LXVII - Del mar Tirreno a la sinistra riva

2 1 0
                                    


Cara Laura,

questo è uno di quei giorni in cui sento la necessità di scrivere dei miei sentimenti per te.

Sto viaggiando verso Roma: ieri mi ero fermato un momento e sei diventata la protagonista delle mie riflessioni. Avevo cominciato a camminare tra gli alberi per cercare un po' di serenità e allontanarmi da tutti i pensieri da cui in questi giorni mi sento sopraffatto. C'era un'atmosfera tranquilla: le onde del mare, poco distante, si infrangevano contro gli scogli a causa del vento. Secondo me ti sarebbe piaciuto molto questo incredibile e per certi versi anche monotono paesaggio. All'improvviso la mia attenzione è stata catturata da un lauro da cui ero rimasto molto affascinato: è ciò che più di tutto mi ha fatto venire in mente te, e da cui è sorta la necessità di scrivere tali parole. In quel momento l'amore si faceva strada dentro di me sempre più, tant'è che la ragione mi ha abbandonato... E sono caduto andando a finire in un torrente nascosto tra l'erba...

Me ne vergogno ancora, sai? Sono stato così tanto uno sciocco che non sono riuscito a controllare i miei sentimenti, a tal punto che la mia mente ha iniziato a viaggiare fino a raggiungerti. Però ho riscontrato una cosa positiva in ciò che mi è capitato: prima i miei occhi erano bagnati dal pianto per la paura e la consapevolezza che forse il mio amore non sarà mai corrisposto, ma ora, invece, l'acqua fresca del torrente in cui sono caduto ha lavato via le mie preoccupazioni, infondendo calma dentro di me. È da troppo tempo, ormai, che sento nella primavera solamente il dolore della tua distanza. Vorrei tanto che il mese d'aprile, quel fatidico mese in cui i tuoi occhi mi hanno incantato, prima o poi, possa riportarmi alla serenità.


(Sofia Scarabottolo – 3Asu)

Il diario di Francesco PetrarcaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora