Ora che sono tornato nella mia dimora, è tempo di buttar giù su questo foglio di carta tutti i miei pensieri, prima che il fragore della mia mente si scateni e mi sommerga.
Oggi è stata una giornata davvero strana. Stavo camminando tranquillamente e pensando a te.
Danzavo tra pensieri e riflessioni finché, improvvisamente, mi sono fermato: nel mio pensiero ho visto chiaramente come la luce del sole fosse specchio di quello che brillava nei tuoi occhi, o mia Laura.
Conosci quella vertigine che ti assale quando incontri uno sguardo capace di far impazzire? È proprio quello che ho sempre provato, che stavo provando in quel momento... e che provo tuttora, mentre scrivo di te.
Laura, o Laura, la mia mente è piena di te.
Ogni volta che mi avvicino alla tua luce, mi ritrovo ad inciampare nei meandri dei miei pensieri. Come Dafne, che fu trasformata per sfuggire ad Apollo e a ciò che sarebbe potuto essere il suo destino, anch'io talvolta vorrei mutare forma, ma non posso, e dubito poi che ciò mi porterebbe ad un destino più clemente.
Immagina se potessi trasformarmi in una statua, scolpita nella pietra più dura, o nel marmo candido come la neve. Lì, immobile nel mio tormento, sarei oggetto di ammirazione e critica, come un'opera d'arte. Ma almeno sarei libero dal peso dell'amore che mi soffoca. Guarda, invidio persino Atlante, il vecchio stanco che regge il mondo sulle spalle, facendo ombra al Marocco. Anche lui sembra avere meno tribolazioni di me in questo istante.
Chissà, magari un giorno riderò di tutto questo. Ma per ora, lasciami soltanto con i miei pensieri turbati e il desiderio di svelarti ogni cosa, Laura.
(Alessia Campagnolo - 3Asu)
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Il diario di Francesco Petrarca
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