22. rabbia e confusione

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KATIE'S POV

mi sono bloccata. non so come fare, cosa dire. vederlo entrare tranquillo dalla porta di ingresso mi ha sorpresa, sconvolta. non mi aspettavo di vederlo stasera. in realtà non pensavo neanche a lui. questa cosa mi ha colpito. cosa diamine ci faccio qua? a una festa con Patrick? la stessa persona che senza motivo a tirato un pugno a un ragazzo fantastico, che mi ha aiutato mentre Patrick mi derideva, colui che mi ha sollevato il morale mentre Patrick mi maltrattava, manipolava e mi minacciava. perchè mi ritrovo dalla parte sbagliata? con il ragazzo sbagliato? perchè ho permesso che un pomeriggio potesse farmi dimenticare le malefatte  che mi sono state inferte? perchè sono diventata debole? Patrick mi sta trasformando in una persona diversa: aggressiva, impulsiva, sprovveduta. una persona che non riesce più a vedere il giusto. è ora che io dica basta. che faccia finire questa falsa. senza controllo di me mi ritrovo davanti a loro due a dire: basta!

-Katie..- mi guarda Erik. sembra.. deluso? beh anch'io lo sono, di me stessa

-katie-  guardo Patrick.  sembra preoccupato dalla mia reazione. 

-voglio tornare a casa!- dico. sembra la richiesta di una bambina piccola.

-ti accompagno- dice subito Patrick

-no!- dico. non riesco a guardarlo in faccia. non riesco a guardare in faccia nessuno dei due

-ti porto io.- suggerisce Erik. posso sentire lo sguardo di fuoco che gli lancia Patrick.

-no.. grazie lo stesso- gli dico gentilmente. in fondo sono io in torto, non mi aspetto parole gentili anche se so che me le dirà. lui è gentile.. che merda che sono!

-allora come vuoi andarci scusa?- dice Patrick. sembra che si stia arrabbiando. bene! torna ad essere il solito Patrick, così non mi sentirò in colpa per tutto questo.

-non lo so.- detto ciò esco dalla casa. non riesco più a sentire e vedere niente, ne la musica, ne i ragazzi ubriachi. vorrei solo essere a casa ora! passo davanti alla moto di Patrick, sento una fitta al cuore. la sorpasso. mi fermo per cercare di ricordarmi da che direzione siamo arrivati, ma avevo gli occhi chiusi. posso ancora sentire il corpo massiccio a cui ero abbracciata un paio di ore fa. accidenti!! prendo il telefono in mano e faccio scorrere la lista dei contatti. chi posso chiamare? è tardi. è quasi mezzanotte. se chiamassi mamma sento che potrei scoppiare a piangere e non voglio farla preoccupare. 

-ti accompagno io- sussulto sorpresa. mi giro e c'è Mike. 

-io..- non so che dire. 

-tranquilla ho bevuto poco. la mia macchina è quella- dice indicandomi un pick up nero. 

-okay.- sono stanca, voglio solo andare a casa. dopo essere salita e avergli dato l'indirizzo cala il silenzio tra noi. guardo fuori dal finestrino la città. è silenziosa, buia, oserei dire triste, ma forse questo è dato solo dal mio stato d'animo.

-lui ci tiene a te- dice tutto ad un tratto. mi volto a guardarlo. continua: -lo so che non sembra, ma  ha avuto solo tante batoste e per lui è difficile ora mostrarsi per quello che è davvero.-

-e cosa è?- si ferma al semaforo rosso, si volta a guardarmi e sorridendo dice: -un bravo ragazzo-

un bravo ragazzo. di tutti gli epiteti che gli abbiamo dato io e le mie amiche questo non ci è mai passato per la testa. ma forse oggi sono riuscita a scorgerne un pizzico.

-cosa è successo tra lui ed Erik?- dico spinta dalla curiosità. Mike sospira e torna a guardare la strada

-questo non posso dirtelo io. non è la mia storia. però vorrei che tenessi in conto che ogni storia ha diversi punti di vista. per giustizia è meglio che consideri anche il suo quando dovrai decidere.-

decidere? di cosa parla? non faccio in tempo a chiederglielo perchè arriviamo davanti a casa mia. scesa dal pick up, lo ringrazio e mi dirigo verso la porta di casa. prima di andare via Mike mi grida dalla macchina:

 -dagli una possibilità. se lo merita- 

 PATRICK'S POV

sono arrabbiato. no, sono infuriato! vorrei picchiare chiunque e distruggere tutte le cose a tiro. invece rimango fermo, a fissarlo. colui che mi ha rovinato la vita, che mi ha tolto ogni cosa buona, la persona che odio di più al mondo. è qui di fronte a me. perchè è dovuto venire a rovinare anche questa serata? stava andando tutto bene tra me e Katie. poi si presenta lui e lei scappa via. non voleva neanche guardarmi in faccia! tutto questo tempo cercando di creare qualcosa con lei... gli è bastato un secondo per portarmi via tutto! sento che Mike mi dice qualcosa prima di uscire ma io non recepisco niente. la mente è concentrata sul desiderio di spaccargli la faccia! dopo quelli che sembrano anni dico furioso:

-sparisci dalla mia vista prima che ti riduca in brandelli!- so che senza Mike le possibilità di trattenermi sono scese allo zero per cento. basta un parola sbagliata

-va bene, ma non abbiamo finito di parlare- mi dice serio. si gira ed esce dalla casa. deve aver capito che rischiava. per una volta è stato giudizioso, o forse il suo naso si sarà ricordato dell'ultima volta. sento che intorno a me la folla, che si era radunata per assistere alla scena, si sta spargendo. peccato che non accada anche con la mia rabbia! per sbollirmi prendo di mano a uno un bicchiere di birra e me la scolo in un solo sorso. dopo aver guardato un'ultima volta nella direzione da cui è uscito mi dirigo verso la cucina. voglio ubriacarmi e dimenticare tutto. come se fosse possibile..

KATIE'S POV

per fortuna il giorno dopo è un sabato quindi non devo rivedere Patrick tanto presto. mia madre non dice niente riguardo alla festa, credo abbia intuito che non è andata tanto bene. beh è un eufemismo se la mettiamo così! è stata uno schifo. anzi all'inizio è stata anche divertente, è il finale che.. posso sentire ancora 2 paia di occhi verdi e azzurri che mi fissano increduli. sono rintanata sotto le coperte e sono le 13.15. non ho dormito niente, non ho fame. non ho la forza neanche di alzarmi. le ragazze hanno provato a chiamarmi per sapere della serata, ma non me la sento. avere la consapevolezza di aver sbagliato tutto, il desiderio di poter tornare indietro e cambiare tutto mi stanno distruggendo! sento per l'ennesima volta il telefono squillare. mi è arrivato un messaggio. solo per scrupolo mi metto a vedere chi è. 

vediamoci tra 20 minuti al parco vicino alla fermata. Erik

cazzo! mi metto a sedere velocemente, come se la posizione possa cambiare il testo del messaggio.. cosa vorrà dirmi? non vorrà più vedermi? mi dirà che sono una stronza e una bugiarda. in fondo è quello che sono. mi merito di essere sgridata da lui. non sono stata onesta . è giusto che sia arrabbiato con me. ed è giusto che voglio esserlo con me presente. gli scrivo un "okay" e mi preparo. prima di uscire mi guardo allo specchio. le occhiaie e la faccia pallida si intonano con i pantaloni da yoga neri e il maglione dei Chicago Bulls. sembro una scappata di casa. riflette come mi sento: spaesata. con uno sbuffo esco e mi dirigo da Erik. 


attrazione e fascino: una vendetta imprevedibile  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora