Immagina Stiles Stilinski💚 - Teen Wolf

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"Remember that you're the first one I danced with

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"Remember that you're the first one I danced with..."

Su richiesta⚓️

Ambientazione: Non ci sono spoiler di contesto✨

Immagina...

«Stiles, devi andartene, adesso» i suoi occhi erano fissi nei miei mentre riuscivo a percepire il brivido della luna piena iniziare ad impossessarsi del mio corpo. Sentivo l'umanità che iniziava a scivolare via da me e il lato animale prendere lentamente il sopravvento.

«Non vado da nessuna parte T/n» il ragazzo tentò di avvicinarsi a me con cautela ma proprio in quel momento un ringhio scaturì dalla mia gola facendolo fermare.

«Vattene ho detto!» Urlai sentendo del dolore acuto iniziare a torturare le mie gengive. I canini mi spuntarono e la mia vista cambiò prospettiva segno che i miei occhi erano diventati di un giallo acceso.

Sentii la mia pelle iniziare a lacerarsi dove le catene mi stringevano i polsi «T/n, guardami, sono qui, sono Stiles» gli artigli uscirono dalle mie dita e ringhiai forte iniziando a strattonarmi dalle catene, volevo liberarmi, sentivo l'impulso di lasciarmi trasportare dalla mia natura animale, di correre libera sotto la luce della luna piena.

«Stiles..» Il ragazzo tentò di avvicinarsi a me ma quando lo fece scattai velocemente verso il suo braccio per morderlo «Vattene, per favore, non voglio farti del male» riuscii a dire con la poca lucidità che mi era rimasta.

Si tirò indietro e fortunatamente non riuscii a ferirlo «T/n, sono Stiles, il tuo migliore amico, ti ricordi? Cerca la tua ancora T/n, cerca il motivo che ti fa restare umana» provai a concentrarmi sulla voce del mio amico ma quando sentii il tintinnio delle catene ripresi il mio tentativo di liberarmi più ferocemente di prima. Una delle manette si staccò dal mio polso e cercai con la mano libera di afferrare Stiles che prontamente si spostò. La mia attenzione si concentrò sull'altra manetta e non mi accorsi nemmeno della voce del ragazzo «T/n ascoltami, voglio raccontarti una cosa. Una cosa a cui ho pensato spesso ultimamente» il sangue iniziava a colare dalle ferite sui polsi scatenando il mio istinto «Io non lo so se te lo ricordi ma c'è stata una volta, quando eravamo piccoli e mia madre era in ospedale, in cui siamo rimasti in ospedale per giorni interi. Mio padre era impegnato col lavoro e tu ti eri piantata lì, gli avevi promesso che ti saresti presa cura di me. Mi portavi da mangiare, ti preoccupavi di farmi riposare abbastanza promettendomi che saresti rimasta sveglia per qualsiasi emergenza. E quando mi svegliavo i tuoi occhi scattavano subito su di me, mi sorridevi e mi raccontavi quello che avevi fatto o quello che era successo. Mi sei rimasta accanto e non te ne sei mai andata... e io non ti ho mai ringraziato per quello che hai fatto per me» la voce di Stiles mi catturò e mi concentrai su quella lasciandomi trasportare dai ricordi, da lui, dalla sua voce calda e rassicurante «Poi gli anni sono passati velocemente ma tu non sei cambiata per niente, hai sempre continuato a prenderti cura di me»

«Stiles» ringhiai cercando in tutti i modi di trovare qualcosa che mi tenesse aggrappata alla mia umanità. I miei pensieri passavano in rassegna qualsiasi cosa: persone, oggetti, emozioni. Desideravo ardentemente ritrovare la lucidità e ricordarmi per sempre quello che il mio amico mi stava raccontato.

«T/n... guardami, concentrati sulla mia voce. Pensa a qualcosa che ti tenga alla realtà, qualcosa che ami» il mio sguardo si incrociò in quello del ragazzo. I miei occhi erano fissi nei suoi, come incatenati da un filo sottile ma resistente, indissolubile.

