Capitolo 11. Non sospettare di me

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Quando siamo davvero noi stessi,

tante persone si allontanano, ma questo

crea lo spazio necessario affinché possano

arrivare le persone giuste.

Hermann Hesse

STELLA

Io e Madison ci dirigiamo verso la sua macchina.

Ho un milione di cose da chiederle dopo quella scenata tra lei e Jack, sembra quasi che mi nasconda qualcosa e voglio indagare.

Intanto Simon, Liam e Alex ci guardano le spalle nella macchina dietro di noi e dopo esserci salutati ci siamo ripromessi di rivederci al campus, dopotutto le lezioni cominceranno a breve. Hanno chiamato il loro autista essendo che Jack andandosene si è ripreso la sua macchina.

"Allora, piccola teppista, vuoi dirmi qualcosa?"

Indossa gli occhiali da sole e fa la finta tonta. "Che cosa?"

È perspicace abbastanza da capire al volo ciò che ho da dirle.

"Quando lo hai conosciuto?" La incalzo e per poco non va a sbattere con la macchina. Si morde il labbro, cerca di far finta di nulla. Poi confessa.

"Come hai fatto a capirlo?"

Bingo. "Perché lo squadravi come se ti avesse dato fastidio un suo atteggiamento passato e perché quando l'hai visto davanti al ristorante eri più sorpresa del dovuto e non solo perché sia un bel ragazzo". Sorrido trionfante.

"Forse perché si era appostato nel nostro soggiorno di notte e mi ha fatto prendere un infarto!"

Non capisco. "Spiegati meglio, in che senso appostato?"

"Sono tornata a casa da lavoro e credevo fosse un ladro, era al buio e ho cercato di scappare, quando mi ha sentita ha acceso le luci e con tutta la presuntuosità di questo mondo pretendeva delle risposte da me e non mi aveva neanche detto come si chiamasse, che scortese".

Tipico suo. Jack non apprezza la sua presenza qui, ha validi motivi per farlo. "Oh, sì, quando gli ho chiesto di portarmi il mio computer che avevo lasciato a casa. Scusa, Madi. Devo ancora abituarmi al fatto di avere una coinquilina e avrei dovuto avvisarti". Le sorrido e lei sorride a me.

"Non preoccuparti, però è scostumato. Hai sentito che interrogatorio mi ha fatto?" Sembra indignata, è carina quando è infastidita, corruga la fronte e fa le smorfiette.

"Non lo fa mai con nessuno, strano. Forse gli piaci". Per la seconda volta fa bruschi movimenti con la vettura. "MADI, sto per scendere dalla macchina se continui così". Mi reggo alla portiera e alla cintura.

"PIACERGLI? Semmai mi odia e mi bullizza anche. E poi neanche a me piace, è antipatico. Non lo voglio come guida turistica al college. Me la caverò da sola".

"Devi cercare di capirlo, ha un carattere misterioso e già, un po' superbo. Ma ti assicuro che ha un cuore". Le faccio il gesto del cuore con le mani.

"Vedremo, altrimenti sarò io a spettinargli quei bei capelli che si ritrova". Quello sicuramente, la mia vendetta gli sarà servita fredda. I miei capelli sono sacri quanto le mie borse. Però non mi sfugge un dettaglio.

"Scusa, hai detto bei capelli?" La mia amichetta si è presa una cotta per il cattivo ragazzo.

"Si, no beh... volevo dire che si sono carini ma niente di che. Non m'importa. Quando iniziano le lezioni?" Si sistema gli occhiali da sole sugli occhi cercando di cambiare argomento.

"Tra forse una settimana, neanche ricordo bene. Ma prima c'è il ballo! Dobbiamo scegliere dei vestiti. Comunque, ormai ha accettato di accompagnarti per il college quindi non si torna indietro. Sei contenta?" Mentre parcheggia sotto casa nostra poggia la faccia sul volante facendo suonare il clacson.

"Estasiata".

SIMON

"Quindi siamo tutti d'accordo sul fatto che questo pranzo è stato piuttosto strano?"

Quel folle ci ha lasciati a piedi e abbiamo dovuto chiamare il nostro autista; quindi, rompo il ghiaccio perché so che tutti fremiamo dal parlare di quello che è accaduto.

Alex puntualizza. "A me sembrava che si odiassero senza apparente ragione e che lui facesse di tutto per infastidirla. So che non la vorrebbe qui e pensa tutte quelle cazzate sui nostri genitori e quant'altro, ma alla poveretta ha tartassato di domande".

Liam interviene offeso. "E il conto pagato, invece? A che gioco sta giocando? A noi che conosce da una vita il pranzo non l'ha mai offerto".

"Sinceramente? Non ho idea di cosa dire". Cerco di far svegliare il cervellone che è in me ma i suoi comportamenti sono stati a prescindere misteriosi, figuriamoci questi ultimi. Insomma, la fissava di continuo. Capisco che si preoccupa per la nostra incolumità e ritiene che non dovremmo stare con nessun altro all'infuori di noi, ma diamine, sembrava volesse spararle e per poco non le rideva in faccia.

"Cosa nascondono?" Chiede Liam.

"Sicuramente non ci dirà nulla cocciuto e riservato com'è. Quel ragazzo neanche sotto tortura rivela i suoi più intimi segreti. Neanche se siamo i suoi amici di una vita e abbiamo condiviso di tutto. Dalle cose belle alle tragiche". Sottolinea Alex.

"A proposito di cose tragiche, oggi è l'anniversario della morte del fratello di Derek Stanford" ricordo. "I giornali riportano articoli e ci sarà una cerimonia al campus. Non credo sia il caso di presentarci".

"Certo che no, Simon. Se andremo scateneremo solo un pandemonio. Per caso i loro detective privati hanno compreso chi è stato ad ucciderlo?"

Alex ha un tono di voce leggermente teso, perché tutti noi sappiamo di cosa stiamo parlando.

"No, non sanno ancora nulla. O se sanno, noi sappiamo chi ha fatto in modo di cancellare ogni prova sulla faccia della Terra che sia stato lui". Dico.

Il figlio di uno dei nostri principali nemici in affari è stato ucciso misteriosamente, la famiglia da quel giorno non fa altro che battersi per cercare la verità. Tutte le loro accuse sono rivolte verso di noi, soprattutto nei confronti del nostro amico quasi mai presente e sempre impegnato sul posto di lavoro. Se dovessimo presentarci la sua famiglia potrebbe cercare di ammazzarci, non che non sappiamo difenderci, ma potrebbero rimanere feriti innocenti. È meglio stare alla larga.

"Guardate il lato positivo. La bruna è qui da poco più di una settimana e non sospetta nulla, dire che facciamo progressi". Dice Alex.

"Immagino di sì, è meglio che non scopra nulla. Potrebbe finire in guai seri quanto noi. Lasciamola ignorante su tutto. Non deve essere messa in mezzo ai nostri problemi e i nostri genitori non sapranno della nostra nuova conoscenza. Le guardie del corpo hanno giurato di non dire niente a nessuno, lei non noterà che ci seguono. Sanno fare il loro lavoro".

"D'accordo, Simon. Ma mettiamo caso dovesse scoprire qualcosa di particolare su di noi. Che facciamo?" Liam fa un'osservazione sensata, alla quale però non so dare una risposta al momento. Ci siamo assunti un grande rischio, ce ne stiamo subendo ogni responsabilità.

Sospiro. "Io prego solo che torni in Italia tutta intera".  

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