XXXIV - Apollo, s'anchor vive il bel desio

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Oggi mi sono sentito tormentato; più riflettevo e più mi sentivo smarrito come se nessuno potesse davvero comprendere il mio tormento interiore. In un momento di disperazione, ho deciso di rivolgermi a colui che ritenevo potesse capirmi meglio di chiunque altro; come Platone con Socrate, ho cercato una guida, o forse solo un conforto, nella figura di Apollo.

Mi sono seduto in silenzio, invocando il suo nome, sperando che i ricordi di Dafne, la sua amata, potessero risvegliare in lui qualche sentimento di benevolenza. Ho chiesto la sua protezione in nome della pianta d'alloro, simbolo della sua passione e del mio stesso amore per Laura. Infine l'ho implorato per la guarigione della mia donna, consapevole che il suo benessere è la mia unica ragione di vita.

Non saprei descrivere a parole l'angoscia che mi ha pervaso mentre pronunciavo le mie suppliche, ma in quel momento il silenzio che è seguito ha avuto un peso che nessuna risposta avrebbe potuto eguagliare.


(Emily Munaro - 3Fling)

Il diario di Francesco PetrarcaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora