Capitolo 84. Empire State Building

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Non assomigli più a nessuno da quando ti amo.

Pablo Neruda

MADISON

La serata è piacevole.

Il locale scelto da Stella è singolare: ha luci led ovunque, un rialzo sul pavimento con dietro un grande schermo per il karaoke e vari tavoli con sgabelli dove dal grande bar servono panini e bevande a volontà. Non è affatto il luogo super lusso dove mi hanno portato la prima volta, ma un luogo con le giuste persone per non sentirsi gli occhi addosso e io apprezzo che lo abbiano fatto anche per me, per non farmi sentire a disagio al sicuro. Però uno sgabello è ancora vuoto.

Ormai sono le nove di sera e di Jack non c'è traccia. 

Mando delle occhiate ad Alex che mi fa dei sorrisi di rassicurazione, poi però guarda gli altri e ogni tanto qualcuno prende il telefono per controllare. Ho visto di sfuggita gli schermi, hanno mandato migliaia di messaggi alla stessa persona: il mio -credo- ragazzo con cui non parlo da un po'.

Non ci siamo scritti, perché entrambi siamo fatti così. Ma a me manca da morire e anche se non lo do a vedere sono in agonia. Stella fa di tutto per farmi stare bene, conosce il personale del locale e sono dei ragazzi davvero simpatici. 

"Madison, che ne dici di un po' di karaoke? Devo sgonfiarmi da questo panino".

"Uhm, guarda... aspettiamo ancora un po'". Le dico. Ora non ho voglia, credo neanche dopo. Non mi sento dell'umore. Questo sgabello vuoto vicino a me mi angoscia.

"Beh, se non andate voi vado io". Dice Liam.

"Per amor del cielo!" Simon si mette le mani ai capelli terrorizzato all'idea.

"No! Madi, ti trascino con la forza. Andiamo! Hai sparato a decine di uomini e ti spaventa un palco con un microfono? Vieni". Mi prende dal braccio e non so da dove venga tutta questa sua forza. Mi fa male la sua stretta.

Arriviamo davanti al DJ che saluta Stella. "Cara Stella, ogni tuo desiderio è un ordine".

"Michael, One of the girls di The Weeknd, per favore". Risponde lei con gli occhi dolci. "E due microfoni, animiamo un po' la serata".

Il ragazzo ce li porge e inizia a proiettare la canzone sullo schermo dietro di noi.

Questa è una delle mie canzoni preferite, il ritmo mi ricorda anche me e Jack. 

"Stella..."

"Niente storie, vieni".

Ci sediamo su due sgabelli sul palco e molti occhi ci guardano. Stella indossa un tubino celeste con spalline scoperte con un bel rossetto ciliegia, io invece un tubino blu scuro. "Sei bellissima". Mi dice.

Lei ha fatto tutto questo per me, cantare un po' con lei mi sembra il minimo. Poi non mi conosce nessuno, tranne i ragazzi che iniziano ad applaudire ed esultare come matti.

"BRAVE! QUELLA È LA MIA RAGAZZA CON LA SUA MIGLIORE AMICA! ANCHE LEI NOSTRA AMICA!"

Io e Stella ridiamo, mi sento fortunata.

La base parte e prendo un bel respiro. Le luci si spengono e sono accesi solo dei led bianchi e dei fari del medesimo colore sopra di noi.

Questo pezzo lo avevamo provato a casa per gioco, quindi ognuna di noi sa qual è la sua parte.

Iniziamo a cantare e noto lo sguardo sorpreso di tutti, compresi i ragazzi. Poi intravedo la porta del locale che si apre ma non vedo chi entra.

I ragazzi si girano e spalancano la bocca, dietro di loro un ragazzo alto, moro, con cappotto nero e occhi ghiaccio che si vedono anche al buio mi sta fissando senza dire una parola.

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