Il filo sul quale è sospesa la mia vita in questo periodo è talmente fragile che potrei prendere e farla finita una volta per tutte. L' unica cosa che potrebbe impedirlo è la speranza di vedere un'ultima volta la dolce donna che ha occupato il mio cuore: quella donna sei tu, Laura. Questo desiderio di tornare ai giorni più sereni, ma soprattutto più vicini a te, viene a mancare, e vorrei tanto non fosse così.
Il tempo però passa così in fretta, che non mi rendo nemmeno conto di quanto in fretta io mi stia avvicinando alla morte: è come se già dall'alba perdessi la cognizione del tempo, finché il sole non attraversa tutto l'universo, arrivando alla parte opposta al tramonto. Un ciclo eterno, giorno dopo giorno, ora dopo ora e secondo dopo secondo. La lontananza da te, il non poter vedere il tuo viso, continua a colpirmi il cuore e la mente ininterrottamente, ma ormai neanche la speranza di rivederti mi conforta più.
Per non parlare dei tuoi occhi, quanto desidero riaverli davanti a me e potermici specchiare! Mi provocano un sentimento straordinario, come se avessi un nodo allo stomaco. La lontananza però, come si suol dire, aumenta il desiderio, infatti, sto provando questa sensazione dolente e incontrollabile proprio ora che sono così distante, direttamente sulla mia pelle.
La stessa scrittura sembra aumentare il desiderio di riaverti vicina e con questo, nello stesso momento, aumenta anche il dolore; mi chiedo allora: che senso ha continuare a riportarti nelle mie pagine? È vero forse quando si dice che la fiamma dell'amore va a spegnersi quando viene trascurata per lungo tempo? Non so, ma tutto questo mi mette in difficoltà, e a volte penso a come sarebbe più semplice se fossi una pietra, senza problemi, distrazioni e il bisogno di una spalla sulla quale appoggiarmi nei momenti di sconforto.
Io faccio forse parte di quella cerchia di uomini - e donne - ai quali piace complicarsi la vita, che amano persone che molto probabilmente non ricambieranno mai lo stesso sentimento. Sembra che io lo faccia apposta, come se stessi andando a braccia aperte incontro al dolore, come se stessi porgendo la guancia per ricevere uno schiaffo...lo schiaffo che mi farà piangere il cuore.
Ripeto nuovamente che mi sento perso. La lontananza dai tuoi capelli biondi, che fanno quasi invidia al sole, dal tuo sguardo, dalle tue parole semplici ma gentili, o forse, cosa più significativa, dal tuo quasi angelico saluto, che spingeva il mio cuore verso una dimensione così chiara e gioiosa, che però ormai mi limito solamente a sognare.
Cosa aggiungere poi...ogni parte del tuo corpo rimane per me un vago ma, nel contempo limpido, ricordo celato con cura nel mio cuore. Ahimè, le speranze di ammirarti e parlarti di nuovo prima che io lasci questo mondo svaniscono come foglie nel vento, e con il cuore in gola mi rendo conto che è giunto il momento di lasciarti andare.
Il mio ultimo pensiero, nonché ultimo grande desiderio, è quello di rivederti almeno nella prossima vita, e incontrare la tua onesta e gentile anima venire incontro alla mia...
(Alessia Scarabottolo - 3Fling)
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Il diario di Francesco Petrarca
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