XXXV - Solo et pensoso i più deserti campi

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In questo periodo della mia vita trovo difficoltà nel capire me stesso e sento il bisogno di stare lontano dalla gente. 

Cerco un momento di riflessione interiore, immaginandomi mentre percorro, immerso nei miei pensieri, luoghi sperduti, a passi stanchi e ricolmi di tristezza, isolandomi dal resto del mondo esterno. E così, inizio a sprofondare nel mio mondo interiore. Non ho altro riparo dalle persone se non in queste località aspre della mia mente, poiché il mio tormento è chiaramente leggibile nel mio viso. 

Mentre cammino, in questi spazi, osservo la natura, realizzando che questo tormento supera tutte le altre emozioni. Addirittura il paesaggio che mi circonda sembra essere consapevole di questa pena che mi affligge; so benissimo che, sebbene stia camminando in luoghi deserti e vuoti da ogni sentimento, il dolore mi accompagnerà per sempre, proprio per questo la Natura è l'unica che mi capisce davvero.

Ma, per quanto provi a fuggire e ad allontanarmi, non riuscirò mai, anche se ci provo, a camminare così distante e per vie che siano così impervie e solitarie, da riuscire a sfuggire ad Amore, che in un tutt'uno col dolore, mi accompagna in questo viaggio.


(Francesca Riccio - 3Fling)

Il diario di Francesco PetrarcaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora