Cara Laura,
nel momento in cui ti chiamo emettendo un sospiro, con il nome che Amore m'impresse nel cuore, dalle mie labbra si iniziano a sentire, come cantassero una lode, le dolci e soavi lettere che compongono il tuo nome.
La tua nobile essenza, che viene rimarcata scandendo la seconda sillaba del tuo nome, raddoppia la forza del mio ingegno, il quale si ritrova nell'impresa ardua e difficile di comporre le tue lodi; ma la sillaba finale mi ordina di tacere, poiché farle onore è un peso troppo grande per me, un onore per il quale non credo d'esser degno.
Eppure è proprio il tuo nome, che semplicemente nell'essere pronunciato da qualcuno, induce a lodarti e riverirti: quando qualcuno ti chiama, questo può solamente convenire che tu sei una persona degna di riverenza ed onore.
Forse solo Apollo si adirerà per il fatto che a parlare dei suoi sacri rami d'alloro si faccia avanti una lingua mortale intrisa di presunzione, come la mia.
(Irene Durante - 3Isu)
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Il diario di Francesco Petrarca
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