XXXIX - Io temo sí de' begli occhi l'assalto

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Oh voi occhi, occhi di colei che mi tormenta e che a loro volta mi tormentano, ove dimorano l' Amore e la mia stessa morte. Voi siete il mio destino, la mia condanna.

Occhi di fronte ai quali non ho via di scampo, e provo inutilmente a scappare. Mi ritrovo, proprio così, a scappare come fa un bambino dinnanzi al bastone!

Eppure sono passati molti anni da quando mi diedi alla fuga, e ancora oggi il mio cuore non conosce pace.

Non ci sarà mai luogo in cui possa rifugiarmi, o Alpi che io possa raggiungere, per scappare da Lei, dai suoi occhi che annebbiano i miei sensi e mi lasciano come pietrificato.

Anche se avevo scelto di evitare di guardare nella sua direzione, proprio per non soccombere al fascino dei suoi occhi, ora mi volto a fare i conti con essi! Forse tale tardiva decisione potrà essermi perdonata.

Devo ammettere che il mio coraggio è appena sufficiente a superare la paura che si nasconde dietro il mio ritorno verso ciò che avevo già abbandonato.

Ma ritornare all'abisso, all'orribile paura di colei che mi distrusse e continua a distruggermi, è prova sconcertante della mia lealtà; perciò non mi sento colpevole, anzi, quel che ho commesso, è un atto di coraggio e amore verso la mia amata, la mia Laura.



(Imane Sofiani - 3Fling)

Il diario di Francesco PetrarcaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora