Ho pensato di scrivere una lettera a Giacomo Colonna, un mio grande amico che fa parte di quella famiglia su cui si appoggiano le speranze, la fama e la gloriosa eredità romana.
Ho sempre stimato i membri di questa grandissima famiglia. Essi sono sempre andati avanti per la loro strada, senza farsi fermare dall'ira dei potenti, nonostante si accanisse con impeto contro di loro come una tempesta.
Volevo scrivere a Giacomo, per parlargli del luogo in cui mi trovo ora, Valchiusa, e persuaderlo a venire a visitarlo. Qui è diverso dalla città. Non ci sono palazzi, teatri o logge, ma al loro posto solo abeti, faggi e pini, circondati dai prati verdi. Ad ispirarmi c'è il vicino monte che, con la sua bellezza, può elevare le menti al cielo; spesso lo percorro, componendo o recitando i miei versi.
A tenermi compagnia poi, col suo dolce canto, c'è sempre un usignolo, che nell'ombra della notte piange e si lamenta. Quel suo canto dolce e malinconico mi riempie sempre il cuore d'amore e di dolore.
L'unica cosa che rovina questo paesaggio e lo rende imperfetto, è il fatto che tu, caro amico Giacomo, non sia qui con me per godere di questo spettacolo.
(Giovanna Minchio - 3Isu)
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Il diario di Francesco Petrarca
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