Il diario di Francesco Petrarca

XXXIII - Già fiammeggiava l'amorosa stella

Appena sveglio, guardavo fuori dalla finestra, avevo passato una notte angosciante perché in sogno mi era apparsa la mia amata Laura ridotta in fin di vita dalla malattia e ciò mi arrecava molta pietà e tristezza . Provavo a distarmi osservando l'alba sorgere e vedevo in lontananza una luminosa stella, quella di Venere, e poi ancora l'Orsa Maggiore, lucente e bella. Sono sempre stato affascinato dagli astri e dai miti sulle stelle; la visione del Pianeta e della Costellazione mi avevano fatto pensare al mito di Callisto, quando Giove si innamorò di lei, e, a causa della gelosia, Giunone la trasformò in un'orsa che vagò per anni nei boschi. Un giorno un cacciatore cercò di ucciderla, ma Giove, ancora innamorato, la trasformò in una costellazione, l' Orsa Maggiore, che ora ruota intorno al polo a settentrione e simboleggia il cielo notturno.

Mi ero poi soffermato ad osservare una vecchietta già levata a lavorare. Ricordo che era scalza e vestita con pochi e laceri vestiti e stava attendendo al suo lanificio; dalle macchie scure sulle sue vesti credo avesse appena attizzato il carbone. Non riuscivo però a togliermi dalla testa l'immagine di Laura. Durante la stagione che porta alla rinascita della natura e della vita, sbocciano nuovi amori e si patiscono sofferenze per quelli passati o impossibili. Così anche io riuscivo solo a pensare alla mia amata Laura, ma mi appariva in un'immagine di lei così diversa e così cambiata dai tempi passati: la figura di lei sofferente e colpita da questa sua malattia. Il solo pensiero che lei un giorno potrebbe andarsene mi fa soffrire in maniera indicibile. Il suo aspetto, in questa immagine, era radicalmente diverso rispetto ai giorni in cui era in salute: era così diversa dai giorni felici di un tempo! So però nel mio cuore che lei è ancora in vita e questo solo pensiero mi dà molta forza e ancora non mi è tolta la possibilità di ammirare i suoi bellissimi occhi.

(Anna Morlin - 3Fling)