Capitolo 91. Urlo di Munch

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Quei giorni perduti a rincorrer il vento

a chiederci un bacio e volerne altri cento.

Fabrizio de André

STELLA

"Say you'll remember me. Standing in a nice dress. Staring at the sunset, babe!"

La. Mia. Cantante. Preferita.

Io sono una super fan di Taylor Swift e questa è senza dubbio la mia canzone. Costringo Simon ad ascoltarla nonostante lui preferisce suonare la chitarra. Madi preferisce band come gli Arctic Monkeys quindi uno stile decisamente diverso, ma la macchina è mia, di conseguenza, scelgo io la musica.

"Sei emozionata per la partita?" Dico mentre mi pulisco gli occhiali da sole.

"Stella! Metti le mani sul volante!" Dice impanicata.

"Uh, che noia che sei. Sappi che sono abituata a fare molto peggio. In ogni caso, sei emozionata o no?" Stiamo andando al campus per vedere Madison per la prima volta in azione sul campo. I ragazzi sono già lì nel loro appartamento, nonostante ora lo utilizza solo Alex con Liam che gli è venuto a fare compagnia siccome Jack convive nella sua reggia con Madison e Simon viene a dormire con me. Non immagino i calzini e le mutande di Alex e Liam sparsi per casa visto che non c'è più Simon addetto alle faccende domestiche, altrimenti la povera signora delle pulizie si prenderebbe una sorta di attacco cardiaco nel vedere la casa sotto sopra. Jack non ha mai adorato molto l'idea di vivere sotto lo stesso tetto di più persone e in spazi decisamente più piccoli rispetto alla sua reggia, infatti non era nell'appartamento praticamente mai. Solo quando lui doveva placare i suoi 'istinti umani' con Clara. Jack decise di prendere questa scelta di diminuire gli spazi e compiere questo sforzo di trasferirsi al college per passare meno tempo possibile a contatto con i suoi genitori nonostante abbia le sue stanze private. Ora che non ci sono più ne ha decisamente approfittato. Immagino che si stia divertendo con Madison.

"Non hai una bella cera, hai usato la maschera che ti ho dato?" Le chiedo.

Si tocca il viso e mi guarda preoccupata. "Certo che le ho usate. Perché?"

"Sembra che non dormi da mesi" giro il viso verso di lei. "Dormi la notte, Madi?"

Inizia ad annuire ma noto le sue guance arrossarsi. Beccata. "Certo, dormo come un sasso".

Emetto una risatina. "Vuoi davvero prendermi in giro? Anche io faccio quello che fai tu la notte con il mio ragazzo, ma almeno metto un po' di fondotinta o correttore, cara".

Si mette a braccia conserte. "Non mi piace truccarmi".

"Fammi un sorriso, dai. Devi essere carica per la partita!"

"Mi guarderanno tutti, ormai sanno chi sono e non mi sento a mio agio. Soprattutto perché Jack mi osserverà".

"Tiferà per te e sarà fiero, ne sono sicura. Stai facendo tirocinio con lui?" Le chiedo.

"Sì e devo dire che è sorprendentemente preparato. Prima non veniva spesso al college perché diceva che non aveva bisogno delle lezioni e doveva lavorare, da quando stiamo insieme però non se ne perde una". Noto che sorride e si copre le labbra con le dita, che dolce bimba innamorata.

"Pianeta Stella chiama Madi, siamo arrivati". Le dico parcheggiando davanti alla sede principale del college, con ragazzi che si affrettano ad entrare vestiti con i colori della scuola, bandiere e trombette.

"Ho l'impressione che siamo leggermente in ritardo". Nota lei.

"Perché nelle serate il meglio arriva sempre più tardi. Io non rimango come un palo ad aspettare gli altri. Fatti desiderare nella vita, cara".

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