Capitolo 63. Tanti auguri, leader!

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L'amicizia è certamente il miglior balsamo

per le piaghe di un amore deluso.

Jane Austen

MADISON

La mattina non era mai stata così dolce.

Sarà il suo sapore che ho in bocca, sulle labbra. Infatti, le tocco per accertarmi che quei baci siano stati veri e sento un lieve bruciore su di esse. Ricordo che sono a casa di Alex, ricordo cosa è successo la notte precedente. Il lato del letto vicino a me è vuoto, ma sento dell'acqua che scorre proveniente dal bagno. Una parte di me vorrebbe entrare ma non voglio invadere la sua privacy. Sul comodino vedo il mio quaderno con sotto la lettera e prego che non l'abbia letta.

Ne approfitto per ultimarla e scrivere le ultime frasi, adesso ho decisamente l'ispirazione giusta. Poi prendo una busta che mi sono portata con me e scrivo il destinatario sulla carta celeste che mi ricordava i suoi occhi quando l'ho acquistata. Ci lascio un bacio sopra e cerco un posto dove potrà trovarla. Mi guardo intorno. Vedo i suoi vestiti, il suo cappotto. Mi sembra l'ideale.

Prendo la sua giacca ed è piuttosto pesante, come se contenesse degli oggetti all'interno. Poi mi ricordo che sono nascoste delle pistole e ho timore di toccare qualcosa di sbagliato.

Nella tasca esterna infilo la lettera e la chiudo. Giusto in tempo prima che sento l'acqua cedere. Mi guardo allo specchio e le mie condizioni non sono il massimo avendo i capelli scombinati e le labbra a dir poco gonfie. Però mi sento felice come non mai e questa sensazione è una delle migliori che abbia mai provato in vita mia.

Poco dopo la porta del bagno si apre e inizio a sudare freddo.

È. Completamente. Bagnato.

Indossa. Solo. Un. Asciugamano. Che. Gli. Copre. La. Vita.

I capelli sono umidi. I suoi occhi al mattino sono splendidi e limpidi.

Mi sorride e si avvicina a me, sgocciolando per terra ma non se ne cura affatto. Quasi un metro e novanta di perfezione.

"Ti ho svegliata?" Mi cinge con le mani calde e mi bagna fianchi.

Faccio di no con la testa. "Sai, ho sempre sognato di avere il colore dei tuoi occhi. Ma guardarlo è nettamente superiore".

Mi guarda con una tale intensità che per poco non crollo. Le sue labbra sono gonfie come le mie e potrei essermi fermata a guardarle un secondo di troppo perché sbuca una deliziosa fossetta sull'angolo destro. "Non ne hai mai abbastanza, vero?"

Sgamata.

Faccio di nuovo 'no' con la testa. "Per niente. E tu?"

Si inumidisce le labbra già bagnate. "Mi piacerebbe rifarlo".

Si avvicina al mio viso e mi bacia. La mia camicetta che indosso diventa bagnata a contatto con il suo petto gocciolante e sono consapevole che a causa del tessuto fine ora è come se fossi nuda.

Poi, all'improvviso, bussano alla porta.

Mi allontano leggermente ma blocca la mia nuca e continua a baciarmi senza preoccuparsene. Sorrido contro le sue labbra e lui fa lo stesso.

Poi però bussano ancora, più forte. Emette un gemito di disapprovazione e mi allontana leggermente. "Tranquillo, vado io". Mi stacco da lui ma mi blocca ancora prendendomi la mano.

"Non lascerò che qualcuno ti veda così. Però..." mi scruta attentamente. "Sei uno spettacolo".

Abbasso il volto seguendo il suo verso il mio petto e... accidenti, come pensavo. Mi copro con le braccia il petto abbastanza visibile sotto la camicia e mi metto una felpa. Lui segue ogni mio movimento studiandolo nel dettaglio.

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