Mia cara,
mi trovo a Verona, città che mi ha dato rifugio in un periodo drammatico della mia vita e, mentre passeggiavo per il bosco, riflettendo sui miei pensieri, con mia immensa sorpresa, ti ho vista. Eri tu un miraggio o donna in carne e ossa? Quale assurda coincidenza portava la tua immagine in questa pineta veronese?
Ti ho vista e non ho potuto fare a meno di ammirarti, perché la tua bellezza non è paragonabile a quella di tutte le altre donne.
Ho iniziato a seguirti con la speranza di poterti raggiungere e rivolgerti parola, ma durante il mio cammino ho sentito dentro di me una voce, qualcosa che mi diceva di fermarmi, come un avvertimento, che mi ha fatto rendere conto del mio grande sbaglio: quello di star perdendo la retta via.
A causa del mio forte amore per te sto smarrendo l'amore per Dio, e questo, mia cara, non può accadere.
Così sono tornato indietro, anche se contro la mia volontà, e più mi allontanavo da te, più sentivo lo stomaco che si stringeva e mi implorava di tornare sui miei passi. Vedevo la tua ombra che si allontanava sempre di più e andava a dissolversi tra gli alberi, quasi come per costringermi a seguirla.
Tu non ti sei accorta di me e hai continuato ad andare via per la tua strada.
Mi sono dovuto allontanare, ma rimane in me la speranza di poterti incontrare ancora.
(Asia Cavaretta - 3Asu)
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Il diario di Francesco Petrarca
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