Spencer Reid💚 - Criminal Minds

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Warnings: menzioni di violenza / assalto fisico

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« Birds sing after a storm. Why shouldn't people feel as free to delight in whatever sunlight remains to them? »

Immagina...

«T/n?» La voce di Spencer mi fece sussultare. Ero immobile, in piedi accanto alle porte vetrate che separavano gli uffici di quel piano dall'atrio degli ascensori. Le persone che entravano ed uscivano mi osservavano incuriosite e stranite della mia presenza, non ero un agente e la cosa non passava di certo inosservata. Quell'ala dell'edificio era riservata all'unità d'analisi comportare, di cui Spencer faceva parte, ed ero riuscita a convincere le guardie all'ingresso a scortarmi fino lì per aspettare l'arrivo del dottor Reid, di ritorno da un caso che era stato assegnato alla sua squadra. Sapevo che non sarei dovuta essere lì, che il nostro rapporto, la nostra relazione era ancora un segreto per tutte le altre persone nella sua vita ma le circostanze si erano ribaltate in pochi secondi e non potevo più gestire la situazione da sola.

Lo fissai mentre si avvicinava a me, vergognandomi leggermente dello stato in cui mi trovavo: zuppa dalla testa ai piedi per la corsa sotto la pioggia che avevo fatto per arrivare fino lì. In confronto, non riuscivo nemmeno a descrivere quanto lui fosse bello in quel momento. I capelli corti e leggermente scompigliati gli ricadevano sulla fronte coprendogli di tanto in tanto gli occhi mentre le sue dita affusolate erano avvolte attorno alla tracolla della sua borsa, un leggero sorriso gli dipingeva le labbra, contornato dalle guance rosse d'imbarazzo per gli innumerevoli sguardi focalizzati su di lui, su di noi. Nonostante la sorpresa, sembrava così contento di vedermi, di avermi trovata lì ad aspettarlo al suo arrivo, come se non avesse desiderato o pensato ad altro per tutto il giorno.

Mi morsi le labbra, solo quando fu a qualche passo da me notai la sua espressione trasformarsi in una confusa e vagamente preoccupata. All'ingresso erano stati così gentili da darmi un asciugamano per togliermi un po' d'acqua dal viso e dai capelli ma avevo insistito ad aspettare per darmi una sistemata, volevo parlare il prima possibile con Spencer. In quel momento, in quella situazione, dei capelli arruffati che potevo avere mi importava ben poco. Non mi sentivo per niente al sicuro, il tutto nonostante l'edificio in cui mi trovavo, e in quell'ultimo periodo il Dottor Reid era stato l'unico ad alleviare leggermente quella sensazione di costante pericolo, per questo avevo bisogno di lui, per questo ero corsa da lui.

Non mi accorsi nemmeno del modo in cui le lacrime iniziarono a scendermi lungo le guance e mugolai «Spencer.» La mia voce era rauca e tremante, mi portai le mani sul viso per nascondere quelle emozioni e riprendere il controllo di me stessa, il ragazzo si avvicinò a me, circondandomi le spalle con un braccio mentre con le dita mi accarezzava la guancia.

«Ehi... che è successo?» Mi aggrappai al maglioncino che indossava, tremando mentre percepivo le sue dita spostarsi su e giù sulla mia schiena, cercando di tranquillizzarmi. Spencer non era mai stato il genere di persona amante del contatto fisico, sapevo bene che lo aveva sempre messo a disagio e che l'imbarazzo peggiorava soprattutto quando si trattava di intraprenderlo davanti ad altre persone. Io, invece, lo avevo sempre usato come mezzo di comunicazione, come modo per esprimere quello che sentivo o provavo, molto più di quanto ero mai riuscita a fare con le parole. Per quel motivo lo abbracciai senza pensarci due volte, nel tentativo di alleviare almeno un po' quella sensazione di panico che mi rendeva tremolante. Il suo tono si fece preoccupato e le sue dita si appoggiarono sulla mia nuca, accarezzando i miei capelli per infondermi un po' di sicurezza ed al contempo per costringermi a guardarlo dopo aver fatto un po' di pressione «Parlami T/n.»

IMMAGINA || Chapter One [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora