Capitolo Diciotto

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La Centrale Idroelettrica è una struttura complessa che si posa sulle rive del fiume Rimen, è composta da un edificio centrale ferrigno circondato da vari padiglioni e macchinari. Si staglia  imponente ed il rumore dell'acqua impetuosa la rende ancora più massiccia.

L'ombra di un faggio mi fa da scudo in questa giornata torrida mentre aspetto che Murphy termini il suo incontro di lavoro. Non sono potuta entrare dato che non faccio parte del personale autorizzato come il mio collega, ma non disdegno questo momento di tranquillità a contatto con la natura. In momenti come questo è semplice far galoppare la mente fra varie riflessioni, una di queste è sicuramente il cambio d'umore di Murphy. Prima scontroso e sgarbato, e poi d'un tratto compassionevole nei miei confronti. Chi l'avrebbe mai detto...

Il caratteraccio di quell'uomo è quasi al pari di quello di Blake la spia.

«Scott! Ho finito, andiamocene!» mi sento richiamare prontamente.

«Hai fatto presto...» indago afferrando la mia borsa e dirigendomi nella sua direzione.

«Non avevamo molto di cui parlare, solo l'approvazione di alcuni progetti...» risponde lui in maniera evasiva guardando di fronte a sé come se la mia domanda fosse qualcosa di inutile.

Qualche minuto più tardi ci troviamo di fronte al bivio che porta alla falegnameria, lo stesso percorso della scorsa mattina. Mi giro nella direzione di quell'edificio presa da un'ossessiva curiosità dovuta probabilmente dalle mie ultime scoperte. Ma qualcosa, o meglio qualcuno, cattura la mia attenzione...

Una figura incappucciata sta correndo proprio verso i cancelli della struttura. D'istinto faccio un passo verso di essa ma Murphy afferra il mio braccio e mi ferma.

«Cosa diavolo pensi di fare?!» ringhia mentre mi rivolge uno sguardo iracondo.

Mi libero dalla sua presa, innervosita dal suo atteggiamento ingiustificato «Hai visto quella persona? Credo che stesse scappando! E se fosse in pericolo?»

«Non dire sciocchezze! Sarà sicuramente in ritardo per il lavoro...» risponde brusco deridendo le mie teorie.

«Dovremmo andare a controllare! E se fosse spaventato?» la preoccupazione mi sta avvolgendo le spalle come una pesante coperta.

«Spaventato di perdere il lavoro, volevi dire! Sai quanto sono rigidi con gli orari alla falegnameria... Ora, se non ti dispiace, dovremmo tornare al Palazzo.» mi fa cenno con la mano di avviarmi verso la direzione opposta a dove è scappata la misteriosa figura.

Decido di non indagare oltre, voglio mantenere fede alla mia promessa di non rendere palese la mia diffidenza verso chiunque, e mantenere un profilo basso. Anche perché ho appurato che in quel luogo sta succedendo qualcosa di sospetto e prima o poi scoprirò di cosa si tratta.

Quando arriviamo in ufficio, Winnie ci sta aspettando con il suo solito sorriso cordiale.

«Bentornati cari, vi stavo aspettando! Ho buone notizie!» apre le braccia per invitarci a prendere posto accanto a lei sulle poltroncine in velluto.

«Che succede, Winnie?» domanda Murphy visibilmente scocciato dal suo entusiasmo. Non riesco a pensare a come sarebbe affiancarsi a una persona come lui, sempre così annoiato dalla vita ma al contempo costantemente arrabbiato con essa.

«Il Consiglio ha organizzato una serata di festa per tutti i dipendenti del Palazzo!» lei sembra non essere toccata dal suo atteggiamento disilluso «Sono così emozionata! Il ricevimento si terrà nella residenza del comandante Reeves... è davvero maestosa!» continua allegra.

«Davvero? E... posso venire anche io?» domando imbarazzata quasi sottovoce.

«Certo, tesoro!» il suo sorriso si allarga «Nonostante la tua punizione, dato il tuo comportamento impeccabile durante le ore di servizio, l'invito è stato esteso anche a te!»

Oromasis | Il fuoco interioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora