Capitolo 48. Vi ho scoperti

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Ho dovuto morire un paio di volte per

imparare a dare valore alla vita, e quando parlo di

morire non parlo di cessare di esistere.

Ci sono situazioni che uccidono il tuo spirito e muori se respiri.

Mario Benedetti

STELLA

Non mi sembra possibile che stia succedendo. Ci sono alcune situazioni che non riuscirai a ritenere reali. Specialmente quando i tuoi migliori amici, che si detestano e si scontano, che si sono minacciati con coltello e fucile e che ritengono l'un l'altro un problema, siano appiccicati contro il mobile della cucina ad un passo dal baciarsi. Praticamente al buio. Tra l'altro, qualcuno ha anche sfondato la mia porta.

Sì, direi decisamente avvincente questo film.

"Ma che diavolo succede qui?"

Jack si è messo sul viso la sua maschera indifferente ma Madison e la sua trasparenza non sono capaci. Ha le guance arrossate visibilmente ed è imbarazzata. Jack è dietro di lei, mentre si mette le mani nel cappotto fingendo noncuranza.

"Ha fatto scattare l'allarme, sono venuto a controllare. Sto andando via".

Risponde in maniera distaccata e diretta ma se credono che sia nata ieri si sbagliano.

"Ho notato che sia scattato l'allarme, direi che l'hai controllata a sufficienza, Jack. Sai anche che sapore ha la sua lingua, ora?"

Ora mi ucciderà, però improvvisamente sono troppo elettrizzata di ciò che sta succedendo tra questi due. Tutti questi incontri nascosti... beh, finalmente possono urlarsi addosso a letto.

"Diciamo che ci ero quasi-"

"Non è successo niente, stava andando via" dice Madi interrompendolo per un pelo. "Io, ehm... ti stavo preparando una torta".

"Il mio compleanno è ad agosto". Dico.

"Non deve essere per forza il tuo compleanno".

"Si è fatto tardi, vi lascio ai vostri impegni". Jack finge l'indifferenza nei confronti di Madison e le passa di lato come se nulla fosse andando verso la porta. Gli blocco il cammino.

"Stai molto attento con lei" bisbiglio minatoria. "Ha sofferto abbastanza e se le torci un capello ti faccio fuori".

"Non preoccuparti, siamo ottimi amici". Sorride e quel sorriso malefico lo conosco benissimo.

Mi sorpassa ed esce dalla porta. "Ah, Stella" mi dice. "La porta era già così quando sono arrivato". Mi fa l'occhiolino e si dilegua.

Prima o poi, lo strangolo.

Adesso pensiamo alle cose serie. "Ehm, ehm. Madison? Non farmi quella faccina davanti a quella torta perché per quanto sia stata dolce non mi corrompi". Mi siedo sul divano accavallando le gambe. "Avete fatto sesso?"

Sputa l'acqua che stava bevendo. "Gesù, ma se sono vestita e sono anche sporca di farina. Qualcuno dovrebbe essere disperato se ci dovesse provare con me in questo stato".

"Non me la bevo, io voglio sapere che succede. Stavate per baciarvi".

"Shhh" si mette le mani sulle orecchie. "Hai visto male, stava per ammazzarmi in realtà. Menomale che sei arrivata in tempo".

"Fai schifo a cacciare scuse". Le dico con una pernacchia.

"Giuro che non stavamo facendo niente di legale, no... cioè volevo dire illegale. Lui è venuto e..."

"È venuto e tu per l'emozione che fosse qui hai sfondato la porta".

Sbatte le palpebre più volte. "La porta era già così quando sono arrivata".

"Va bene, se non vuoi dirmi niente vado in camera, non sono di ottimo umore".

"Ma non dormiamo insieme stasera? Sei sicura?" Mi chiede.

So a cosa si riferisce, è stata gentile ad ospitarmi nella sua stanza. La notte mi sveglio piangendo, sto ancora metabolizzando ciò che mi è successo su colui che credevo essere l'uomo della mia vita. Invece, lo vedo baciarsi con una delle nostre peggiori nemiche. Non solo ora ama lei, ma se volesse forse abbandonare la squadra per passare nella parte che riteniamo avversa? Ho chiesto ai ragazzi di lasciarmi i miei spazi per un po' e non parlarne, almeno Jack non ha insistito ma lui di queste cose non ne parla a prescindere. Forse ha semplicemente ammazzato Simon.

Ha cercato di contattarmi più volte o entrare in casa ma le guardie lo hanno fermato e ha utilizzato molti mezzi come elicotteri per raggiungere il mio piano di appartamento. L'ho ignorato.

Prima o poi forse dovrò affrontare l'argomento con lui, ma non ne sono neanche sicura. Non sono sicura più di nulla e questo dolore chiamata incertezza di me stessa si dilegua nel petto fino a farmi crollare e piangere. Madison viene verso di me, cerco di convincermi che io sia pronta a dormire da sola e che riuscirò a stare lontana dai miei incubi. In realtà ho bisogno di qualcuno, una spalla, un'amica. Non ho più la mia metà e se non fosse per lei... chissà che fine avrei fatto. Scoppio in lacrime sfogandomi come ogni sera dopo aver mantenuto una maschera per tutto il giorno. Dopo una buona ora passata in questo stato, Madison mi rimbocca le coperte nel suo letto e cado nel sonno stringendole la mano. 

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