Si avvicinò e il mio cuore iniziò a battere velocemente. Non per la luna piena, non per l'istinto animale che prendeva il sopravvento ma per Stiles. La mia mente si focalizzò su di lui, su tutte le volte che mi era stato accanto, che mi aveva sostenuta. Tutti i sorrisi che mi aveva regalato, il modo in cui migliorava la mia giornata anche quando tutto sembrava andare male, anche quando pensavo di non aver più nulla per cui lottare. Pensai a tutti i suoi abbracci, le sue strette di mano per infondermi coraggio, le sue occhiate scocciate quando nessuno gli dava ascolto.

La mia vista cambiò prospettiva e tutto tornò alla normalità. Stiles si avvicinò a me e mi liberò anche l'altro polso. Mi concentrai e con gli artigli anche i canini tornarono al loro posto «Ce l'hai fatta» il ragazzo mi abbracciò e ricambiai facendo passare le braccia intorno al suo collo.

Respirai il suo profumo e mi rilassai sentendo le sue mani accarezzare la mia schiena. Quando rimisi i piedi per terra mi lasciai cadere di peso sul divano lì vicino. Cercare di mantenere il controllo, contrastare l'istinto era davvero prosciugante.

«A cosa hai pensato?» Stiles si sedette accanto a me che portai le gambe al petto stringendole con le braccia.

«A te» il ragazzo mi guardò in modo sorpreso e confuso «È da quando siamo piccoli che ci sei sempre stato per me, tutti gli anni, tutti i giorni, tutti i momenti. Tu sei sempre stato una costante per me, qualcosa di importante. Tutte le volte che faccio qualcosa mi chiedo sempre cosa faresti tu al mio posto, cosa penseresti o cosa mi consiglieresti» la mano di Stiles entrò nel mio campo visivo e si strinse alla mia facendomi sorridere «Sei tu a ricordarmi cosa c'è di umano in me: sensazioni, paure, emozioni...»

Le nostre dita si intrecciarono e il mio cuore perse un battito e girai metà busto verso di lui appoggiando la testa alla spalliera del divano mentre mi guardava fisso negli occhi con dolce sorriso sul viso «Lo sai, tu sei quella persona a cui devo tutto, a cui darei tutto se solo me lo chiedesse» sorrisi anche io «Ci sono momenti in cui ti guardo: a scuola, in classe, nel corridoio, in auto e mi rilasso. Mi sento meglio perché in quei momenti tu, come se percepissi il mio sguardo, ti giri e mi sorridi. E anche se sta andando tutto male, con quel sorriso..» la sua mano libera si posò sulla mia guancia e il suo pollice iniziò ad accarezzare lentamente le mie labbra «Mi sento bene, con quel sorriso mi sento come se tutto si potesse sistemare. E col tempo, ogni volta che mi lanci quegli sguardi, mi sento come se non potessi farne più a meno» il ragazzo si avvicinò lentamente a me e si fermò solo quando le sue labbra sfiorarono le mie. Non mi ritrassi ma non mi mossi di un millimetro.

«Stiles» sussurrai dopo qualche attimo di assoluto silenzio.

«Non sono un lupo, non sento il tuo battito o l'odore delle tue emozioni ma sono sicuro che provi lo stesso, che provi le stesse cose che provo io per te. Nessuno di noi due può più negarlo» non risposi e sporgendomi leggermente verso di lui le nostre labbra si unirono.

Le sue erano morbide, calde, umide e assolutamente perfette. Fece scivolare la mano che prima era sulla mia guancia tra i miei capelli stringendoli leggermente tra le dita. Appoggiai la mia sul suo collo mentre schiudemmo contemporaneamente le labbra sentendo le nostre lingue toccarsi, giocare, cercarsi.

Ci staccammo dopo qualche attimo e quando riaprii gli occhi notai lo sguardo divertito di Stiles su di me «I tuoi occhi brillano» Mi morsi le labbra e chiusi le palpebre cercando di calmare il mio battito. Li riaprii e Stiles allungò le braccia verso di me «Vieni qui» mi fece appoggiare al suo petto facendomi mettere tra le sue gambe e intrecciò le sue dita con le mie baciando il dorso della mia mano.

IMMAGINA || Chapter One [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora