Capitolo 49. Non andare al falò

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Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso,

perché in verità non s'era mai saputo.

E lei conobbe lui e se stessa,

perché pur essendosi saputa sempre,

mai s'era potuta riconoscere cosi.

Italo Calvino

MADISON

"No, Stella. Non sono sicura di andarci. Non mi sembra il caso dato che sei in questo stato confusionario e instabile".

Quando si mette in mente qualcosa è quasi peggio di me.

Sta cercando di convincermi ad andare in uno dei falò più gettonati dell'anno da parte degli studenti del college e non sono sicura che troveremo signore con una tazza di caffè a parlare di libri.

Contando anche ciò che mi è successo la mia prima volta in un locale qui a New York: per poco non ci fu un omicidio di massa a colpi d'arma perché Stanford mi ha messo le mani addosso. E poi non voglio incontrare di nuovo quella gente e chissà chi altro, ma Stella è affranta a dir poco e vuole distrarsi. La verità è che non sono una persona che tende ad andare in luoghi affollati e so che l'obbiettivo di Stella non è quello di una probabile ubriacatura e magari anche qualche pomiciata con un tipo figo. Lei è molto rispettosa di sé stessa, ma non l'ho mai vista così giù di morale quindi mi aspetto di tutto.

Non posso permettere che esca in questo stato, non posso davvero. Ma lei, potrebbe fare l'avvocatessa per la capacità di persuasione di cui è dotata.

"Madi, ne ho bisogno. Devo distrarmi. Lo so che non è il tipo di posto dove ti piace stare e sei turbata per quello che è già successo, ma ho bisogno di distrarmi. Sto davvero morendo chiusa in ufficio con mio padre e le sue regole. Ti prego, sai quello che mi è successo. Ti sto pregando e non lo faccio mai. Non dirlo agli altri, ci ucciderebbero ma non mi importa, non mi importa più di nulla ormai".

"Ma sai che in qualche modo lo scoprirebbero. Potrebbero andarci anche loro a questo falò!"

I ragazzi ci vietano di andare in luoghi in cui potrebbero vederci insieme o prendermi di mira a meno che non siamo con loro. Stella sa difendersi, io no. Quindi preferiscono accompagnarci, ma al momento sono chiusi in una riunione con Simon tutti faccia a faccia per interrogarlo sul suo tradimento e altre cose.

"Credi che Simon ci andrebbe perché non gli importa di me e vuole provarci con altre ragazze?" Mi guarda con degli occhioni enormi e dorati. "È stato davvero lui il ragazzo che ho amato?" Si mette le mani sul viso e mi sento distrutta solo a vederla.

Non riesco a credere che Simon abbia potuta tradirla, infatti fino a quando avrò le prove non ci crederò. Sono tutti al campus e non sapranno che siamo andate, la mia era solo un'ipotesi che li avremmo trovati, ma non mi sento sicura ugualmente. Soprattutto perché se dovesse succedere qualcosa sarebbero capaci di barricarci in casa. Le guardie del corpo segnalerebbero a loro la nostra posizione quindi dobbiamo cercare anche di congedarle e nasconderci da loro ma sarà impossibile.

In ogni caso non riesco a vederla così. Ed essendo particolarmente empatica non posso fare altro che accettare.

"Non faremo tardi, non berrai tanto e non farai sesso con nessuno. Chiaro?" Sono consapevole che probabilmente sto facendo un'idiozia, ma non so che altro fare. Sta piangendo da troppo tempo e stava per avere un attacco di panico. Per un po' si è tenuta in forma e produttiva ma l'amore gioca orrendi scherzi ed è quello che temo succeda a me.

Che sarà mai questo falò, cerchiamo di essere positivi.

"Ok, va bene" tira su con il naso. "Vado a prepararmi". Si alza e va in camera, con un passo debole e stanco. L'opposto della sua compostezza quotidiana.

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