Capitolo Quarantasei

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Il piccolo salottino in cui mi trovo è accogliente e ben arredato, sembra quasi di essere all'interno di una vera casa. Il divano in stoffa verde pastello su cui sono seduta è così morbido che potrei addormentarmi all'istante ma purtroppo devo rimandare il pisolino ad un altro momento. Io e Blake stiamo aspettando Ilias in religioso silenzio, seduti uno di fianco all'altra. Non ha detto una parola da quando ho pronunciato il suo nome dopo essere rinsavita, non mi ha nemmeno guardata negli occhi... si è solo limitato a portarmi un bicchiere di acqua e zucchero e ad attendere in silenzio. Il rumore del cucchiaino che sto rigirando è l'unico suono che rimbomba prepotentemente nella stanza.

Le nostre spalle sono così vicine che quasi si toccano, noi siamo così vicini... ma non so cosa dire, non so cosa chiedergli. Non senza rendermi ridicola. Non capisco cosa l'abbia reso così restio nei miei confronti, la mia mente è ancora offuscata dalla stanchezza degli eventi di poco fa. Forse l'ho messo in imbarazzo chiamandolo di fronte a persone con cui non ha molto rapporto...

Mille pensieri affollano la mia testa ma non ne lascio uscire nemmeno uno dalle mie labbra. Non adesso almeno.

Menomale, dopo un tempo che mi sembra infinito, Ilias ci raggiunge col fiatone. Sembra abbia corso una maratona ma sta sorridendo. «Mia cara, sono corso fino a qui dall'altra parte della città non appena ho saputo cosa è successo!» 

Gli sorrido anche io riconoscente del suo interesse. «Grazie per essere venuto Ilias, ti stavamo aspettando...»

«Cosa è successo?» domanda curioso con un tono di riverenza nella voce. Adoro questa sua caratteristica, il suo essere rispettoso e umile nonostante sia il più anziano ed il più sapiente fra noi.

Prendo un respiro profondo. «Ho incontrato mio padre.» confesso lasciando sbalorditi gli uomini intorno a me, Blake si irrigidisce immediatamente. «Lui parlava del mio potere, mi invitava ad accoglierlo...» non so esattamente come descrivere l'esperienza, è stato qualcosa di troppo profondo per essere riportato a parole. «Io ho ascoltato la sua voce, mi sono fidata e... è stato come essere finita dentro ad una tempesta, non capivo più nulla ma sapevo che non dovevo avere paura, così ho aspettato...» 

Incontro lo sguardo dell'anziano, ha le pupille che brillano di speranza. Realizzo quanto questa situazione sia importante per lui, quanto tempo della sua vita abbia dedicato a questa causa... e mi sento importante, non solo perchè ho scoperto di avere un potere che può cambiare le sorti del dominio, ma perchè posso rendere tutti gli sforzi di Ilias motivati; di un uomo così umile e sensibile. E questo mi rende profondamente orgogliosa. «L'energia che era intorno a me mi stava attraversando, mi stava aiutando... alla fine l'ho accolta e quando l'ho fatto, ho percepito un senso di pace assoluto. Credo che abbia funzionato...» continuo a spiegare non sicura di essermi fatta capire.

L'uomo congiunge le mani di fronte al  viso e inizia a sussurrare con gli occhi chiusi.

«Cosa stai facendo, Ilias?» domando confusa.

«Sto ringraziando Oromasis per il suo dono incommensurabile» risponde semplicemente.

Mi volto verso Blake perchè non so cosa rispondere e lo vedo nella stessa posizione di prima, non si è mosso di un centimetro. 

«Cosa ne pensi?» Cerco di coinvolgerlo mentre osservo le sue sopracciglia corrugate e le sue mani intrecciate.

«Io... mi sembra tutto così surreale...» sospira «...ma sono contento, non fraintendermi...» risponde utilizzando un'espressione che non mi sembra affatto sincera. Divento subito sospettosa. Non sopporto quando qualcuno cerca di fingere altre emozioni ma soprattutto non sopporto più le bugie.

 Assottiglio lo sguardo mentre lo analizzo per qualche altro secondo, voglio che si senta a disagio, che capisca che non mi bevo ciò che mi ha appena raccontato. Sono stanca di fare la finta tonta, soprattutto ora che non ho più motivi per mentire.

Oromasis | Il fuoco interioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora