« To the stars who listen
And the dreams that are answered »Immagina...
Sgranchii leggermente le ali, scrollando le spalle che da tutto il giorno sembravano doloranti più di quanto fosse solito. I muscoli della schiena si intorpidivano ogni volta che le usavo per un tempo prolungato, che in quell'ultimo periodo era estremamente poco più di cinque minuti. Era normale dato quanto le avessi tenute ferme: quarantanove anni. La forza necessaria per volare, per portare il loro peso tutto il giorno era più di quella che il mio corpo riusciva a produrre, ero decisamente fuori allenamento.
Rabbrividii quando una folata di vento freddo fece scattare la mia guardia sull'attenti. Nonostante tutto ciò che era successo durante il Regno sotto la Montagna, nonostante tutto sembrava essere finito ed un po' di tempo era passato dalla guerra, il mio corpo non riusciva a riprendersi, ero debole, costantemente stanca. Per tutta la durata del regno del terrore di Amarantha non avevo mai avuto l'occasione di volare e quel poco che mi era rimasto del mio potere, finalmente riacquisito con la morte della donna, era servito interamente per nascondere le mie ali, le mie emozioni, per tenerla il più possibile fuori dalla mia mente. Sicura che se così non avessi fatto mi sarebbero state tagliate e molto probabilmente mi avrebbero torturata. Stare al suo fianco come doppiogiochista era stata una mossa decisamente pericolosa, riferire a Rhys tutti i suoi piani, però, era stata la svolta che gli aveva permesso di anticipare tutte le sue mosse: avvisare le corti di un possibile attacco, tenere al corrente di ciò che stava succedendo la sua famiglia a Velaris.
Per quei motivi, e per tante altre casistiche, dell'esistenza delle mie ali ne era a conoscenza solo una persona: Rhysand. Col tempo, in quei cinquant'anni, avevamo avuto tutta la calma del mondo per potere imparare a fidarci l'uno dell'altra, a condividere e cullarci dagli orrori di quel regno mentre cercavamo modi per ribaltarlo, per ridare a Prythian il controllo delle sue corti. Lui mi aveva mostrato tutto: il suo piano contro quella donna, il suo passato, mi aveva addestrata a tenere alte le difese nella mia mente ed anche a combattere, mi aveva insegnato tutto quello che avevo bisogno di sapere per sopravvivere. Nel frattempo, avevo cercato di alleviare un po' il suo dolore per quello che si era ritrovato costretto a fare, in qualsiasi modo riuscissi farlo. Un abbraccio, una parola gentile, una battuta. Rhys era diventato mio amico e vederlo in quello stato era stata una lenta e crescente tortura che non avrei augurato a nessuno.
Dopo che Amarantha fu sconfitta, Rhys mi accolse nella sua casa, mi fece conoscere la sua cerchia, la sua famiglia, Velaris. Mi diede affetto, protezione e soprattutto uno scopo, tutte cose che nella vita mi erano sempre mancate ma che avevo sempre disperatamente desiderato.
La mia storia era molto semplice: ero la figlia di un Fae della Corte della Notte e per metà Illyrian, dalla parte di mia madre, grazie alla quale avevo ereditato le ali. Ero nata da circa un paio di secoli e metà della mia esistenza l'avevo passata da sola con mia madre, sperduta nelle montagne, nel tentativo di non farci ridurre a poco più che delle schiave dai maschi illyrian e soprattutto nella speranza di non farmi tagliare le ali, alle quali ero molto affezionata.
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IMMAGINA || Chapter One [IN REVISIONE]
Fiksi Penggemar« 𝐴𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑖𝑢' 𝑏𝑢𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑛𝑜𝑡𝑡𝑖 𝑝𝑢𝑜' 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑙𝑙𝑢𝑚𝑖𝑛𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑎 𝑑𝑢𝑒 𝑎𝑛𝑖𝑚𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎𝑛𝑜 » ⭐️ Benvenuti nel primo libro di questa serie di immagina. Spero che apprezzerete la storia!🫶🏻 Mi s...