Capitolo Quarantacinque

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Non riesco a credere ai miei occhi, ogni cellula del mio corpo sembra paralizzata... sono come congelata nel tempo. Deve essere tutto un grande scherzo.

Non è la verità, non può esserlo...

«Daphne!» esclama mia madre aumentando il passo per dirigersi nella mia direzione. Ma con un gesto involontario, probabilmente per via dello shock, mi sposto dalla sua traiettoria. Una lacrima mi bagna il viso ma è solo la prima di tante. 

«Daphne...» riprova. Il mio comportamento l'ha ferita, lo vedo nei suoi occhi. «Io-»

«No! Non dire niente per favore!» esclamo in preda al panico. Non voglio sentire nulla, non posso sopportare altre bugie. Prendo un respiro profondo che in realtà non è altro che un misero e tremante sibilo d'aria e mi volto verso gli altri.

«Tesoro, tutto questo è sempre stato solo per il tuo bene!» esordisce Winnie. Ed io la guardo incredula, non mi capacito che un'anima che credevo così pura, mi abbia preso in giro per tutto questo tempo, non anche lei...

Sposto lo sguardo su Thea, la mia ancora per tutti questi anni, la donna che ho creduto fosse la personificazione della sincerità e della schiettezza.

Non ce la faccio più, non riesco più a trattenere le sensazioni che provo dentro di me, sono come un gorgoglio di lava che preme per uscire e travolgere tutto ciò che trova.

«Ho bisogno di aria» gracchio con la voce spezzata dall'intensità dell'emozione. Il mio corpo sta andando in iperventilazione, le gambe tremano, la testa sembra scoppiare e il sudore freddo scorre in ogni centimetro del mio corpo. Tutto è strano. Tutto è confuso.

So che sono sensazioni collegate allo shock ma c'è qualcosa in più, qualcosa che la mia mente non riesce a capire e che mi sta mandando fuori di testa. Il mio corpo decide come comportarsi autonomamente, non ne ho più il controllo e tutto d'un tratto mi pare di fluttuare.

«Daphne!» sento la voce di Blake che mi richiama, ma è troppo lontana per essere afferrata ed io sono altrove.

La mia vista non funziona, tuttavia riesco a vedere lo stesso. Di fronte a me ci sono molteplici scintille scoppiettanti. Sono esattamente come quelle che si creano fra le mie mani quando il mio potere si manifesta. Fuochi d'artificio di tutte le dimensioni esplodono intorno a me ma non mi fanno del male.

Il mio corpo è tutto un formicolio. Mi sembra di volare in una realtà spazio-temporale parallela alla mia dove non esiste nulla di quello che ho vissuto fino ad oggi, dove non percepisco nessuna interferenza esterna che mi disturba.

Credo di essere dentro me stessa. Sento la mia anima, ne percepisco il colore. È viola. Vedo anche la fiamma di questa mattina, se ne sta lì scoppiettante e mi attende. Attende che io sia pronta.

Non riesco a non godermi questo momento, mi sento al sicuro e protetta da qualsiasi tipo di pericolo. Qui nessuno può farmi del male. Non esiste alcun tipo di bugia, non ci sono gruppi oppositori, spie o tradimenti. Ci sono solo io... io e la fiamma.

Ma devo ricredermi quando sento una voce lontana. Non ne distinguo il tono né la provenienza ma sento una certa familiarità. Ho una buona sensazione e perciò decido di ascoltarla e di aspettare che si faccia più vicina, voglio assecondarla.

Daphne... Mi chiama lievemente. È un suono che mi ricorda il miele e il tepore di una casa riscaldata durante un gelido inverno. 

Afferra il tuo fuoco interiore, mi dice...

Non capisco chi sia, cosa voglia da me.

Puoi prenderlo, è lì per te...

Il mio potere? Non sembra il tono di Ilias...

Apri te stessa ed accoglilo.

Sono parole confuse ma allo stesso tempo capisco che chi le sta pronunciando sa perfettamente cosa sta dicendo. Non so se sono all'altezza delle aspettative della voce però decido di affidarmi senza bisogno di comprensione, decido di lasciarmi guidare ancor di più.

Apri il cuore, apri l'anima...

