Capitolo 55.

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Ci sono momenti della nostra vita durante i quali ogni qualsiasi cosa ci capiti davanti è da noi vista e percepita come oscura o negativa, ci sono giorni, settimane, mesi e talvolta anche anni che vorremo rimovere dal nostro vissuto sigillandoli dentro ad un cassetto del quale nessuno, nemmeno noi stessi, ne possiede la chiave, così da rimuoverli dalle memorie e dai meandri della nostra psiche dimenticandoli per sempre, e ci sono istanti in cui il nostro unico obiettivo sin da quando il sole sorge al mattino fino a quando non tramonta alla sera è capire cosa diavolo ci stiamo a fare al mondo, quale sia il nostro scopo, quale sia la nostra utilità ed a chi serviamo nel concreto, non riuscendo a comprendere il perché i nostri genitori abbiano preferito dare alla luce noi piuttosto che prendere precauzioni o guardarsi un film durante quella famosissima sera in cui ci hanno procreati.

Ogni qualsiasi essere umano attraversa un periodo dalla relativa e soggettiva durata durante il quale si chiede tutto questo interrogandosi sul da dove proviene o sul perché esiste, è inutile negarlo. È ipocrisia, secondo me, fingersi felici stando nell' ignoto e rimanendo indifferenti difronte a tutti quei dubbi esistenziali che vediamo e sentiamo venir espressi dai filosofi o dai grandi menarca della storia quando li studiamo a scuola perché anche se non ci è ancora personalmente capitato, prima o poi arriverà anche per noi il momento in cui ci domanderemo le loro stesse cose snervandoci e scervellandoci per capirle.

L'uomo è una specie sociale che ha la necessità di confrontarsi con il mondo e con i propri simili sperimentando l'esigenza di paragonarsi a loro con il fine ultimo di comprendere se stesso, ma anche se il confronto ed il paragone sono dei termini utili ed essenziali per sviluppare delle idee e dei principi, non sono gli unici aspetti della vita che vanno coltivati per capire chi si è realmente, poiché è solo nel silenzio e nella solitudine, con la sola presenza del nostro stesso corpo e della nostra stessa mente che riusciamo a risolvere l'arcano.

Il confronto serve ed il paragone anche, ma se dopo l'essersi confrontati e paragonati con ed agli altri non ci si ferma e ci si analizza, non sia analizza ciò che si è appreso, niente ci apparirà mai chiaro, ed il tutto ci porterà inevitabilmente a sbandare da una parte all'altra oscillando tra un modus vivendi ed un altro senza mai arrivare sul serio alla stabilità ed all'equilibro della nostra persona.

A volte sembra come se il mondo girasse in senso antiorario rispetto a noi ma in perfetta sincronia rispetto al resto delle persone presenti su questo pianeta, come se gli stessimo antipatici e volesse farci un dispetto o addirittura burlarsi dei sottoscritti portandoci a patire le pene dell'inferno senza che ve sia il motivo.
Ci chiediamo spesso ed a volte anche troppo, quale sia la motivazione dietro la quale si celano diversi malanni o spietati avvenimenti, e talvolta andiamo ad indagare rispetto ai relativi perché di essi, se non addirittura al relativo perché di essi proprio su di noi, con l'esigente presunzione di avere tutte le rispose nell'immediato come se bastasse uno schioccare di dita per ottenerle, ma spesso non ci rendiamo conto del fatto che correre per avere tutte le rispose non fa altro che allontanare quella dannata risposta da noi.

Si dice che il tempo curi le ferite, che non tutto il male venga per nuocere e che la pazienza rappresenta la più autentica e veritiera chiave di lettura per la vita; ecco, io adesso non so dirvi se tutto ciò è vero e se realmente servono solo tempo e pazienza per comprendere il nostro vero IO, ma sono fermamente convinta che solo lasciando al tempo il modo di trascorrere indisturbato ed alla pazienza il modo di darci delle risposte riusciremo a prendere aria ed a respirare quando il mondo e le negative vicissitudini quotidiane ci opprimono.

Sono la prima a non aver ancora capito cosa io ci stia a fare qui e quale sia io mio scopo su questa terra ed in questa vita, e sono la prima anche a domandarmi il perché di tutto questo praticamente ogni giorno, dunque sarei ipocrita a dirvi di non farlo, ma ho capito che correre e dannarmi pur di arrivare a darmi delle risposte il prima possibile non fa che dissociarmi dal presente e dal mondo reale attuale senza permettermi di viverlo e di vivermi nel concreto.
A volte si sta male è vero, ci si sente soli e ci si sente tristi, ma quei sensi di profonda solitudine e soffocante tristezza vanno vissuti così come si vivono tutte quelle altre emozioni e tutte quelle altre sensazioni che al contrario, definiamo come positive e felici, in quanto così come non si può stabilire quando stare bene e per quanto tempo stare bene non si può decidere neanche quando stare male e per quanto tempo farlo.

𝐀𝐦𝐨𝐫 𝐃𝐞 𝐄𝐧𝐠𝐚𝐧̃𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora