27. cena a casa Denis

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KATIE'S POV

ma cosa?? perchè Patrick Donovick si trova nel mio salotto?

-ah già me n'ero dimenticata, la chiudi te tesoro?-

-si..- dico di rimando con l'attenzione concentrata sulla figura maschile. mia madre guarda me e poi Patrick e poi fa le presentazioni:

-Patrick questa è mia figlia Katie. lui è Patrick, oggi mi ha aiutato con la spesa.-

-non sapevo lavorassi al supermercato..- dico scettica. perchè gli ho risposto così?

-infatti non è vero. è stato un caso.- dice sorridendomi

-ma vi conoscete?- ci interrompe mia madre. volgo lo sguardo verso di lei e sorridendole le dico:

-andiamo nello stesso liceo-

-che coincidenza!- dice entusiasta. poi rivolgendosi verso Patrick  -per ringraziarti mi farebbe piacere se ti fermassi a cena.-

cosa?? a cena, io, Patrick.. ma che diavolo sta succedendo?

-no grazie sign.. Bonny - dice dopo l'occhiata di mamma -non vorrei disturbare- come è gentile con lei.

-no nessun disturbo! ti sto invitando io no? fermati. è anche quasi ora di cena.- detto ciò mia madre si confina in cucina. io sono bloccata (cosa che capita spesso ultimamente in presenza di Patrick) e mi guardo in giro. il silenzio imbarazzante viene interrotto da lui

-non sapevo che fosse tua madre. ci siamo incontrati al supermercato e non si sentiva bene. allora l'ho accompagnata a casa per sicurezza-

-grazie..- dico guardandolo per un secondo. poi per fare qualcosa poso lo zaino vicino al divano e mi siedo. lui rimane in piedi, credo che sia la prima volta che lo vedo come un pesce fuor d'acqua. si guarda in giro e ogni tanto prende una foto e sorride.

-tu e tua madre vi assomigliate molto- dice tutto d'un tratto

-davvero?- dico sorpresa

-si avete lo stesso sorriso- dice sorridendo mentre guarda l'ennesima foto. mi alzo e mi avvicino per vedere di quale si tratta. siamo io e lei al matrimonio di una sua cugina. avrò avuto all'incirca 6 anni. portavo un orrendo vestito arancione come gli altri paggetti. lo odiavo. aveva il tutù, e questo spiega tutto. sposto l'attenzione per vedere la sua espressione ed è sia serena che triste.

-com'era tua madre?- accidenti! perchè me ne esco sempre con queste frasi? lui mi guarda un po' sorpreso e poi con un sorriso dolce mi dice:

-fantastica! era la gentilezza fatta a persona. hai presente lo zucchero filato. ecco le sue parole e gesti erano come lo zucchero filato: dolci e morbidi. mi ha sempre incoraggiato a dare il meglio di me ed era sempre presente. era la mia roccia..-

nell'ultima parte il suo tono si è fatto più strozzato, ma per tutto il tempo aveva il sorriso sulle labbra. doveva volergli davvero tanto bene. così mentre mia madre ci prepara la cena noi ci mettiamo sul divano e lui mi racconta di lei. io ascolto il suo tono dolce e il cuore mi si contorce. vedo gli occhi che gli brillano mentre mi racconta di come lei gli raccontava le favole della buona notte facendo le voci strane. noto come si contorce le mani quando raramente nomina suo padre. apprezzo ogni singola risata che fa quando descrive la sua sorellina neonata. sono qui vicino a Patrick, il temuto, odiato, Patrick.. che adesso è diventato l'insicuro, triste, malinconico e fragile Patrick. inconsapevolmente poco a poco ha abbattuto la sua maschera di arroganza così che io potessi intravvedere il Patrick bambino, il Patrick figlio.

durante la cena la sua corazza non si è mostrata neanche una volta. ha parole gentili verso mia madre e sembra quasi intimorito da lei. credo che veda un po' di quella incredibile donna di sua madre nella mia. sembra così fragile. per tutto il tempo lo guardo, quasi sbigottita dalla persona che è in realtà. quando mi sorprende ad osservarlo mi sorride dolcemente. forse non è stata un'illusione quello che avevo intravisto in lui in piscina. forse è veramete un ragazzo incredibile. e forse la perdita della madre gli ha fatto solo nascondere questa parte di lui per non soffrire.

attrazione e fascino: una vendetta imprevedibile  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora