Capitolo Trentacinque

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Ho la bocca talmente secca che mi sembra di non bere da giorni e le labbra mi bruciano per via dei piccoli tagli che si formano non appena provo ad aprirle. Quando schiudo le palpebre per cercare di recuperare un briciolo di coscienza, la luce mi assale. 

Non ricordo nulla, non so perchè mi sento così frastornata né perchè il mio corpo sembri rigido  come un ciocco di legno. Sono debole come non lo sono mai stata in vita mia... Mi guardo intorno per capire la situazione e per cercare di cogliere qualche indizio su cosa sia successo nelle ore precedenti.

Inizio ad agitarmi quando mi accorgo di essere in un luogo asettico e poco familiare: un fila di letti di fronte a me, sembra un'infermeria. Provo ad alzarmi ma un intenso giramento di testa mi travolge, quindi mi riappoggio al cuscino.

Qualcuno entra finalmente nella stanza e non riesco a nascondere un'espressione sorpresa quando mi ci trovo faccia a faccia. «Thea?»

«Mi hai fatto prendere un bello spavento!» esclama mentre si siede sul bordo del lettino.

«Cosa ci fai qui?» sono confusa e la testa continua a girarmi, faccio fatica a mettere insieme pensieri coerenti.

«Ti sto guarendo, cosa credi che faccia!?» domanda ironica cercando di tranquillizzarmi.

Finalmente capisco. Osservo il paesaggio fuori dalla piccola finestra alla mia sinistra e scorgo l'accogliente vegetazione che circonda la casa di Thea; sono nella sua infermeria, proprio dietro al suo laboratorio.

Inizio a ricordare i vari momenti come una successione casuale: l'irruzione in biblioteca, io che svengo, Blake che si nasconde nel bagno insieme a me, i nostri corpi che si sfiorano nel buio, l'intorpidimento che si impossessa del mio cervello. «Intendevo... come ci sono arrivata qui?» domando non capendo come Blake possa avermi consegnata a Thea durante il mio stato di incoscienza... non si sarebbe fatto vedere per nulla al mondo, avrebbe mandato in fumo il suo piano.

Lei mi osserva con apprensione sistemandosi sul posto. «Ti ho trovata sulla porta, devi essere arrivata qui con le tue ultime forze...» Ma non è possibile, sono svenuta a pochi minuti di strada dalla biblioteca.

Decido di non domandare oltre rispetto a questo argomento, ne parlerò con Blake non appena avrò l'occasione... «Come ho fatto a svenire per un semplice taglio?»

«Non è stato un semplice taglio, bensì una ferita derivata da una pianta velenosa...» rivela tornando seria in un attimo «... sei arrivata appena in tempo perchè se avessi aspettato ancora qualche minuto, il veleno si sarebbe espanso nelle vie principali e ci sarebbe stato poco da fare... sai di aver rischiato la vita?»

«Io, io non ne avevo idea...»

«Lo immaginavo, ma questa volta non basteranno le tue bugie... devo sapere cosa ci facevi in giro nel bel mezzo della notte e come tu abbia fatto a ferirti!» Il suo tono è severo ed anche il suo sguardo si è incupito.

«Lo so, ti spiegherò tutto... ma devo prima sapere che ore sono, me lo potresti dire?»

«È mezzogiorno ormai...»

«Cosa? Oh no! Mia madre mi ucciderà!» inizio ad agitarmi pensando alle tremende ripercussioni che questa bravata avrà su di me.

«Non ti preoccupare, sono passata da te e ho lasciato un biglietto a tua madre da parte tua dove la avvisavi che eri uscita presto per venire a casa mia...E ovviamente ho fatto lo stesso anche con Murphy dicendo che non stavi bene. Ora pretendo delle spiegazioni!»

La amo. La mia salvatrice.

Sospiro sollevata. «Eh va bene... ma mi devi promettere di non arrabbiarti!» dopo tutto quello che ha fatto per me, devo rivelarle almeno una piccola parte di ciò che è successo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 14 ⏰

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