XLIV - Que'che 'n Tesaglia ebbe le man' sí pronte

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Mi chiedo come fosse possibile che Cesare, dittatore che nella battaglia di Farsalo non ebbe alcuna esitazione ad arrossare la terra della Tessaglia col sangue dei suoi concittadini, pianse invece per la morte del suo nemico Pompeo, riconosciutolo quando la sua testa gli fu inviata come dono. Pompeo fu pugnalato alle spalle e a tradimento dal re egizio Tolomeo, proprio per ingraziarsi Cesare, ma la cosa lo fece solo ripugnare!

E poi anche David, il giovane re che uccise il gigante Golia con la sua fionda e che soffrì per la ribellione di suo figlio Absalom che voleva usurpare la corona del padre, come poté piangere sopra il cadavere del suocero Saul, suicida sul triste monte Gelboe, e al quale era sempre stato fedele nonostante il suocero avesse radicata nel cuore così tanta invidia nei suoi confronti! Quel monte, teatro di avvenimenti così crudeli, divenne proprio a causa di Saul un esempio di superbia punita.

Questi grandi personaggi piansero i loro nemici, e tu Laura, invece, non provi mai compassione e hai sempre le difese alzate contro le frecce dell'arco d'Amore scagliate inutilmente verso di te. Tu, che mi vedi straziato da una pena uguale a quella di mille morti, non mi degni nemmeno di una lacrima dei tuoi begli occhi, e mi mostri al contrario solamente sdegno ed ira.


(Giada Zandarin - 3Fling)

Il diario di Francesco PetrarcaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora