik..-

-solo perchè pensavo fosse un bravo ragazzo e in grado di renderti felice!! e a quanto pare ho sbagliato in entrambi i casi! e io che ti ho spinta tra le sue braccia.. scusami davvero!!-

-ma per favore! non darti la colpa ora..- le dico dandole uno spintone.

-cosa succede qui?- dice Nat avvicinandosi al tavolo con il sopracciglio alzato

-abbiamo fatto pace- dice Bea sorridendomi

-non l'avevate già fatta?- chiede sedendosi dall'altra parte del tavolo.

-si ma.. diciamo che abbiamo aggiustato tutto ora.. e le ho raccontato ogni cosa- le dico. vedo il sollievo sul suo volto.

-sono contenta. finalmente le tre moschettiere riunite!!- dice battendo le mani contenta. mi giro e vedo la bibliotecaria guardarci male, allora faccio segno alle ragazze di abbassare i toni e rimetterci a studiare.

-dove sei andata?- chiedo dopo un po' a Nat

-da nessuna parte.. io dovevo fare una cosa- dice vaga tornando a studiare sul suo libro. con un'alzata di spalle cerco di studiare anch'io, ma..

boom! un tonfo sonoro fa tremare il tavolo e io, sollevando lo sguardo, vedo prima due mani appoggiate sul ripiano, poi delle spalle larghe coperte da una giacca di pelle e infine i suoi capelli neri. tiene la testa piegata mentre cerca di riprendere il respiro. deve aver corso. dopo minuti che a me sembrano essere durati un secolo, e in cui sono rimasta ferma imbambolata, lui mi guarda. l'azzurro dei suoi occhi mi trafigge oggi con la prima volta. sono furiosi, ma vedo che c'è amore e preoccupazione dietro alla sua rabbia. la maschera di indifferenza che aveva questa mattina non c'è più. ora tutti i suoi sentimenti sono ben visibili sul suo bellissimo viso. da quelle labbra, che con baci passionali hanno saputo trasmettermi l'intensità del suo amore, con un suono tra il sospiro e il ringhio mi dice:

-che cosa ti ha fatto?- il mio sorriso sparisce perchè capisco di cosa, anzi di chi sta parlando.

-chi te lo ha detto?- dico arrabbiata.

-rispondimi!- grida furioso. io mi guardo intorno e vedo che tutti quelli presenti nella sala ci stanno osservando. compresa la bibliotecaria che si sta accingendo a venire da noi. io la anticipo, mi alzo e afferrandolo per la mano gli dico

-non qui, usciamo- e lo trascino fuori nel corridoio. a quest'ora tutti sono a fare corsi extrascolastici quindi il corridoio è vuoto. io mi appoggio al primo armadietto che trovo. ho bisogno di sostegno per intraprendere questa conversazione. non mi sono preparata a dirlo ora!! lo vedo agitato

-cosa vuoi sapere?- gli dico fredda, incrociando le braccia.

-tutto. cosa è successo sabato?-

-beh immagino che se me lo stai chiedendo significa che sai già qualcosa..-

-voglio sentirlo da te-

-va bene. mi sono incontrata con Erik per dirgli che era finita tra noi, perchè ti amo.- dicendo queste ultime due parole vedo un luccichio nei suoi occhi. forse è dovuto alla stessa cosa che mi ha fatto stridere la voce nel dirle.. -mentre tentavo di trovare le parole mi ha baciato e io gli ho rovesciato della cioccolata addosso. da lì ha iniziato a comportarsi in modo strano. mi guardava freddo e mi parlava con tono derisorio. mi sono spaventata e me ne sono andata..-

lo guardo, sembra furioso. vedo le sue nocche bianche da quanto stringe i pugni. il mio cuore mi fa male a vederlo così, ma mi sento ancora ferita per il comportamento di questa mattina, quindi cerco di non farmi prendere dalla pena. continuo

-dopo di che mi sono ricordata di tutti i tuoi avvertimenti e volevo parlarne con te. ero spaventata e avevo bisogno di te, ma tu mi ha ignorata e trattato male. mi vuoi spiegare perchè?- dico sul punto di piangere. lo vedo frugare qualcosa nella tasca del jeans e tirare fuori il telefono. infine mi mostra una foto. a primo impatto non si capisce molto. c'è molto verde, presumo alberi, che coprono due figure: una che si è avvicinata all'altra. è un ragazzo. mentre l'altra persona, quella che sta baciando, è una ragazza. aspetta.. ma sono io!! siamo io ed Erik al parco. sconvolta guardo Patrick

-cosa è questa??- dico irritata

-è la causa del mio comportamento di questa mattina- dice quasi in imbarazzo

-cosa? mi hai fatta seguire?- dico disgustata da questo pensiero

-no! per carità.. mi è arrivata da un numero anonimo. non so chi l'abbia fatta.- dice grattandosi la testa

-quindi hai pensato che ti tradissi con Erik. è per questo che mi ignoravi?- dico schiaffandogli il telefono sul petto furiosa

-beh cosa altro potevo pensare? avevo la prova evidente che mi stavi mentendo ed ero troppo arrabbiato anche solo per parlarti!-

-non ti è passato per la testa che non fosse così?-

PATRICK'S POV

Se mi è passato per la testa? -io..- vorrei giustificarmi in qualche modo, ma la verità è che il mio allarme è scattato subito, non c'è stato un momento di dubbio.

-allora? non ti è venuto in mente quello che ti ho detto pochi giorni fa? che ti amo? non è servito a nulla? hai subito pensato che fossi una doppiogiochista?- dice arrabbiata continuando a punzecchiarmi con l'indice sul petto. -ALLORA??- mi grida.

-no non ci ho pensato!!!- le rispondo per liberarmi dall'oppressione che sento. vedo delusione e tristezza comparire sul suo volto

-perchè non hai fiducia in me?-dice sussurrando mentre gli occhi le si riempiono di lacrime. mi distrugge averla ferita così, sapere che tutta quella rabbia era infondata. mi odio per non aver creduto nel suo amore e in noi. mi vergogno perchè, mentre lei stava affrontando un brutto momento, io mi stavo comportando come un bambino che, anzichè cercare chiarimenti, si nascondeva.

-perdonami..- riesco solo a dirle. cerco di accarezzarle la guancia ma lei mi allontana la mano con uno schiaffo. la rabbia riprende possesso di lei

-no! non credere che ti possa perdonare con solo un cazzo di "perdonami"! non sono un cagnolino che puoi maltrattare, ma che sai che se gli dai qualche giochino torna da te!! io sono andata contro le mie amiche, contro i miei principi per stare con te. e tu alla prima cosa che non ti va a genio giri le spalle e te ne vai senza chiedermi nessuna giustificazione???- dice gridandomi inviperita

non so cosa dirle per farle capire come mi sento. -sono stato un'idiota-

-non dirmi cose che so già!!- dice asciugandosi una lacrima scappata. passano così alcuni minuti: mentre lei si ricompone tra un singhiozzo e l'altro, io cerco di trovare le parole giuste per consolarla e farle capire che la amo. poi lei dice tornando fredda

-voglio sapere una cosa Patrick- siamo appoggiati agli armadietti dai capi opposti del corridoio

-cosa?- dico con voce esausta

-perchè odi così tanto Erik?- dovevo sapere che questa domanda sarebbe arrivata prima o poi. non mi piace ripensare al passato, non le ho mai detto nulla di specifico perchè sapevo che non mi avrebbe creduto, ma ora che ha visto il vero volto di Erik.. forse capirà. quindi, dopo aver preso un lungo respiro, inizio il mio racconto.


attrazione e fascino: una vendetta imprevedibile  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora