Capitolo 7. Uomo nell'ombra

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Mi piacciono le cose semplici.

Se mi chiami per sedermi sul

marciapiede e parlare con te, io arrivo.

Madison Bianchi

MADISON

"BAMBINA MIA, SEI QUI". Dico correndo verso l'uscita del palazzo di casa.

Oggi è 12 agosto, è passato già qualche giorno da quando ho messo piede nella città dei miei sogni e sono riuscita a ripescare la mia macchina.

Lucida, pulita, motore che istiga potenza e ruote gonfie. Perfetta. L'agenzia come promesso l'ha spedita a domicilio e sembrerebbe intatta se non più pulita.

Ho passato queste giornate a conoscermi con Stella e abbiamo fatto lunghissime passeggiate per la città. La serata si concludeva con film, gelato ed entrambe a dormire con la bava alla bocca.

Mi sono già affezionata a Stella perché è gentile, in gamba ed ambiziosa. Ho avuto occasione di conoscerla bene, scoprendo le sue passioni come trucchi, borse ma anche un affetto per gli scii e i film anni Novanta. Ridiamo a crepapelle ed anche i suoi amici 'giganti' sono simpatici. Ci uniamo a loro per delle merende al bar oppure ci fanno visita a casa. Noto che citano spesso questo amico di cui non ricordo mai il nome che non ancora conosco, ma dicono che dovrebbe aiutarmi ad orientarmi al college e fare lezioni con me. Inizia con la J o qualcosa del genere. La prima sera che mi hanno incontrata avevano promesso di invitarmi a mangiare fuori in un posto a sorpresa; infatti, domani mi porteranno al ristorante e sono contenta che li conoscerò meglio.

Sono tutti gentili e disponibili, hanno l'area di essere brave persone. Presto cominceranno le lezioni e ad anticiparle ci sarà il famigerato ballo scolastico americano. Ho contattato anche un'agenzia per modelle con cui dovrò fare un colloquio e il tirocinio inizierà tra un paio di mesi.

Sono felice e ne sono consapevole. A dire la verità, però, c'è qualche dettaglio sospetto che ha catturato la mia attenzione: ogni tanto noto che Stella non vuole farmi sentire delle sue telefonate. Ne sono sicura perché una volta la stava chiamando un contatto con un numero straniero e subito ha preso il telefono davanti a me andando a rispondere nell'altra stanza in maniera affrettata. Notai che fece di tutto pur di non farmi orecchiare la conversazione. Poi noto che in giro parla con degli uomini robusti, alti e in divisa nera mentre sono distratta. Anzi, sono quasi sicura che questi tizi ci seguono. Mi sembra di vederli quando passeggiamo per la città e appena mi giro per ricontrollare se sono gli stessi volti di sempre, magicamente si dissolvono nel nulla. Non ho ancora chiesto a Stella spiegazioni, magari mi sto sbagliando ad essere sospettosa. Ma mi sento spesso osservata, come se fossero incaricati di tenerci d'occhio. Saranno paranoie. Stella è così gentile, magari sono suoi amici. Un po' strani.

"Stella, vieni a vedere la mia macchina". Le urlo mentre esco di casa.

"Oddio, oddio. Dove? Dove sei?"

"Vieni, scendiamo e la vedrai".

Usciamo in fretta e furia dall'ascensore e sbuchiamo fuori dal palazzo ed eccola. La mia bellissima -e molto sudata- macchina dei sogni con cui Stella avrà l'onore di viaggiare. Anche se dagli abiti che indossa, il telefono e la struttura generale della casa direi che è evidente la sua prospera situazione economica. Eppure, mi torna in mente il fatto che non ha chiesto molti soldi per l'affitto della casa, quindi, sarà stato un semplice gesto di gentilezza da parte sua. Credo.

"MADI, ma è..." è stupita anche lei. Hanno tutti questa espressione quando la vedono.

"Si! È bellissima ed elegante. Vero?" Saltello e batto le mani.

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