34. Torta e gossip

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KATIE'S POV

avete presente quei libri sul dolore che dicono che ci sono varie fasi che si attraversano per arrivare all'accettazione della situazione? bene.. io, non avendoli letti, non saprei dirvi con precisione in che fase sono, ma posso provare a spiegarvelo sinteticamente: non sento più nulla. ho trascorso tutto il weekend avvolta tra le mie coperte. ho mangiato poco, a mala pena mi sono alzata dal letto per andare in bagno, figuratevi la doccia.. mia madre ha provato a interagire con me, ma dopo il milionesimo tentativo ha lasciato stare. in compenso ha chiamato i rinforzi: Natasha. sotto consiglio di Sydney, grande conoscente del soggetto Katie, mi ha risvegliato dal mio letargo facendomi fare una mega maratone di film d'amore. vi starete chiedendo: perchè questo genere che ti ricorda lo stato pietoso della tua vita? semplice.. per due giorni ho potuto piangere ininterrottamente su storie e tragedie non mie, ho potuto sfogarmi senza infierire ulteriormente su me stessa, ho potuto distrarmi dal mio dramma per concentrami su quelli di personaggi inventati. così alla fine di questi due giorni sono vuota: finite lacrime, fazzoletti, film sdolcinati...

lunedì mattina, vedendomi allo specchio e notando che potrei tranquillamente interpretare un fantasma in una rappresentazione teatrale senza trucco, decido di non andare a scuola. ovviamente, essendo iniziata la settimana mia madre è andata a lavorare, quindi io mi aggiro per la casa da sola senza fare niente. avete presente quella sensazione? vuoto. ti guardi in giro e non riesci a trovare niente da fare. leggere? faticoso. tv? niente di interessante. musica? non sono dell'umore. anche restare a letto è una scocciatura. mangiare? il mio stomaco è chiuso da venerdì quindi non posso neanche abbuffarmi per disperazione. che palle! la cosa positiva di questo stato di trans è che non sento più il dolore. credo che se mi buttassi col bunji jumping da una rupe sbadiglierei dalla noia.. approfitto di questo indolenzimento per ripensare razionalmente alla situazione. bisogna ammetterlo: sono stata un'idiota. per solo poche azioni gentili e qualche sorriso dolce sono riuscita a dimenticarmi del suo vero essere: bastardo, egoista, vendicativo. cretina! cosa posso fare ora? devo dimenticarlo.. questo è certo. ma come? la risposta arriva attraverso la mia porta.

tutto ad un tratto mentre contemplo il soffitto dal divano del salotto sento bussare. controvoglia mi dirigo alla porta e ci trovo...

-Erik?- dico sorpresa

-ehi ciao- dice tra il timido e l'imbarazzato

-che ci fai qui?- dico un po' rude

-tua madre ha detto a Leila che non sei stata tanto bene in questi giorni. visto che ero a casa ho pensato di vedere se stavi meglio..- dice guardandomi dalla testa ai piedi. non che ci sia niente di attraente da vedere. anzi.. sono con i pantaloni del pigiama rosa chiaro e un felpone blu con la scritta " FUCK YOU" in giallo. beh che dire.. è un avvertimento..

-grazie per la preoccupazione. sto...- cosa posso dirgli. bene? male? uno schifo? la mia scelta ricade su una semplice alzata di spalle. che faccia da solo la fatica di interpretarlo.

-capito..posso entrare?- chiede cortesemente. io da vera donna di casa l'ho tenuto per tutta la conversazione sull'uscio di casa con la porta mezza aperta.

-certo.. ti avviso però non sono molto di compagnia..- dico riluttante aprendogli la porta e spostandomi. mi sorpassa sorridendomi. si guarda in giro e poi va in cucina. lo seguo. posa una busta che non avevo notato sul tavolo.

-cos è?- dico indicandola

-un rimedio contro le cattive giornate..- dice facendo il vago e mettendosi a cercare qualcosa nei cassetti.

-che cerchi?- chiedo prima che mi apra tutti gli scompartimenti.

-forchette e piattini..- dice sorridendomi. glieli indico con il dito. vi ho già detto che sono diventata pigra? si bene.. finalmente, dopo aver preso tutto l'occorrente, tira fuori dalla busta una scatola quadrata, la apre e al suo interno trovo qualcosa che risveglia il mio stomaco assopito: una torta al cioccolato, panna e fragole!!! deve aver notato gli occhi sgranati e la bava alla bocca perchè sorridente mi dice:

attrazione e fascino: una vendetta imprevedibile  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora