Capitolo 57.

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A volte capire gli altri ci appare molto più facile del capire noi stessi, a volte risolvere i problemi altrui immedesimandosi in essi ed ignorando quelli che sono i problemi propri, sembra essere l'unica strategia vincente per far sì che quel problema scompaia dalla nostra vita allontanandosi da noi.
Spesso ci spacciamo per delle persone altruiste e generose che mettono sempre il bene degli altri al primo posto per via di un'intrinseca bontà e di un genuino altruismo, ma per la stragrande maggioranza delle volte tale bontà e tale altruismo non sono altro se non dei pilastri dietro i quali ci nascondiamo per non affrontare noi stessi ed i nostri problemi.

Non è un male aiutare gli altri, non voglio che  pensate io stia dicendo questo o che vi stia invitando a non farlo ignorando completamente le difficoltà di chi vi sta intorno e di chi voi volete bene, semplicemente vorrei farvi capire che aiutare gli altri è un bene quando nel fare ciò si pone sempre davanti il proprio di bene senza che lo si trascuri.
Se usi gli altri ed i loro guai come scusa per scappare da tuoi e non affrontarli, tralasciandoli come se niente fosse o come se neanche esistessero, allora non sei una persona altruista bensì un codardo/a con la coda di paglia ed cagotto in punta che non ha il coraggio di mettersi difronte ad uno specchio ed affrontare i propri demoni, soprattuto quando si è consapevoli di star facendo ciò.

Tuttavia, non voglio fare di tutta l'erba un fascio improvvisandomi come la psicologa di turno che vuole a tutti i costi impartire lezioni di vita, poiché sono la prima che ogni giorno si nasconde dietro i disagi altrui per non affrontare i propri e sono la prima a definirmi come una codarda con la coda di paglia, quindi non sentitevi giudicati o attaccati.

Credo anche però, che molto spesso questa consapevolezza nel riconoscerle le proprie mancanze ed ammetterle manca, e che non tutti si rendono propriamente conto di star aiutando una persona solo per non affrontare se stessi;
per questo quindi dico che non voglio fare di tutta l'erba un fascio incolpando gli altri, poiché senza volerlo, aiutando chi amiamo fatichiamo addirittura ad individuare i nostri di problemi e dunque anche affrontarli.
Non lo facciamo di proposito e punirci non ci fa stare meglio.

Non tutti abbiamo una così ampia conoscenza di noi stessi, e vi sono individui che, molto probabilmente, se andassero ad interrogare un proprio clone chiedendo lui delle banalità, come per esempio quale sia il suo genere di musica proferito, la risposta tarderebbe ad arrivare benché sia sempre e comunque se stesso che si sta interrogando, e questo poiché siamo talmente tanto concentrati sull'esterno e sugli altri che ci dissociamo dal nostro essere, che non riusciamo a guardarci dentro scoprendoci per quello che siamo, conoscendoci e volendoci bene.

Si dice che a furia di guardare il vaso non si vedano i fiori, e sinceramente credo non ci sia eufemismo migliore di questo per paragonare lo stigma di vita che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede e si sta sempre di più stereotipando e canonizzando all'interno della nostra società, portando noi esseri umani a soffermarci più sull'estetica che sull'etica;
per quanto possa essere vero che anche l'occhio vuole la sua parte, esso non sarà mai in grado di richiederla se non viene guidato e comandato dal cuore pulsante di una persona o dal cervello pensante della stessa, quindi conoscersi ed aiutarsi sono i primi passi che ciascuno di noi può compiere se vuole realmente conoscere ed aiutare chi gli sta intorno.

Se però quel cuore e quel cervello vengono ignorati perfino da chi li possiede, come vuole quel qualcuno prendersi carico del cuore e del cervello di qualcun altro ? Ama il tuo prossimo come te stesso, ma se tu stesso non ti ami come pretendi di poter amare un altro essere umano ? E con quale prepotenza ed arroganza ti permetti di dirgli 'ti amo' quando non hai la più pallida idea di come amare o di cosa voglia dire ?

-" Forse è meglio che io vada. Ho delle cose da sbrigare e non posso perdere altro tempo "-

Lauren si scostò da lei con delicatezza accennando un flebile sorriso, poi si sporse per riprendere la sua borsa insieme alla busta contenente quella nuova che le aveva regalato Dinah, e si posò sul naso i suoi adorati occhiali da sole neri.

𝐀𝐦𝐨𝐫 𝐃𝐞 𝐄𝐧𝐠𝐚𝐧̃𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora