Capitolo 53. Una di noi

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Odio e amo. Mi chiederai come faccio a fare ciò. Non lo so e mi tormento.

Catullo

STELLA

Sono seriamente preoccupata.

Non risponde, non reagisce. Sta piangendo ma non emette suono, è seduta sul divano e non so cosa fare o che diavolo sia successo.

"Io chiamo un'ambulanza".

"Aspettiamo ancora. Madison, ci senti? Che cosa è successo?"

"Ci sono io, Madi. Per favore, rispondimi".

Io e Simon l'abbiamo trovata vicino alla porta della sua stanza forse in preda ad un attacco di panico. Ho controllato fra le sue cose in cerca di medicinali ma non ho visto nulla. È in questo stato da circa venti minuti e mi trovo in difficoltà. Se le dovesse essere successo qualcosa di grave e io non ero con lei, mi ammazzerò.

L'ho lasciata ieri sera con Jack e pensavo fosse in camera sua a dormire, poi stamattina non ho controllato nella sua stanza per non invadere la sua privacy.

Per una volta che ho una vera amica, lascio che muoia di infarto. Sono una persona orribile.

"Simon, è tutta colpa mia. L'ho lasciata..." sto per piangere e mi sento impotente, lei è mia amica e sento di non averla aiutata. Forse è sconvolta, spaventata, vuole andare via? Qualsiasi cosa sia non so che fare.

"Stella, è in stato di shock. Non è colpa tua. Hai visto se manca qualcosa? Magari ha visto un ladro ed è rimasta sconvolta".

"No, no! È tutto in ordine! Sto impazzendo perché non so che diavolo fare". Mi metto davanti al suo viso e la guardo negli occhi ma lei non c'è, non c'è la mia Madi.

"Madison, ti prego. Dimmi cosa devo fare".

Lei alza gli occhi, finalmente un segno di vita. Sussulto.

Tira su con il naso. "S-Stella, sei tu?"

"Madi, sono io. Sono qui. Mi dispiace da morire". L'abbraccio. È il minimo che possa fare. Mi dispiace per qualsiasi cosa le sia successa. È distrutta.

"Ehi, avventuriera". Simon si avvicina con cautela e le accarezza il viso. "Come stai? Vuoi un po' d'acqua?"

"Non riuscivo a parlare". Dice con una vocina innocente e spaventata.

"Ucciderò chiunque ti abbia ridotto così, Madison. Lo distruggerò fisicamente e socialmente. Creerò un abominio e..."

"Non è necessario". Mi guarda e non capisco perché parla in questo modo.

"Ti va di raccontarci cosa è successo?" Dice Simon.

Lei gioca con il suo ciondolo con una piccola farfalla e stringe la coperta che le abbiamo messo addosso.

"Ditemi ciò che sapete su Jacob".

Rimaniamo sconcertati da quello che ha detto per decine di motivi. Numero uno, non lo sopporta. O meglio, credo. Numero due, che diavolo le interessa ora Jack? Numero tre, è stato lui a ridurla così? Lo ucciderò.

"Madison, cosa ha fatto Jack?" Simon sembra teso quanto me, una domanda del genere non viene posta a caso. Dopotutto, ieri sera erano soli.

"Ho bisogno che rispondete, per favore. Devo sapere". Ci guarda e sembra disperata. "Lo so che tutti voi e le vostre famiglie nascondete segreti e io non posso vivere nell'ignoranza. Come vedete, lui mi ha già uccisa in parte cambiando personalità in maniera repentina ma non vi dirò nello specifico cosa è successo. Ogni volta che sento parlare di voi escono nuove informazioni, specialmente su di lui. Ora voglio sapere la verità. Nel dettaglio, però".

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