E lo faccio. Mi lascio travolgere dall'energia che bussa prepotentemente intorno a me. Ho paura. Sono spaventata dall'imponenza di questo potere, ma so che è qualcosa di benevolo che può aiutarmi.

Mi attraversa come un urgano, mi sento sballottata a destra e a sinistra, il mio corpo fluttua e si capovolge in caotiche piroette. Perdo il senso dell'orientamento, la testa inizia a girare e mi sembra di precipitare nel vuoto.

Credo di star tremando, forse anche piangendo, ma rimango ferma e non reagisco, semplicemente attendo che questa bufera che mi ha inghiottito passi.

Sembrano trascorsi anni, non saprei quantificarlo, quando finalmente il caos si placa e il movimento cessa. La quiete è l'unica cosa che rimane ma è diversa dalla sensazione che ho provato fino a poco fa, ora è totale, assoluta, quasi... cosmica.

Non so cosa devo fare adesso, decido dunque di rimanere qui, fluttuante e pacifica come non sono mai stata in vita mia, a godermi ogni secondo in questo luogo a sé. Mi sento più leggera, rinvigorita, le mie cellule sembrano nuove, come depurate.

Ora devi tornare, figlia mia...

Come?

Ti stanno aspettando...

Chi sei? Oromasis, sei tu? domando non sapendo se riuscirà a sentirmi, se anche io posso parlare come lui in questa strana dimensione.

Sì, sono io... torna lì e riferisci loro che sei in possesso del tuo potere.

Io... lo sono davvero?  sono scioccata.

Sì, puoi  imparare a controllarlo. È tuo adesso...

Ma io... posso incontrati?  chiedo con urgenza. Devo conoscerlo, devo sapere...

Non ora, figlia mia. Ma accadrà, non temere.

Sei sicuro che io possa farcela? Come puoi credere in me?

Non dubitare mai di te stessa, solo tu puoi farcela. Sarò con te quando ne avrai bisogno, a presto figlia mia.

E la connessione si spezza. Un vuoto mi circonda e io precipito in esso accompagnata da una fastidiosa sensazione di vertigine. La pace che ho provato fino a poco fa inizia ad attenuarsi e tutti gli eventi mi travolgono in pieno. Così piango mentre rumorosi singhiozzi lasciano le mie labbra, continuo a cadere.

Grazie... sussurro per l'emozione scaturita dall'intensità dell'incontro, per l'amore che ho appena percepito e per la pienezza che ha colmato il mio intero essere.

Continuo a piangere anche quando lentamente torno alla realtà, quando inizio a vedere di nuovo tutto con nitidezza e lucidità. Osservo il soffitto giallognolo come primo elemento, probabilmente ho perso conoscenza durante l'incontro e sono svenuta...

Confermo la mia teoria quando abbassando lo sguardo mi accorgo di essere stata adagiata sullo spesso tavolo di legno per le riunioni. Una decina di facce mi osservano apprensivamente, la preoccupazione a deturpare i loro volti, soprattutto quello di mia madre che sta piangendo.

«Daphne, grazie all'Universo!» urla tuffandomisi addosso per abbracciarmi.

«Gilda, così non respira!» la informa Thea togliendo dolcemente le sue mani dal mio corpo.

Murphy se ne sta accanto alla sciamana con uno sguardo preoccupato che non ho mai visto sul suo volto, mentre Winnie ha gli occhi lucidi ed è prossima ad un pianto liberatorio.

Ma io cerco un'altra persona. E quando finalmente la vedo con lo sguardo abbassato a terra, quasi sorrido. «Blake...» 

Lui alza il suo volto immediatamente e l'espressione che assume mi pervade di tenerezza nei suoi confronti. È sorpreso, non si aspettava che fra tutti chiamassi lui, che le mie prime parole una volta rinsavita, sarebbero state rivolte a lui. 

E nemmeno io ma sono contenta di vederlo qui...

«Daphne, cosa è successo? Stai bene?» prova ancora mia madre.

«Parlerò con Ilias quando arriverà.» 

«Dimmi solo se stai bene...» 

«Mai stata meglio...» sussurro con un sorriso.

Oromasis | Il fuoco interioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora