Capitolo 27. Sono pericoloso, non starmi vicino

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Mi capirai quando ti farà male l'anima come a me.

Frida Kahlo

STELLA

Credevo che Jack fosse un buon tutor, invece ha lasciato allo sbaraglio Madison.

Da una parte è comprensibile perché lui non è il tipo per queste attività; infatti, mi ha stupito quando è addirittura venuto a prenderla senza aver neanche avvisato. 

Eppure, perché quando sono venuta a prenderla era decisamente volenterosa di tornare a casa? Come se avesse lasciato la piastra accesa e avesse paura che prendesse fuoco il tutto. Io sento che la vicinanza con Jack non le stia facendo bene, come lui stesso da quando lei è entrata a far parte della nostra vita ha iniziato ad assumere comportamenti insensati e non da lui. È sempre stata una persona misteriosa, indipendente e che adora la solitudine. Tutta questa necessità di stare attaccato a Madison non me la spiego e voglio sapere cosa sta tramando, cosa fanno quei due insieme. Jack non fa mai nulla a caso e questo mi preoccupa, perché come non voleva che io avessi una nuova amica nella squadra sono sicura che sta cercando un modo per sbarazzarsi di lei. Il punto è che Madison è testarda e sono due caratteri che difficilmente vanno d'accordo, eppure quando si guardano è come se esplodesse qualcosa o in ogni caso la chimica tra loro si percepisce a vista d'occhio. Forse è quello che sta succedendo a Jack, sta sperimentando nuovi sentimenti per la prima volta in vita sua e non sa come spiegarseli, giustificandoli con delle motivazioni assurde. Madison invece ogni volta che le parlo di ragazzi diventa indignata come se l'avessi insultata, inizio a sospettare che sia successo qualcosa nel suo passato che le ha causato una sorta di trauma con i ragazzi. Indagherò. Entrambi avrebbero tanto da condividere e magari potrebbero trovare delle soluzioni insieme se solo ammettessero entrambi cosa stia succedendo. Io lo vedo negli occhi della mia amica, qualcosa c'è e non serve nessun tipo di addestramento per capire quando i sentimenti sono nell'aria. La cosa che mi preoccupa però, è che non rendendosi conto di cosa sta provando Jack potrebbe mettere in gioco metodi estremi e finire per spaventarla in qualche modo così che se ne vada. In questo modo non dovrebbe preoccuparsi più né delle strane emozioni che sta provando, né del fatto che i nostri genitori si accorgano della nuova presenza nel gruppo e noi torneremo alle nostre vite normali che comprendono solo noi cinque e un mucchio di lavoro illegale. Madison è furba quanto lui e io sono sicura che abbia già dei sospetti su di noi e questo mi preoccupa terribilmente, perché se è vero che ha notato situazioni sospette e sta affrontando delle ricerche personali, ho paura che possa scoprire qualcosa prima di quanto pensassi. Se è così, non credo proprio che vorrà essere ancora mia amica.  

JACK

Forse Stella non le ha spiegato in maniera abbastanza esaustiva la regola 'non puoi avere rapporti sociali con nessun altro che non sia un membro della squadra'.

Specifico, lei non è e non sarà mai un membro della squadra. È solo un dannato impiccio e per il bene mio e della squadra deve esse 'eliminata'.

Perché con tutti quelli con cui poteva parlare, Derek Stanford era l'ultima persona con la quale lei dovrebbe avere rapporti. Perlomeno fin quando dovrò subirmela fra noi.

Non troppo tempo fa ci fu una cerimonia per commemorare la misteriosa morte del fratello a cui io e i miei fratelli non ci siamo presentati per motivi ben precisi e segreti. Se si fosse avvicinato un millimetro di più a me si sarebbe ritrovato sulla sedia a rotelle. E io, tiranno dispotico quale sono, ci avrei provato puro piacere.

Agli occhi del paese sono il 'signor Torres' e non appena Stanford disse quella parola non potei a meno di vedere lo sguardo confuso di lei. È abbastanza perspicace da aver notato la reazione di Derek quando si accorse di me, insieme a quella di tutti coloro che mi hanno visto al college

Inizialmente non volevo che scoprisse il mio nome, in questo modo non avrebbe capito in maniera precisa chi sono tramite delle ricerche sulla mia persona e io mi sarei divertito nel suo atteggiamento di sfida nei miei confronti, essendo che nessuno si permette neanche di guadarmi in faccia sapendo chi sono. Ma lei non è della zona e questo mi ha permesso di nascondermi ai suoi occhi e per poco tempo è stato divertente siccome è la prima volta che mi capitò una tale sfida nei miei confronti.

Poi ha iniziato a sfidarmi un po' troppo. E adesso conosce anche il mio cognome.

Il mio lavoro, il tipo di vita che conduco, la tipologia di fama che mi descrive farebbero in modo che lei si allontani all'istante se è abbastanza intelligente e se tiene alla sua vita. Ma ho i miei dubbi non essendo riuscita a spaventarla mentre le mie guardie davanti a me picchiavano un uomo. Dunque, mi chiedo fin dove potrei spingermi per terrorizzarla sul serio.

Ho fatto in modo di cancellare la maggior parte degli articoli su internet che mi avrebbero causato problemi con l'FBI o altri corpi di polizia, specialmente in un episodio in particolare che ha riguardato proprio gli Stanford. Ma se è capace di cercare in maniera proficua e se troverà informazioni, avrà ancora il fegato di guardarmi negli occhi se scoprisse quello che faccio?

Nonostante ciò che comporta la mia vita, per la prima volta mi sono sentito normale.

Lei è una persona che non ha la minima idea di chi io sia e che non abbassa lo sguardo quando mi vede, non mi supplica di non toglierle il lavoro, non teme che possa avere una pistola nella tasca del cappotto. Gli unici che riescono a gestire ciò sono i miei fratelli, per il semplice motivo che da tutta la vita condividiamo la stessa e identica afflizione familiare che ci porta ad essere i temuti del paese. Eppure, lei non sa che sono coinvolti loro tanto quanto me. Lei non sa che le nostre famiglie gestiscono scopi all'unanimità.

Quando lei con quegli occhioni osa sfidarmi, totalmente ingenua di ciò che potrei farle... Dio, mi manda fuori di me. La cosa che mi destabilizza è che lo adoro.

Adoro vedere come la rendo nervosa e come pensa di riuscire a non darmi l'ultima parola, o come mi rende il tutto difficile. Mi sento divertito e talmente attratto da questo fatto che a stento mi riconosco. Farla agitare a causa mia, senza avere paura di come potrei reagire è stato un bel passatempo. Fino ad ora.

Ero davvero convinto che lei fosse una spia in incognito che volesse manipolarmi, ma non ho trovato informazioni su di lei a riguardo. Nessun addestramento militare, nulla. Da questo capisco che c'è qualcosa sotto ancora più diabolico e lei riesce a destabilizzarmi senza alcuno sforzo. Sono stato addestrato dalla mia famiglia per essere rigido ed attivo di fronte al pericolo, distaccarmi dai sentimenti e ad eliminare distrazioni. Ma questo, qualunque cosa sia, non l'avevo previsto.

Non importa perché adesso farò in modo che sappia nello specifico chi sono, anzi lo scoprirà lei stessa. Una volta che sarà terrorizzata dalla mia vicinanza, deciderà di andarsene una volta per tutte e queste sensazioni preoccupanti che avverto spariranno. Qualsiasi cosa significano.

Eppure, il pensiero di lei lontana da qui, non mi tranquillizza come speravo.

La vicinanza ad uno come me, a noi, è un gioco terribilmente pericoloso. Anche lei incontrandoci potrebbe aver commesso un errore a cui l'ho indotta ancor di più io dopo che ho accettato di farle da guida al campus. E al momento non riesco a darmi una spiegazione del perché lo abbia fatto.

Spero non paghi le conseguenze della sua vicinanza a noi e se dovesse aver effettuato ricerche per scovare informazioni su di me avendo degli ovvi sospetti, spero percepisca la gravità del pericolo e decida di andarsene.

Per il bene della sua incolumità. 

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