Capitolo Trentuno

83 46 40
                                    

Il caldo inizia ad avvolgere Gea con il suo abbraccio. Con l'arrivo della bella stagione, una buona parte degli abitanti del dipartimento adora rimanere all'aria aperta e passeggiare per i viali e le stradine del nostro territorio. Di solito lo apprezzo anche io, ma non oggi. I muscoli delle mie braccia sembrano andare a fuoco mentre trasporto la spesa che ho appena fatto al Forum, non sento più le dita per via del peso eccessivo. Mia madre ha ritenuto che andare a ritirare le sue compere dopo aver terminato la mia giornata lavorativa al Palazzo, fosse una buona maniera di espiare le mie colpe. Sinceramente, non me la sono sentita di controbattere...

La strada sembra interminabile anche se so di essere quasi arrivata. Cerco di pensare a qualsiasi cosa pur di non concentrarmi sulla fatica a cui sono sottoposta.

«Ti serve una mano?» domanda qualcuno alle mie spalle interrompendo i miei pensieri d'incoraggiamento interiore.

Non appena mi volto scorgo una ragazza dall'aspetto davvero affascinante. Voluminosi ricci color pece le circondano il viso così dolce e maturo allo stesso tempo. La sua carnagione bruna mette in risalto i suoi occhi verdi come se fossero due preziosi smeraldi. Rimango ad osservarla più del dovuto mentre lei mi sorride cordialmente, non è originaria del mio dipartimento, altrimenti me ne se sarei ricordata.

«Oh, non è necessario... ma ti ringrazio!»

Ma lei prosegue sorridente mentre mi osserva incuriosita. «Insisto, tanto stiamo andando nella stessa direzione!» Ricambio lo sguardo e annuisco cedendo alla sua proposta. In fondo sono davvero affaticata... 

Credo che abbia più o meno la mia età e dal suo abbigliamento alquanto eccentrico, capisco che probabilmente viene da Ars.

«Sono Daphne comunque, piacere di conoscerti!»

«Io Jewel, è un piacere anche per me!» risponde afferrando la metà delle buste fra le mie mani. Il suo corpo è decisamente più atletico del mio, il che mi fa pensare che non sarà un grande sforzo per lei.

«Abiti da queste parti? Non ti ho mai vista...»

«Oh no, mi sono trasferita da poco per lavoro, faccio parte del dipartimento per la salvaguardia dell'ambiente.» Indica il suo vestiario «Penso si possa notare che vengo da Ars!» e scoppia in una fragorosa risata. La seguo anche se la mia attenzione viene subito catturata dalla sua occupazione, un ambito lavorativo che mi ha sempre incuriosita ed affascinata.

«Deve essere meraviglioso! Ho sempre adorato l'ambito della ricerca e della biologia...» esclamo mentre qualcosa si muove in me. È come se sotto la cenere di un camino fosse rimasto qualche tizzone ardente pronto a scoccare le scintille per far riaccendere il fuoco.

«Allora adoreresti il mio lavoro! Se ti va puoi venire a trovarmi al laboratorio, si trova vicino alla Centrale Idroelettrica» anche sul suo viso scorgo un'espressione entusiasta quanto la mia «Basta che tu faccia il mio nome, Jewel Blackwing.»

Pensare di poter avere una seconda possibilità, di potermi riavvicinare a quel mondo che tanto mi ha fatta sognare in passato, è qualcosa che mi scuote nel profondo. Dopo anni passati a cercare di rassegnarmi ad una vita per gli altri, forse posso concedermi qualcosa per me. «Lo farò sicuramente, ne sarei onorata!»

«Bene, Daphne... ora però ti devo abbandonare. Questa è casa mia!» indica l'edificio in mattoni  di fronte a noi «Qui abitiamo io e i miei colleghi, se ti va qualche volta puoi venire a trovarci!»

«Volentieri, e grazie dell'aiuto, Jewel!» la saluto riconoscente mentre procedo verso casa mia. Questo incontro è stato una nota dolce in un quadro di confusione. Credo che andare a trovarla, vedere come si sviluppano la sua vita e il suo lavoro, sarebbe qualcosa di vantaggioso per il mio stato d'animo.



Oromasis | Il fuoco interioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora