Ho ricevuto un sonetto di Geri Gianfigliazzi e ho pensato di rispondergli con alcuni versi che contengono un pensiero che mi affligge da tempo.
Ho dedicato così tanti anni all'amore per l'albero del gentile lauro che tanto rappresenta la mia amata. Sotto i suoi rami ho sempre trovato rifugio ed ispirazione. Tuttavia, più di una volta sono stato costretto a realizzare che questo amore era illusorio: e così l'albero che era stato immagine di dolcezza è diventato crudele.
Ho cercato di cambiare il mio punto di vista, mi sono sforzato, ma il dolore di questa immagine continua a tormentarmi, così come continua a tormentarmi il desiderio.
Mi chiedo cosa possa pensare un poeta come Geri, che sospira per amore e che ha ormai perso la speranza che alimentava le sue poesie. Mi rendo conto che né il potere della poesia né quello di Dio può ridare questa speranza perduta, ma, come un albero perde le sue foglie d'autunno, coloro che non ricercano e che hanno perso la fede non meritano altro che la sventura che si sono cercati da soli, abbandonando questa speranza.
Ma con questo non cerco pietà né compassione per me o per Geri.
Spero solo che il nostro dolore venga capito sinceramente.
(Chiara Favotto - 3Asu)
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Il diario di Francesco Petrarca
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