Capitolo 34. Voglio la verità

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Chi combatte con i mostri deve guardarsi attorno

dal non diventare egli stesso un mostro. Se guarderai a lungo

in un abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te.

Friedrich Nietzsche

ALEX

Rimaniamo qualche istante fermi perché nessuno sa che cazzo dire o fare.

La verità è che a quella brunetta stiamo iniziando ad affezionarci e ci dispiace aver visto quanto sconvolta fosse. Quel coglione di Derek le avrà fatto il linguaggio del cervello e Stella sta impiegando tutte le sue forze per non crollare disperata sul pavimento. Jack ha portato via Madison lasciando nelle mie mani le chiavi della sua auto e mentre Simon regge Stella sui fianchi io e Liam procediamo davanti a loro verso l'uscita. L'aria è gelida e in macchina di Jack accendiamo subito il riscaldamento. La Maserati è già sparita.

Parte del viaggio è particolarmente silenzioso e ci stiamo dirigendo verso casa di Stella e Madison.

Qualcuno finalmente rompe questo dannatissimo silenzio.

"Ho... ho perso la mia unica amica". Stella trema come una foglia e odiamo vedere la nostra sorellina in queste condizioni, anche se mai si lascia vedere in questo stato quindi la situazione è grave. Sono al volante vicino a Liam mentre nel sedile posteriore Stella inizia a consumare le sue lacrime, anche lei stordita.

"Shhh, piccola. Vedrai che risolveremo tutto. Madison ha bisogno di metabolizzare, è vero. Ma ci ascolterà, vedrai. Vuoi venire a riposare nel campus con noi?" Simon cerca di rendersi disponibile ma non credo sia abbastanza al momento.

"No", tira su con il naso. "Non voglio lasciarla da sola e ci parlerò subito". Abbraccia ancora di più Simon e piagnucola nell'incavo del suo collo. Lui è distrutto nel vederla in questo stato.

"Stella" intervengo. "Sarebbe successo prima o poi, almeno da una parte potremo risolvere subito la faccenda e spiegale la situazione sperando che ascolti invece di renderla ignara per tutto il tempo che passerà qui con noi. Forse è anche meglio, così ci togliamo il pensiero. Giusto ragazzi?"

Alla mia domanda c'è il silenzio tombale, anzi, l'unica cosa che il mio orecchio riesce a sentire è un singhiozzo di Stella.

"Non so, fratello" Liam interviene. "Aveva una faccia a dir poco sconnessa".

Stella emette un gemito e si soffia rumorosamente il naso.

Simon bisbiglia. "Ehm, ehm. Liam. Non credo sia il modo di incoraggiare Stella".

"Che vuoi che ti dica? Una cazzata? Se al momento non sta facendo le valigie o è pazza o è pazza lo stesso. Nessuno può digerire delle informazioni del genere; eppure, Stanford non le ha detto niente di che in confronto alla quotidianità che viviamo".

"AAAAAHHHH". Stella piange rumorosamente e Simon sembra disperato a vederlo dallo specchietto retrovisore.

"Taci, Liam. Per amor di Dio". Simon inizia ad essere nervoso. Se la sua 'luce' non brilla, diventa anche lui oscuro.

"D'accordo, sto zitto. Ma sapete essere la verità e avete sentito che ha detto Derek. La ragazza non so perché, ma aveva già dei sospetti". Si mette a braccia conserte.

"Non so Liam, forse perché la gente caccia torce e forconi quando ci vede? Speravamo fosse stupida a non notarlo ma a quanto pare non è così". Accelero la macchina. Comincio ad essere stanco, stasera è stata lunga e non ce la siamo goduta per nulla. "Se Madison vorrà ascoltare la nostra versione, allora le parleremo. Altrimenti non so cosa dirvi".

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