XVI - Movesi il vecchierel canuto et biancho

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Dopo il mio lungo viaggio sono finalmente tornato in Francia. Ogni volta che giungo qui spero di vederti. 

Mi sento come un vecchietto che stanco dal cammino, saggio e incanutito dall'età, si allontana dal paese in cui è nato, dove ha vissuto per tutta la vita, vita che oramai è sul punto di terminare. Mi immagino questo vecchietto abbandonare il suo nido in cui è cresciuto, nido che lo ha nutrito e protetto dolcemente. Lascia i suoi famigliari, desolati e abbattuti alla vista della partenza dell'amato padre in pellegrinaggio, sapendo che da lì a poco la loro casa sarà per sempre vuota di lui e non lo rivedranno mai più. Dal dolce luogo natale, egli trascina avanti il suo vecchio corpo, nei suoi ultimi giorni di vita e di viaggio, e, per quanto può, con buon impegno, alla fine si prepara, si mette in forze, anche se rotto dagli anni della vecchiaia e dal duro cammino. Così  giunge infine a Roma, presso la cattedrale di San Pietro, così come tanto desiderava, per ammirare con attenzione il Velo di Veronica che asciugò il sangue dal volto di Cristo. E tutto ciò solo per cogliere le vaghe sembianze di colui che spera di vedere quando sarà in cielo.

Proprio così, come quel vecchio, che cerca con tutto se stesso l'immagine di Cristo, io, stanco, cerco te, per quanto posso, nel volto delle altre donne. 

Cerco un barlume delle tue vere sembianze, inutilmente. 


(Elisa Rizzardo - 3Isu) 

Il diario di Francesco PetrarcaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora