Capitolo 85. La sinfonia della nostra storia

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Facevamo finta di niente. Ma avevamo trovato le stelle,

tu ed io. E questo capita una sola volta nella vita.

André Aciman

JACK

Da quando ho sei anni le mie mani hanno imparato un nuovo linguaggio.

Le parole escono attraverso dei suoni, le dita si muovono in base all'intensità e al significato delle parole. Qualche volta mi cimento nella scrittura di brani, segretamente. Dunque, per lei ne ho scritto uno.

L'ho iniziato a comporre qualche giorno dopo il 12 agosto, il giorno in cui la vidi per la prima volta. Sì, perché da quel momento il cuore ha emesso il suo primo battito da quando sono su questo mondo e io non conoscevo la sensazione di avere un'anima nel petto, quindi me ne spaventai. In queste dieci pagine di spartiti c'è tutta la nostra storia. Le discussioni, i bisticci, gli affronti e le sfide con i nostri sguardi. Ma anche la nostra prima volta, il ritmo dolce delle nostre rispettive confessioni, i baci e i sorrisi. Tutto a ritmo di note musicali, scritte solo per lei.

Il pianoforte è nella mia stanza, spazioso nero e lucido davanti alle enormi vetrate che mostrano le luci notturne su New York di questo sei novembre.

Il suo compleanno non l'ho mai dimenticato, è da settimane che pianifico tutto questo. Come ho pianificato le protezioni in casa sua, guardie del corpo che non sa la seguono, un tetto sicuro dove vivere. Da quando l'ho incontrata, è diventata il mio obbiettivo di vita.

È sempre stata la dolce farfalla che mi hanno mandato dalle stelle.

Una farfalla azzurra che si è posata sul cuore del cattivo.

Lei non aveva mai fatto caso allo strumento, dopotutto la stanza è vasta e ho fatto in modo che fosse abbastanza nascosto. Lei è seduta a fianco a me sul divanetto morbido in pelle, guarda le mie dita ferme sui tasti come se fossero il quadro più emozionante di una mostra.

Poi alza lo sguardo verso di me. Lucido, illuminato dal riflesso delle luci.

Gli occhi sono la massima espressione dell'anima umana e lei non ha idea di tutto quello che ne fuoriesce dai suoi. Sono estasiato da questi occhi, sono fortunato che guardino me con tutte le stelle che contengono.

Inizio a muovere le dita, prima aumentando il ritmo ripercorrendo nella mia mente il nostro primo turbolento incontro ma che mi strappò il mio primo vero sorriso, poi la volta in cui la salvai e rimanemmo abbracciati su un albero, quando lei si mise davanti a me dopo che mi puntarono diverse armi addosso. Quanti momenti in questi pochi mesi.

Lei poggia la sua testa sulla mia spalla delicatamente, noto che a volte alza lo sguardo verso il mio viso e le sorrido staccando un attimo gli occhi dalla tastiera. Non sa quante volte fino a tarda notte ho provato questo brano per lei, non sa che tutte le giornate in cui non riuscivo a vederla le passavo a contrattare con avversari politici e in affari affinché la lasciassero viva avendola presa di mira, non ha idea delle volte in cui ho rischiato la vita per lei.

Onestamente? Posso benissimo morire anche stanotte, ma sarei felice sapendo che lei potrà continuare la sua vita. Ha così tanto da dare al mondo, io la guarderei dall'alto entusiasta.

Il brano è quasi finito, si asciuga qualche lacrima e il suo piccolo naso tira sempre su.

Una volta finito, non smette di guardare le mie mani. Poi le sfiora con le dita, mi accarezza. Io credo di star leggermente tremando, perché questo è il mio modo di comunicare e le ho rivelato il mondo.

Ora sono totalmente scoperto come non mai.

Lei nota il mio tremolio, si mette a cavalcioni su di me portando il mio viso nell'incavo del suo collo mentre lei inizia a baciare il mio e ad accarezzarmi i capelli.

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